Giochi Europei, countdown verso Baku 2015
Dal 12 al 18 giugno Baku, capitale dell’Azerbaijan, ospiterà la prima edizione dei Giochi Europei. Ne abbiamo parlato in un’intervista con Simon Clegg, direttore generale dei Giochi
Tra poco più di 10 giorni l’Azerbaijan ospiterà nella sua capitale, Baku, la prima edizione dei Giochi Europei.
Manovrare tutto questo non è cosa di semplice attività manageriale e questo Simon Clegg lo sa bene. Il direttore generale dei Giochi Europei, durante la nostra intervista ci racconta che lavorerà incessantemente fino all’ultimo giorno possibile per completare al meglio questa nuova avventura europea: “Abbiamo avuto 30 mesi di tempo, soltanto questo breve lasso di tempo per organizzare il tutto. Generalmente si impiegano 4 anni per costruire mattone dopo mattone un evento di tale portata. Abbiamo compresso tutti i tempi possibili e mancano meno di due settimane al fischio di inizio. Siamo fiduciosi, noi arriveremo al traguardo”.
Simon Clegg, soltanto nel 2012 Baku è stata decretata città ospitante degli European Games, poco tempo per i preparativi, ma come si è svolto il suo lavoro?
Partire da zero in un Paese ed in una città come questa non è stato semplice. Eppure alla fine dei conti sento di aver vissuto una sfida stimolante. Abbiamo dovuto comprimere i lavori e i tempi, tutto grazie ad un team internazionale grazie al quale è stato possibile realizzare tutto.
Quanti sono gli appartenenti a questo team internazionale? Come si è strutturato il loro lavoro?
La nostra squadra ha lavorato e lavorerà ancora a tempo pieno. Abbiamo 220 collaboratori e altri 440 a tempo parziale. Ognuno di loro ha avuto un ruolo determinante creando un ambiente dinamico e funzionale.
Da dove vengono i lavoratori della vostra squadra?
Principalmente ci sono lavoratori russi.
E dall’Azerbaijan? D’altronde è il loro Paese ad ospitare i Giochi.
Non molti. Ripeto, abbiamo principalmente giovani dalla Russia.
Tanti e diversi gli sport presenti, posso immaginare le altrettanto innumerevoli strutture costruite qui a Baku dove non esisteva nulla di adattabile. I costi sono stati elevati?
Partiamo dall’aeroporto. Lei è atterrata al terminal internazionale, immagino. Ebbene, quello è stato appositamente realizzato in previsione degli European Games. Quel terminal è nuovo e spese simili sono state incluse nel budget finale. Che ne pensi, poi, dello stadio nazionale? Il popolo dell’Azerbaijan non aveva un suo stadio ed ora possono vantarsene. Ce lo hanno chiesto loro volevano uno stadio di calcio. Devi includere anche questo nei costi, così come lo stadio acquatico. Se si calcolano queste grandi strutture i costi sono decisamente maggiori. Ma questo è normale, soprattutto se è un nuovo evento in un Paese che non aveva nulla di sportivamente simile.
Qual è l’obiettivo di questi European Games, al di là della competizione sportiva?
Lo sport aiuta a mettere in pratica obiettivi politici. Il politico di turno utilizza lo sport per fini e strategie politiche, e lo sport può utilizzare la politica per espandersi.