Quando l’amore diventa violenza: intervista a Sabrina Rondinelli

Tempo di lettura 4 minuti

Prosegue il successo letterario per Sabrina Rondinelli, autrice del libro Il contrario dell’amore, che sceglie di raccontarsi e di parlare con noi di stalking e violenza sulle donne

di Giulia Ciarapica 

fonte immagine: letteradonna.it

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“Pensavo che non è vero che la cosa più importante della vita è l’amore: è la libertà, la cosa più importante, perché se non ce l’hai, non sei libera neanche di amare”.

Amore e libertà, le due parole fondamentali della vita di un uomo, della vita di una donna, della vita dell’essere umano. Parole che pesano come macigni e che sembrano leggere come l’aria, parole su cui Sabrina Rondinelli sceglie, con grande coraggio, di riflettere, e lo fa scolpendo un romanzo forte e duro come la vita.

Il contrario dell’amore ( Indiana editore ) è l’ultimo lavoro della Rondinelli, un romanzo in cui si parla di stalking, di violenza psicologica e della difficoltà di accettare prima di tutti i propri errori.

L’autrice sceglie di parlare con noi del suo libro e di raccontare un po’ di se stessa e delle motivazioni che l’hanno spinta a parlare di un tema così importante e così delicato.

Sabrina, Il contrario dell’amore (di cui abbiamo parlato recentemente su Ghigliottina.it la scorsa settimana, nda) è un libro molto forte, duro, sebbene la storia venga narrata con uno stile che lascia spazio anche all’ironia. Parliamo di stalking e delle conseguenze fisiche e psicologiche che si riverberano sulle vittime. Si tratta di un testo ispirato ad una tua realtà passata? Quanto c’è di autobiografico?
Anch’io sono stata toccata da un’esperienza di stalking, però la persecuzione non è arrivata da un ex-partner, come accade nel romanzo e nella maggior parte dei casi. Mi sono discostata il più possibile dall’autobiografia perché non volevo essere autoreferenziale, anzi ho cercare di trasformare l’esperienza personale in una storia universale che potesse essere utile ad altre donne, anche molto diverse da me. Di autobiografico ci sono i sentimenti: la rabbia, la paura, il senso di impotenza e poi la voglia di lottare e venire fuori dall’incubo.

“È che io ho un problema con gli sbagli: non capisco mai quando sto per farne uno”. Qual è lo sbaglio più grande che Eva, la protagonista del romanzo, ha commesso in tutto il corso della vicenda? Quello di assecondare inizialmente le ossessioni dello stalker, quello di non dire tutto subito alla propria famiglia?
Lo sbaglio più grande di Eva è quello di non volersi bene abbastanza. Lei cerca la conferma di valere qualcosa nella relazione con un uomo e per questo è la vittima perfetta per uno stalker. Certo, chiaramente poi sbaglia quando spera di cavarsela da sola assecondando lo stalker anziché chiedere aiuto ai suoi cari e alle forze dell’ordine.

Uno dei primi sentimenti che la vittima prova quando subisce vessazioni psicologiche di questo tipo è quello della colpa, perché sente di avere addosso la responsabilità della follia dello stalker. Come descriveresti questo stato d’animo? Da dove nasce, e perché?
Scattano meccanismi del tipo: “Poverino, quanto lo sto facendo soffrire. Lui è così innamorato…” ,“In fondo me lo sono scelto io..”, “Come ho fatto a non accorgermi prima che era fuori di testa?”. O ancora peggio: “Se mi picchia, o mi perseguita, è perché me lo merito”.

Qual è, secondo te, il confine dove finisce l’amore ed inizia la paura? E cosa ti sentiresti di dire alle donne che leggono per la prima volta il tuo libro e, magari, si rivedono in Eva e nel suo terrore?
La paura la senti, non puoi sbagliarti, ma bisogna essere più forti della paura e comportarsi come dei supereroi, che non a caso hanno un ruolo determinante nel romanzo. Tutte le donne sono, almeno un po’, supereroi, o meglio supereroine.

Quale significato ha la figura di Polina, quello che potremmo definire quasi un “personaggio rivelazione”, all’interno del romanzo?
Polina rappresenta la solidarietà tra le donne. E noi donne dovremmo imparare a essere più solidali tra di noi, altrimenti gli uomini continueranno a dominarci.

Sabrina, dopo aver scritto diversi libri per bambini e ragazzi, questo è il tuo primo romanzo per adulti. Hai progetti futuri che vuoi rivelarci? Un nuovo romanzo che investa altre problematiche sociali? Ed infine, hai mai pensato ad un progetto cinematografico de Il contrario dell’amore? Se sì, come te lo immagini?
Il mio prossimo romanzo – anche questo per un pubblico adulto – avrà come protagonista una donna che ha rinunciato ad amare. Semplicemente, dopo una serie di relazioni deludenti e fallimentari, si è convinta che sta molto meglio sola, senza un uomo. Ci sono un sacco di donne che rinunciano ad amare quando ancora avrebbero tanto da dare, quando potrebbero fare felice un altro essere umano, oltre che se stesse. E c’è un altro tema centrale nella storia, un tema che mi sta talmente a cuore che non so se ne esco viva. Ma è venuto per me il momento di tirarlo fuori. Non posso dirvi qual è però, perché il lettore lo scoprirà solo dopo. Il contrario dell’amore al cinema? Perché no? Qualche regista interessato al progetto è in linea? Nel caso, non esiti a contattarmi!

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Una risposta

  1. 17 Luglio 2015

    […] – Quando l’amore diventa violenza: intervista a Sabrina Rondinelli, http://www.ghigliottina.it/2015/06/15/quando-lamore-diventa-violenza-intervista-sabrina-rondinelli/ […]

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