Pluralismo religioso e integrazione per una città a misura di tutti
A Roma i luoghi di culto diventano punto di partenza per costruire percorsi di dialogo e conoscenza, e Torpignattara diventa possibile modello di integrazione grazie al progetto “Luoghi comuni, luoghi in comune”, promosso dal Centro Astalli
Sono tra le realtà meno conosciute della città, ma rappresentano preziosi punti di riferimento per la comunità. Sono i luoghi di preghiera e di culto di Roma, una metropoli multietnica, multiculturale e multireligiosa in cui chiese, templi, moschee svolgono un’importante attività di sostegno, inclusione sociale e dialogo e facilitando il percorso di integrazione delle comunità di stranieri.
Parte da qui il progetto “Luoghi comuni, luoghi in comune. Percorsi di dialogo e conoscenza a partire dai luoghi di culto della provincia di Roma”, finanziato dal Fondo europeo per l’integrazione di cittadini di Paesi terzi, e coordinato dal Centro Astalli insieme a CRS – Cooperativa Roma Solidarietà della Caritas con la collaborazione del Master in Religioni e mediazione culturale Dipartimento di Storia, Culture, Religioni dell’Università “La Sapienza” di Roma. Il progetto, presentato il 22 giugno, ha lo scopo di far conoscere alla popolazione italiana i luoghi di preghiera e di culto delle comunità straniere e rappresenta una risposta ai pregiudizi, alle incomprensioni e alle barriere generate dalle informazioni spesso scorrette e parziali e dal linguaggio approssimativo dei mass media.
“Il progetto ha voluto sperimentare un modello di alleanza strategica per la promozione dei percorsi di integrazione tra comunità straniere, enti promotori e agenzie educative sul territorio, a partire dalla scuola pubblica”, spiega Chiara Peri del Centro Astalli, coordinatrice del progetto. Per favorire la consapevolezza e la conoscenza reciproca, le comunità di fedeli sono state coinvolte direttamente nelle numerose attività proposte e illustrate nei video Dialogo interreligioso a scuola e Percorsi di dialogo, realizzati da Artigiani digitali: incontri di orientamento e formazione-informazione per i cittadini stranieri; moduli didattici per studenti, docenti, genitori, educatori; incontri nelle classi; visite ai luoghi di culto.
“Luoghi comuni, luoghi in comune” comprende la ricerca su campo condotta da Carmelo Russo e Francesco Tamburrino in uno dei quartieri simbolo di Roma: Torpignattara, caratterizzato da sempre da un’alta densità migratoria. La ricerca, condotta attraverso osservazioni e interviste su campo, racconta le realtà religiose e le complessità del quartiere, che conta quattro parrocchie cattoliche, quattro “moschee”, tre chiese pentecostali, due templi hindu e uno buddhista. La sua microstoria, raccontata da nel video Torpignattara è tutta Italia, è rappresentativa di un territorio più ampio e diventa il tassello di un mosaico di ricerche sui luoghi religiosi negli spazi urbani in Europa, come precisa la professoressa Mariachiara Giorda, intervenuta alla presentazione insieme alla professoressa Laura Faranda, a Marco Accorinti, responsabile del monitoraggio del progetto, e all’onorevole Khalid Chaouki.
La forza del progetto non sta solo nell’invito a ripensare la città come reti di persone e ai rapporti con altre religioni, come hanno evidenziato Sergio Botta e Alessandro Saggioro di “La Sapienza”, ma anche nella possibilità di arricchimento e apertura, di lavorare insieme e avvicinare diverse comunità, consolidando così il tessuto sociale.
Il lavoro coordinato dal centro Astalli ha infatti aperto la strada a nuovi percorsi a favore della collaborazione e del dialogo interreligioso. “Le relazioni tra le comunità e i partner del progetto si sono consolidate e approfondite, gettando le premesse per future collaborazioni”, conferma Chiara Peri. “Un dialogo interreligioso fatto di scambi concreti e di obiettivi condivisi può, ne siamo sempre più convinti, essere davvero il metodo privilegiato per ri-costruire una cittadinanza inclusiva e sentita, capace di ispirare, specialmente alle nuove generazioni, un senso di appartenenza più solido e il desiderio di rendersi positivamente protagonisti nelle sfide del vivere insieme quotidiano, nel segno del bene comune”.
In quest’ottica, un quartiere come Toroignattara, “se supportato da politiche inclusive e lungimiranti, può rappresentare un modello di integrazione replicabile in altre zone della città”, afferma Camillo Ripamonti sj, presidente Centro Astalli. “È quanto mai urgente uno sforzo politico costante affinché le periferie geografiche non diventino anche periferie umane. A ciascuno è richiesto l’impegno a creare un terreno comune in cui la multiculturalità e il pluralismo religioso siano le fondamenta su cui costruire una città nuova a misura di tutti”.
La ricerca è disponibile in formato ePub e pdf nella sezione “Pubblicazioni” del sito www.centroastalli.it