Parco della Biodiversità, polmone verde della Calabria
Il Parco della Biodiversità Mediterranea occupa un’area di 60 ettari nel cuore della città di Catanzaro. Un piccolo ecosistema in cui, alle attrattive di flora e fauna, si somma un ricco patrimonio culturale. Ospita un museo “all’aperto” d’arte contemporanea e un Museo Storico Militare. Una vera eccellenza tutta calabrese
A 100 metri sul livello del mare, su una superficie di 60 ettari, nel cuore della città di Catanzaro, sorge il Parco della Biodiversità Mediterranea. Inaugurato nel 2004, l’area è frutto di una sapiente riqualificazione ambientale della vecchia azienda della Scuola Agraria. Il parco si presenta ai suoi visitatori come un piccolo ecosistema, con ampie zone tematiche. Il patrimonio botanico è ricchissimo: sono presenti, infatti, 50.000 varietà di piante tipiche della macchia mediterranea.
Il giardino all’italiana propone 20.000 specie di piante da siepi e tappezzanti, 2.000 piante d’alto fusto, 200 specie arboree e 100 acquatiche. Addentrandosi nel parco ci s’imbatte nel museo open air di arte contemporanea, dal forte impatto visivo. Tra le installazioni più importanti quelle di Dennis Oppenheim (Electric Kisses), Tony Cragg (Cast glance), Jan Fabre (De man de wolken meet), Mimmo Paladino (Testimoni), le sette sculture in ferro del ciclo Time Horizon di Antony Gormley, una betoniera di Wim Delvoye, Totem di Marc Quinn, un dittico in bronzo dipinto di Stephan Balkenhol raffigurante un uomo e una ballerina. È inoltre presente un anfiteatro di 700 posti, studiato per rappresentazioni all’aperto.
Ma è nella zona della Valle dei Mulini che si entra, però, a contatto con la parte più selvaggia e suggestiva del Parco. È qui che si assapora la vera essenza mediterranea: 48 ettari di ricca vegetazione, tra sentieri panoramici e tortuosi, le gole di un torrente, un vecchio mulino ad acqua fino a valle dove troviamo un importante centro ippico, sede di numerosi concorsi nazionali.
Per garantire un totale equilibrio ecologico all’interno del Parco sono utilizzati veicoli elettrici a emissione zero, si riciclano gli scarti di potatura, il sistema d’irrigazione è a basso consumo d’acqua e la cattività di alcune specie animali è dovuta all’impossibilità di vivere liberi. Si possono così ammirare gufi reali, vari esemplari di pappagalli, aquile, gru coronate e un grifone del Pollino. All’interno del Parco non poteva mancare la dimensione ludica, con ampie aree studiate e attrezzate per il divertimento dei bambini.
Il Parco della Biodiversità Mediterranea, nella sua molteplice identità, ospita il Museo Storico Militare Brigata Catanzaro (MUSMI). La rilevanza culturale di questo Museo delle Armi ci ha portati a intervistare la Dott.ssa Daniela Pietragalla, Responsabile Servizi Educativi e Culturali Rapporti Istituzionali MUSMI
Come e perché nasce il Musmi?
L’idea di costituire un Museo Storico Militare nasce nel 2006 dalla volontà dell’allora Presidente della Provincia, Michele Traversa, di evitare la dispersione e il degrado dei cimeli storici di proprietà dell’Ente valorizzandoli e integrandoli con la memoria storica del territorio di riferimento. Così, nell’aprile del 2007 è stato inaugurato il MUSMI, frutto della sinergia tra raccolte pubbliche e collezioni private, donate o date in prestito da numerosi collezionisti e famiglie che, rispondendo all’appello dell’Ente, hanno voluto fornire il loro preziosissimo contributo per la ricostruzione di un pezzo di storia del territorio attraverso gli oggetti della memoria, finalizzata alla diffusione della conoscenza della storia e di una cultura di pace.
Ci illustra brevemente com’è organizzato il museo e le collezioni presenti?
Il MUSMI è un museo specialistico che custodisce cimeli, armi e divise relativi ad un periodo che va dall’Ottocento alla Seconda Guerra Mondiale. Situato all’interno del Parco della Biodiversità Mediterranea, il Museo si sviluppa su due piani secondo un criterio cronologico: al piano inferiore trovano spazio i pezzi relativi all’epoca ottocentesca (napoleonica, pre e post unitaria), mentre il primo piano è dedicato ai cimeli del periodo successivo fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Il materiale esposto comprende armi, uniformi, diorami e varie testimonianze di vita quotidiana (riviste d’epoca, materiale propagandistico, lettere, fotografie, quadri, onorificenze, documenti privati e oggetti d’uso comune riconducibili sia alla vita civile che a quella militare). All’interno, inoltre, il Museo Storico della Guardia di Finanza di Roma ha realizzato un’area permanente che documenta la presenza del Corpo in Calabria a partire dai primi anni dell’Ottocento.
Che tipologia di visitatori frequenta il museo?
Il MUSMI ha una tipologia di visitatori abbastanza eterogenea con una prevalenza delle scuole di ogni ordine e grado. La forte vocazione didattica del Museo si riflette, del resto, nelle attività culturali – convegni, percorsi formativi, mostre, bandi di concorso – rivolte sia a studenti sia a docenti, fin dall’inizio organizzate con il coinvolgimento di esperti e studiosi di varie università italiane.
All’interno del museo è stata riprodotta una trincea della Grande Guerra. Ci racconta che impatto ha sui visitatori?
La trincea è un allestimento scenografico che, attraverso effetti visivi e sonori di impressionante realismo, documenta le difficili condizioni di vita al fronte. È difficile che qualcuno possa rimanere indifferente di fronte ad una installazione che riproducendo assordanti rumori, odori pungenti e luci angoscianti, ha lo scopo di far comprendere, al di là di ogni retorica, lo strazio effettivo della vita quotidiana in spazi angusti e precari, e tutto l’orrore della guerra. Le reazioni sono sempre di grande partecipazione emotiva.
Il Parco è inoltre sede del CRAS (Centro Recupero Animali Selvatici). Il capitano della Polizia Provinciale (che svolge servizio di recupero degli animali selvatici in difficoltà), Giuseppe Lacroce, ha risposto ad alcune domande.
Ci spiega brevemente in che cosa consiste la vostra attività?
Tutto è iniziato nel novembre 2005, quando il CRAS dell’Amministrazione Provinciale di Catanzaro ha iniziato ad operare all’interno del Parco della Biodiversità Mediterranea. L’attività è rivolta al recupero e riabilitazione degli animali selvatici in difficoltà. In particolare svolge interventi di pronto soccorso e attività di primo livello, degenza degli esemplari soccorsi, mantenimento di esemplari irrecuperabili. La salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità animale sono le principali tematiche su cui il CRAS basa la propria attività. Salvaguardia, dunque, intesa come tutela del patrimonio faunistico nell’interesse della comunità nazionale e internazionale, non solo attraverso la riabilitazione clinica e la successiva liberazione nelle zone naturali, nei periodi crono-climatici idonei, per le specie selvatiche autoctone rinvenute in condizioni di difficoltà (feriti, traumatizzati, orfani, immaturi, etc.), ma anche attraverso l’impegno ad arginare il dilagare di specie alloctone.
Che tipologia e quanti animali selvatici avete recuperato e curato dall’inizio del vostro lavoro all’interno del Parco della Biodiversità Mediterranea?
Da novembre 2005 a dicembre 2014, su un totale di 3.600 animali, tra uccelli, mammiferi e rettili, transitati presso il CRAS, oltre 1.700 sono stati gli esemplari completamente riabilitati e reimmessi in natura. Nel corso del primo semestre del 2015 si è assistito a un sensibile incremento nelle liberazioni. Nel suddetto periodo sono stati ricoverati, presso la clinica del CRAS, 189 animali selvatici, di questi 130 sono stati reinseriti nell’ambiente naturale.
L’attività di salvaguardia della biodiversità animale passa anche attraverso percorsi educativi indirizzati alle giovani generazioni?
È attraverso visite guidate che sono stati creati dei veri e propri percorsi di educazione ambientale per i ragazzi in età scolare atti a stimolare i giovani, mediante l’esplorazione, l’osservazione e il contatto, a familiarizzare con “il mondo degli animali selvatici”, -ormai sconosciuto a causa dei frenetici “ritmi moderni” – e a far comprendere il valore della biodiversità, l’importanza della consapevole conservazione e responsabilità nei confronti della natura, da possedere e tramandare alle future generazioni. Non solo tutela ma anche promozione del paesaggio della Biodiversità calabrese: a sancirla è stata la convenzione stipulata tra il CRAS di Catanzaro e il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali – CFS – Ufficio Territoriale Biodiversità, per la realizzazione di attività condivise finalizzate alla promozione delle aree protette della Sila Catanzarese.
Il Parco della Biodiversità Mediterranea racchiude nel suo ecosistema un esempio di rispetto dell’ambiente e valorizzazione della biodiversità, una vera eccellenza tutta calabrese.