Ley Mordaza: Rajoy imbavaglia gli spagnoli

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In vigore la riforma sulla Sicurezza Pubblica, Legge Bavaglio per opposizione ed attivisti che punisce manifestazioni e dissenso pubblico

di Sara Gullace

Ley MordazaIl Governo Rajoy porta indietro la Spagna di alcuni decenni, con l’entrata in vigore della Legge per la Sicurezza Cittadina. Dallo scorso mercoledì 1 Luglio, infatti, è esecutiva una nuova legge che opposizione ed opionine pubblica hanno ribattezzato “Ley Mordaza” – ossia Legge Bavaglio. Libertà di manifestazione ed ordine pubblico diventano sempre più incompatibili. Minacciata anche la libertà di espressione.

La Ley Mordaza era stata proposta nel Novembre 2013 dagli Interni: in 13 mesi è stata dibattuta, contestata, soggetta a ricorso al Tribunale Costituzionale, fino ad essere in buona parte rivista rispetto al progetto iniziale, molto più coercitivo – in alcuni passaggi si è arrivati a parlare di “oltraggio alla Spagna”.

La versione approvata lo scorso Dicembre presenta 44 comportamenti punibili con multe da 100 a 600 mila euro, a seconda della gravità della violazione. Sostenuta solamente da parlamentari del Partito Popolare (maggioranza al Governo) è già annoverata nella lista delle leggi da derogare da parte dei socialisti (PSOE) qualora tornassero alla maggioranza.

Ci ricordiamo dei video di YouTube di manganellate e sfollamenti durante le manifestazioni degli Indignados di un paio d’anni fa? Se all’epoca avevamo pensato fosse un canale di informazione alternativa, adesso potremmo dovervi rinunciare. Infatti, pubblicare in rete immagini e video di polizia e agenti dell’ordine in azione è annoverato tra i reati gravi contemplati dalla Ley Mordaza –  sanzionabile fino a 30 mila euro. Ugualmente gravi le manifestazioni davanti a Parlamento e Senato (quand’anche non siano riuniti), così come l’ostacolare sfollamenti e disoccupazioni di edifici. Anche la mancata identificazione e la resistenza a pubblico ufficiale saranno considerati reati di maggior rilievo.

Più tolleranza, invece, se si decide di incatenarsi, legarsi, barricarsi in luoghi ed edifici pubblici: la pena potrebbe arrivare fino a 600 euro. Toccate da vicino associazioni come Greenpeace o No Somos Delito che, infatti, hanno manifestato il loro dissenso scendendo in piazza il 30 Giugno. Ultima data utile per non venire colti in flagrante.

Queste, solo alcune delle nuove limitazioni previste dalla cosiddetta Ley Mordaza. Le più ricorrenti e le più sperimentate dal Governo locale che, tra crisi e indipendenze, si è trovato negli ultimi anni a fornteggiare più di una difficile situazione davanti all’opinione pubblica.

L’incostituzionalità che sostiene l’opposizione risiede, innanzitutto, nel fatto che le condotte che verranno punite non saranno preventivamente valutate dai giudici: in contrapposizione con 3 articoli della costituzione che parlano di Principio di legalità, Sicurezza giuridica e controllo giudiziale. Tesi sostenuta anche da Magistratura e Pubblica Accusa.

Incostituzionale, inoltre, relativamente ai diritti individuali in tema di dignità fisica, morale e relazionale nonchè il diritto di espressione e la libertà di informazione. Obiezioni condivise anche dall’ONU: a Febbraio, infatti, l’organo di Procedimenti Speciali in ambito Diritti Umani, aveva chiesto ufficialmente alla Spagna di non procedere con l’approvazione in quanto aveva ritenuto il documento “una minaccia per i diritti e le libertà fondamentali deglii individui”. Le Nazioni Unite temevano che “la nuova legge sia una risposta del Governo alle manifestazioni degli ultimi anni che si sono verificare in Spagna”.

Davanti alle numerose manifestazioni pre-esecutività, il Governo ha sostenuto la leggitimità del diritto si sicurezza pubblica. Jorge Fernandez Diaz, Ministro degli Interni, ha chiosato sui manifestanti: “(Gli attiviti) hanno una concezione della convivenza pacifica e del diritto di riunione molto lontano da Legge e Costituzione”. E per il PP le nuove misure “Garantiranno sicurezza ai cittadini allontanando i violenti dai luoghi pubblici”.

Questa visione della sicurezza pubblica è poco condivisa: secondo un sondaggio reso pubblico da Metroscopia il giorno successivo all’entrata in vigore, gli elettori del PP sembrano non essere sulla stessa lunghezza d’onda dei loro dirigenti politici. Stando all’inchiesta, infatti, il 44% dei votanti del partito conservatore si dichiara contrario alla Ley Mordaza. Se questo è il sentimento pubblico, il PSOE e l’opposizione dovranno seriamente impegnarsi nella cancellazione della norma nel momento in cui riusciranno a tornare al comando.

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