Mafia Capitale, la calda estate di Roma
Dopo la prima ondata di arresti, non si fermano le indagini che hanno portato alla scoperta del “Mondo di mezzo”
L’estate romana non ha mai avuto un inizio così caldo. Lo scorso 4 giugno una seconda ondata di arresti ha portato alla luce nuove attività criminali e persone coinvolte nella rete corruttiva facente capo a Massimo Carminati. Per 44 persone è scattata l’ordinanza di custodia cautelare nelle province di Roma, Rieti, Frosinone, L’Aquila, Catania ed Enna. Le accuse contestate sono di associazione per delinquere di tipo mafioso, corruzione, turbativa d’asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori e altri reati. Tra gli arrestati ci sono anche il Consigliere regionale di FI, Luca Gramazio, l’ex Presidente dell’Assemblea capitolina, Mirko Coratti, l’ex Assessore alle Politiche abitative Daniele Ozzimo, Giordano Tredicine e l’ex Presidente del Municipio di Ostia, Andrea Tassone.
Le indagini hanno evidenziato l’esistenza di un’associazione mafiosa attiva nella Capitale che operava da collante fra organizzazioni criminali ed esponenti della vita politica, amministrativa e imprenditoriale romana, il cosiddetto “Mondo di mezzo”. In una nota, diffusa a margine dell’ordinanza firmata dall’Ufficio del giudice delle indagini preliminari, si legge che le indagini hanno fatto emergere un ramificato sistema corruttivo finalizzato a favorire un cartello d’imprese interessato alla gestione dei centri di accoglienza e ai finanziamenti pubblici legato ai flussi migratori.
“Questa seconda fase dell’indagine su Mafia Capitale dimostra che il livello di corruzione nella politica è incredibile e che l’immagine che se ne ricava di un’amministrazione pubblica ostaggio dei corrotti purtroppo non è sbagliata“, ha commentato Raffaele Cantone, numero uno dell’Autorità nazionale anticorruzione.
Il Sindaco di Roma Ignazio Marino, intanto, è finito di nuovo nell’occhio del ciclone. Incalzato da Matteo Renzi, che ha dichiarato: “Se sa governare governi, o vada a casa”, dalla data degli arresti, numerose sono state le manifestazioni di protesta guidate da esponenti del Movimento 5 Stelle e Casa Pound, che ne chiedono le dimissioni. La sera del 27 giugno, allo slogan di “Fuori la mafia da Roma”, il M5S ha organizzato ad Ostia una “Fiaccolata della legalità” durante la quale è intervenuto Beppe Grillo che ha sferrato il suo attacco contro il Partito Democratico, dichiarando: “Qualsiasi sindaco se lo lasci lì vent’anni fa il suo abuso di ufficio. Il falso ideologico di oggi è il PD”.
In una situazione già di per se delicata, sono arrivate anche le dimissioni dell’Assessore alla mobilità Guido Improta, che rendono sempre più reale, l’ipotesi di un rimpasto della Giunta capitolina. A seguito delle minacce ricevute tramite una lettera contenente un proiettile e intercettata al centro di smistamento postale di Fiumicino, Ignazio Marino è stato messo sotto scorta così come Matteo Orfini, Presidente del PD e Commissario del partito a Roma dal dicembre 2014.
Dopo la prima ondata di Mafia Capitale, la Federazione romana del PD è stata infatti commissariata e affidata a Orfini che, come primo passo, ha avviato una mappatura dei 110 circoli PD a Roma. Attraverso lo studio “Luoghi ideali” si è cercato di elaborare una panoramica dello stato di salute dei circoli del partito, valutandoli non sulla legalità, bensì sull’azione politica, avendo a mente le caratteristiche di un “buon circolo di partito” così definito: un luogo aperto ai cittadini, interprete dei loro bisogni e delle loro idee e non strumento dell’Amministrazione o proprietà di un capo, dove l’interesse collettivo prevale sugli interessi particolari, capace di progettare, e organizzato per farlo. Il rapporto, costituisce dunque un tentativo di rendere più trasparente l’azione del partito sul territorio e di migliorare gli aspetti che ne indeboliscono l’efficacia.
Nonostante i dissapori, la tensione, il fuoco incrociato che il Sindaco tenta di schivare ormai quotidianamente, Marino rilancia con forza il suo ruolo e dal palco della Festa dell’Unità di Roma ha dichiarato: “Ho un dovere morale. Non posso fare un passo indietro neanche di un millimetro. Io non sono stato eletto dai capibastone ma da voi cittadini. Io non vi tradirò. Andremo avanti fino al 2023 e faremo lì il nostro bilancio”.
Una frase audace, di sfida, di chi vuole mostrare di avere ancora tutto sotto controllo. Lo scorso venerdì, in Piazza del Campidoglio ha avuto luogo un flash mob al quale hanno aderito alcuni circoli PD e della “Lista Civica Marino” che si sono ritrovati per rinnovare la fiducia nei confronti del sindaco allo slogan di “Io sto con Marino”.
Ma non saranno le frasi, i motti di una parta o dell’altra, la conta dei partecipanti alle rispettive manifestazioni a parlare: saranno, in questa calda estate e in autunno che si preannuncia altrettanto bollente, i fatti. Il Giubileo alle porte, con una stretta collaborazione fra il Sindaco di Roma e il Prefetto Gabrielli, accordo voluto dal governo che suona tanto di commissariamento nella gestione dell’evento; una candidatura alle Olimpiadi da portare avanti e già nata in un clima di dissenso, con un’Assemblea Capitolina che non è riuscita ad approvarne l’atto all’unanimità.
Le sorti del PD romano, da ricostruire e far ripartire; e non da ultimo, una città da gestire, con un occhio sempre attento al bilancio. Saranno queste sfide a parlare e a decidere le sorti non solo del Sindaco ma di tutti i soggetti coinvolti nella gestione di questa città che ancora è in attesa di poter ricoprire a testa alta quel ruolo di Capitale che tanto merita.