Giunta Marino, è caos
Lascia il Vicesindaco Luigi Nieri, Ignazio Marino alla ricerca di un nuovo numero due. Intanto, la vita nella Capitale è sempre più difficile
Volontarie e irrevocabili. Così Luigi Nieri, Vicensindaco di Roma, ha definito le sue dimissioni rassegnate in una lettera pubblicata sul sito dell’amministrazione comunale, la scorsa settimana.
Pur non essendo indagato in “Mafia Capitale”, nonostante il suo nome compaia nelle intercettazioni e nella relazione del Prefetto Gabrielli sui rapporti di Salvatore Buzzi, Luigi Nieri, vicesindaco di Ignazio Marino, la settimana scorsa ha deciso di lasciare la giunta per “amore nei confronti di Roma”.
Secondo Nieri “l’amministrazione Marino va difesa a tutti costi. Proprio per questo, non posso più tollerare che la mia persona sia usata, in maniera volgare e oscena, come strumento per attaccare Roma e un’amministrazione che ha fatto battaglie di cui la sinistra italiana può andare fiera”.
“Se avessi pensato soltanto a me, avrei continuato senza farmi scalfire da nulla – prosegue Nieri nella lettera –. Ho le spalle larghe. Ma ormai è evidente che certi poteri, certe realtà che hanno sempre avuto interessi sulla città, condizionandone le scelte. Poteri che io ho incessantemente combattuto, sin da ragazzo, hanno fatto di me il bersaglio perenne di attacchi che non si sono limitati a colpire la mia persona ma si sono spinti oltre per tentare di inquinare l’immagine dell’intera amministrazione di Roma e anche quella del mio partito, Sel, mai coinvolto in alcuna inchiesta giudiziaria”. Parole amare quelle dell’ormai ex vicesindaco, che confermano quanto la situazione della gestione della Capitale sia critica.
“Io non ci sto, lascio per impraticabilità di campo, perché non intendo prestarmi neanche per un giorno di più a questo gioco al massacro. Con il mio passo indietro, confermo la mi più grande fiducia e stima nei confronti del mio Sindaco, di Ignazio Marino, che credo e spero possa continuare le battaglie politiche di sinistra che questa città merita e che io esigo per Roma“.
Da qualche giorno è quindi scattato in città il “toto-nomi” dei possibili sostituti di Nieri. In vista di un rimpasto della giunta che mirerà a reintrodurre nella compagine governativa anche Sel, i principali candidati alla carica di Vicesindaco sono Alfonso Sabella, attuale Assessore alla legalità del Comune di Roma, Guido Improta, Assessore ai trasporti che di recente ha dato le sue dimissioni, Marco Causi, già Assessore della giunta Veltroni, e il parlamentare Roberto Giachetti.
Si attendono, inoltre, le conclusioni del Ministro dell’Interno Angelino Alfano su Mafia Capitale, a seguito delle quali si procederà alla creazione di una nuova giunta, sempre nel caso in cui il Comune non venga sciolto per mafia: “Daremo una risposta 24 ore dopo quella di Alfano – ha dichiarato il Commissario del PD di Roma, Matteo Orfini – Se si scioglie il Comune, non si fa nessuna nuova giunta, altrimenti c’è la fase due”.
Nel frattempo, c’è una città da mandare avanti e anche se le ferie estive si avvicinano, i disagi per i cittadini romani non sembrano diminuire. Da alcune settimane, le linee della metro A e B e quella ferroviaria della Roma-Lido sono fortemente rallentate. Alcuni macchinisti di Atac hanno infatti deciso di non assicurare il servizio per protestare, stando a quanto dichiarato da Marino stesso, contro l’aumento delle ore lavorative da 700 a 950 e l’introduzione del badge di riconoscimento.
Secondo i macchinisti e gli impiegati Atac invece, la protesta nasce dall’insoddisfazione di lavorare in condizioni difficili, su mezzi ormai datati, che mettono a rischio la loro incolumità e quella dei passeggeri. Quale che siano le ragioni, la Procura di Roma, nelle vesti dei magistrati del pool per la pubblica amministrazione coordinati da Francesco Caporale, ha aperto un fascicolo senza ipotesi di reato, a seguito dell’esposto presentato dal Codacons.
Il clima in città viene inoltre inasprito da quel “tritacarne mediatico che vomita ogni giorno articoli per metter all’angolo l’amministrazione Marino”, citando qualche riga della lettera di dimissioni di Luigi Nieri. La scorsa settimana, un bimbo di quattro anni è morto cadendo accidentalmente nel vano ascensore della fermata Furio Camillo della Metro A, mentre gli addetti alla sicurezza stavano tentando di tirarlo fuori insieme alla sua mamma, dall’ascensore rimasto bloccato.
L’infelice titolo con il quale “Libero” ha annunciato la notizia (“La metro di Marino uccide un bimbo”) non è rimasto indifferente ai più e ha provocato numerose reazioni di sdegno. Tuttavia, quel titolo è solo uno dei tanti esempi di giornalismo distruttivo e fine a se stesso che non fa altro che alimentare malumori e rabbia in un clima sociale già complesso.
Un giornalismo che utilizza una tragedia, i sentimenti e la dignità di una famiglia distrutta dal dolore per attaccare i propri avversari è un giornalismo alla deriva. E per quanto Roma, con i suoi problemi e i suoi disagi, sembra stia andando nella stessa direzione, non è una città che merita di essere palcoscenico di tali tristi teatrini.