Monte Grimano Terme: la bell’Italia del bookcrossing

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Ribattezzato il “paese del bookcrossing”, Monte Grimano Terme, piccolo borgo nel cuore del Montefeltro, diventa luogo di ritrovo per tutti gli amanti della lettura, ma a costo zero. Ne abbiamo parlato con il sindaco Luca Gorgolini

di Giulia Ciarapica

bookcrossing montegrimanoHa circa 1.200 abitanti, ha ottenuto il riconoscimento come uno dei borghi più belli d’Italia ed è stato ribattezzato paese del bookcrossing. Stiamo parlando di Monte Grimano Terme, piccolo comune sito nel cuore del Montefeltro, tra la Repubblica di San Marino e Urbino.

Il progetto del bookcrossing arriva dall’America in Europa, sbarcando oggi in Italia e, nello specifico, anche nei piccoli centri tra Emilia-Romagna e Marche. Ieri, mercoledì 8 luglio, il Giro d’Italia in 80 librerie ha fatto proprio tappa a Monte Grimano Terme, per parlare di bookcrossing.

Ma cos’è il bookcrossing? Ce ne parla Luca Gorgolini, sindaco di Monte Grimano e ideatore, insieme alla coordinatrice del progetto Sara Urbinati, del bookcrossing a Monte Grimano Terme.

Monte Grimano Terme è un piccolo comune dove non è presente una biblioteca né una libreria, ma, nonostante questo, la cittadina è stata denominata “paese del bookcrossing”, se non addirittura “capitale”. Cos’è il bookcrossing e da dove nasce l’idea di questo progetto a Monte Grimano?
Certamente Monte Grimano è un comune piccolissimo e che, appunto, non ha biblioteche né librerie. Partendo, dunque, da questo stato di difficoltà, abbiamo pensato che il progetto del bookcrossing potesse essere una buona idea per ovviare a queste mancanze. In realtà questo progetto si fonda, originariamente, sull’idea della libera circolazione dei libri – che vengono, appunto, presi, letti e poi liberati in una serie di punti di scambio – il tutto gestito da un sito web che permette di seguire la storia del libro e del suo passaggio da lettore a lettore in tutti i Paesi europei. Noi, invece – ed è proprio questa la peculiarità – non ci siamo basati semplicemente sullo spirito di avventura del singolo commerciante o cittadino, ma abbiamo voluto che questo progetto diventasse un tratto caratteristico del nostro comune. Dunque, è il comune stesso che ha attivato questi siti di scambio e si fa promotore nell’opera di mediazione tra chi dona i libri e chi li legge e poi li libera.

Qual è il luogo adibito a questo tipo di scambi? Dove trova, questo progetto, possibilità di sviluppo all’interno del comune?
Abbiamo circa una ventina di punti di scambio, posizionati negli esercizi commerciali e in dieci casette, color fucsia, realizzate da un artigiano locale. I cittadini e qualunque avventore che passi per Monte Grimano Terme, può recarsi in questi punti – è, chiaramente, presente una mappa per individuarli. Dal bookcrossing abbiamo agganciato, poi, anche tutta una serie di altri progetti che hanno funzionato da volano per il progetto stesso. Ad esempio abbiamo aperto dei punti di lettura all’interno dell’asilo e della scuola elementare, abbiamo avviato dei corsi per i lettori volontari delle province, presentazioni di libri, etc. In sostanza, abbiamo cercato di creare interesse attorno al libro come oggetto e attorno alla lettura stessa.

Luca Gorgolini, sindaco di Monte Grimano Terme

Luca Gorgolini, sindaco di Monte Grimano Terme

C’è dunque, indubbiamente, tanta voglia di leggere a Monte Grimano, a dispetto forse del fatto che le statistiche dicono che in Italia si legge poco. Secondo lei è vero?
Le statistiche effettivamente dicono che in Italia si legge poco, ed è però vero che, nel nostro caso, troviamo la conferma che delle buone pratiche e delle buone azioni politiche possono incentivare la lettura anche in un luogo come il nostro, privo di biblioteche e librerie. Si tratta di saper orientare l’attenzione, di crederci. Alla fine i risultati si vedono. Sono scelte, chiaramente: ad esempio noi abbiamo deciso, a Natale, di non regalare ai bambini giochi, ma libri.

Quali sono i tipi di libri che vengono letti? Qual è il genere che viene più richiesto rispetto ai libri presenti nei punti di scambio? Ed inoltre, quale fascia di età investe?
La bellezza del bookcrossing, in realtà, è proprio quella di non avere distinzioni fra i generi, poiché non ci sono scambi in base al genere letterario. Naturalmente, però, la narrativa resta il genere che viene privilegiato, anche se devo dire che c’è un buono scambio fra i testi di saggistica. E poi, chiaramente, ci sono i libri per ragazzi. La fascia di età, dunque, è ampia e va dai più giovani ai più anziani. Il fatto di vedere gente matura, con una preparazione culturale e scolastica modesta, avvicinarsi con curiosità alle casette dei libri e sfogliarne uno, seduta su una panchina della terrazza letteraria, è già un piccolo successo.

Qual è stato il programma dell’incontro di mercoledì 8 luglio? Come si è svolto e chi ha partecipato?
La giornata è partita alle 18.30, con una passeggiata letteraria: siamo stati accompagnati da alcuni asini che hanno portato dei libri. Un momento, ovviamente, dedicato soprattutto ai più piccoli e ai volontari di Nati per Leggere. Siamo arrivati, dunque, nel cuore del paese, dove abbiamo trovato bibliotecari, autori ed editori che hanno letto, accanto alle casette dei libri, un brano del loro libro più caro, che poi hanno donato. Siamo arrivati dunque nel centro storico del paese, siamo saliti in piazza Garibaldi, dove erano presenti gli amici del Club Sofà and Carpet di Jane Austen da Riccione, i quali hanno letto alcuni brani da una delle terrazze della piazza. Siamo poi scesi nel piazzale del turismo, dove si è tenuto un piccolo rinfresco offerto da tutti i partecipanti, per completare la serata scambiandoci delle impressioni sulla giornata e continuando a parlare di letteratura.

Dopo il progetto del bookcrossing e rispetto alle iniziative che il comune ha già lanciato in ambito letterario, ci saranno altre proposte che investiranno a pieno il settore culturale e dell’arte in generale?
Vorremmo cercare di caratterizzarci come “borgo delle arti”. Il tentativo è quello di ospitare, anno dopo anno, degli artisti che nei loro paesi – per via di ragioni razziali, di censura o legati alla religione – non possono esprimersi liberamente. Si tratta di un progetto molto ambizioso, che però segue questa idea di fare di Monte Grimano Terme una piccola casa della cultura.

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