“Il contrario dell’amore” secondo Sabrina Rondinelli
“Il contrario dell’amore” (Indiana Editore) è il primo romanzo per adulti di Sabrina Rondinelli, una storia di stalking che aiuta a capire, ad indagare le ragioni dei sentimenti umani e che soprattutto aiuta a prevenire. Un delicato appello a tutte le donne
“È questo il confine. L’amore finisce dove comincia la paura. Non è amore disperato, è violenza. E se non la riconosci, non puoi salvarti”.
E quand’è che, precisamente, l’amore diventa paura? Quand’è che inizia a trasformarsi in ossessione, in follia pura e quindi in violenza? Il terrore di rimanere soli lascia il posto al terrore di essere amati, amati troppo.
Questo è ciò che accade a Eva, la protagonista del romanzo Il contrario dell’amore di Sabrina Rondinelli, che, proprio ora, ha deciso di mettersi a nudo e di raccontare una storia di grande coraggio, forte e dura come lo è la vita, quasi sempre.
Eva Marraffa è una ragazza madre dei nostri giorni, figlia del suo tempo fin nel midollo, attorniata da una realtà che regala attimi di serenità e che, con la stessa semplicità, se li riprende, senza spiegare perché.
Fare la parrucchiera per questa giovane donna, indipendente e sola, è una passione, perché Eva adora sentire il profumo dei prodotti con cui coccola le sue clienti, adora i ronzii dei phon che si agitano nell’aria e adora soprattutto il fruscio del chiacchiericcio delle signore che animano il salone.
Eppure Eva ha un’altra grande passione, che non si esaurisce tra le mura del posto di lavoro, che indossa dei buffi occhiali da vista e che ama giocare ai supereroi: è Nina, sua figlia, l’altra Testamatta di quella famiglia piccolissima e composta unicamente da Testematte.
Nina ha soli sei anni, ma la tenacia con cui la bambina tiene le fila del cuore di sua madre è grande e va ben oltre la sua età: è il segreto di questo romanzo, forse, l’amore che lega madre e figlia.
Un amore silenzioso, mai apertamente dichiarato, un amore che scomparirebbe, magari, sotto la coltre degli sms deliranti che Eva riceve dal suo ex, se Nina non la richiamasse sempre al suo dovere non solo di madre, ma soprattutto di essere umano, unico, inimitabile e per questo imbattibile.
Le storie d’amore si cercano, si trovano, nascono e in certi casi muoiono, scompaiono, spesso, ancora prima di arrivare al culmine, ancor prima di aver toccato il fondo, perché a volte basta poco a capire il volteggio di un ballo disarmonico.
Così accade alla giovane protagonista, che conosce il suo futuro stalker in chat, lo incontra, lo frequenta per un periodo limitato di tempo e alla fine decide che no, quel bravo ragazzo, forse solo un po’ possessivo e geloso, non fa per lei.
“È che io ho un problema con gli sbagli: non capisco mai quando sto per farne uno”.
È la Eva Testamatta a parlare, quella che, nonostante tutto, sa riconoscere i propri limiti, sa guardare in faccia la realtà e capisce che la paura di rimanere da soli supera qualsiasi limite, qualsiasi confine del buonsenso e, a volte, anche i limiti stessi che l’amore impone, vale a dire il rispetto per se stessi e per chi ci sta accanto.
Purtroppo, come tutti gli essere umani unici e inimitabili, anche Eva scopre i suoi piedi di sabbia: cede alle prime insistenze di quell’ex che non ne vuole sapere di uscire dalla sua vita, che la ama disperatamente ed incondizionatamente.
Ma la pena iniziale che la ragazza prova nei confronti dell’uomo, che le chiede di continuo un ultimo appuntamento chiarificatore, inizia col tempo a trasformarsi in fastidio, in rancore ed infine in puro e semplice terrore. È quando si insedia, tra un “ti amo” e un “mi manchi”, un “la pagherai cara se non torni da me!”, che l’amore non è più amore, che la mancanza non è più mancanza, ma tutto diventa violenza.
“Ho continuato a sfregare la sporcizia, fino a strapparmi la pelle, (…) volevo grattare via la colpa di tutte le volte che avevo sottovalutato le conseguenze”.
Eccolo qui, puntuale e preciso, il senso di colpa, la colpa di tutti gli errori commessi, anche quelli più banali, più insignificanti, perché è con la disattenzione alle piccole cose che si arriva alle tragedie più grandi.
Questo Eva l’ha capito, l’ha imparato a spese sue, ma non solo: l’amore di Sergio sembrerà sfuggirle per sempre dalle mani, il peso delle sue bugie sembrerà gettare una luce cupa e sfilacciata sull’affetto che i familiari provano per lei, pecora nera della famiglia.
Tuttavia uno spiraglio di sole c’è, continua ad esserci, e trae la propria forza dall’unica forma di amore indistruttibile, quella che continua a bollire anche quando crediamo che il tino sia vuoto: l’amore di sé e per sé.
È Polina, quello che potremmo definire il “personaggio rivelazione” del romanzo, a rianimare la collega impaurita, a farle capire che la vita è fatta di trappole che non vediamo ad occhio nudo, ma che servono a costringerci a chiedere aiuto, a tirare fuori la parte nascosta di noi, quella che piange che trema che soffre, ma che ha ancora voglia di andare avanti.
Ed è così che Il contrario dell’amore rivela un altro suo punto forte: l’umanità, quella solidarietà tra esseri umani prima ancora che tra donne, che scalza le ombre della paura e della delusione.
Katia, l’amica di sempre, la collega parrucchiera che aspirava ad una carriera da tronista nel programma Uomini e Donne, si rivelerà soltanto alla fine, quando il pericolo si farà più concreto.
Lascerà Eva in balìa dei suoi guai, mentre Polina, la rigida e solitaria Polina, aiuterà la ragazza nel suo momento più fragile, essendo stata, lei stessa, già vittima di simili violenze, fisiche e ancor prima psicologiche.
Con la forza dell’affetto familiare, con l’aiuto della Casa delle Donne e soprattutto con la tenacia della verità, Eva riaffiora dal tunnel del senso di colpa, riesce a denunciare e a ricominciare da capo, senza scappare, perché – ed è ancora una volta Nina a scuoterla dal torpore e a riportarla prepotentemente alla vita – “Siamo noi, i più forti, mamma”.
Elaborato con uno stile asciutto e conciso, che riesce a mettere da parte inutili orpelli e ad arrivare dritto al cuore di chi legge, Il contrario dell’amore porta con sé una carica emotiva non indifferente, sapientemente gestita da Sabrina Rondinelli, matura e pronta a mostrare gli artigli dell’amore, quello autentico.
La realtà quotidiana emerge in modo forte e deciso: la Rondinelli porta a galla le debolezze del nostro tempo, le fragilità di una società che si nasconde dietro un sorriso di plastica. Non guasta quel pizzico di ironia che si trasforma in autoironia quando è Eva a parlare, e che strappa, di tanto in tanto, un sorriso al lettore.
Un romanzo coraggioso, che aiuta a capire e a prevenire senza perdere il sorriso, e soprattutto senza perdere la dolcezza dell’amore.
Il contrario dell’amore
Sabrina Rondinelli
Indiana Editore, 2014
pp. 267