Volley: c’era una volta la Nazionale del Secolo
Una delle squadre di volley più forti di sempre. Vi raccontiamo la generazione di fenomeni dell’Italia, il dualismo con Cuba che col tempo sarebbe diventato l’equivalente del calcistico Italia-Germania. Vi raccontiamo la “Nazionale del secolo”
[Da un articolo del 23 luglio 2015]
Era un tempo in cui termini come “instant replay” o “libero” erano ben lontani. C’era ancora il cambio palla, le partite duravano un eternità. Non c’era ancora la televisione che dettando legge imponeva tempi ristretti ed un gioco più veloce. Il volley era una maratona agonistica e manco a dirlo eravamo noi a farla da padroni. Lorenzo Bernardi, Luca “Bazooka” Cantagalli, Andrea Giani, Andrea “Zorro“ Zorzi, Andrea Sartoretti, Andrea “Lucky“ Lucchetta. Nomi che tra il 1989 ed il 2000 hanno rappresentato degnamente l’Italia nel mondo. Una banda di eroi sapientemente guidata da un grande uomo, Julio Velasco, un vate della pallavolo che ha insegnato questo sport in ogni angolo del globo con grandi risultati.
Per la sua forza e la sua voracità nel conquistare trofei questa squadra è stata definita (senza che nessuno battesse ciglio) “la nazionale del secolo“. Era un mix di potenza ed eleganza quella nazionale e fu un veicolo importante per la diffusione e lo sviluppo della pallavolo come sport.
È il 1989, la Federazione italiana di volley affida la nazionale al “Santone” di La Plata dopo avergli visto vincere 4 titoli consecutivi a Modena. Gli elementi che hanno permesso a Julio Velasco di imporsi erano il suo rapporto stretto con il gruppo nel quale aveva molta fiducia, la meticolosità nel lavoro sul campo ed un idea ben chiara di ciò che andava fatto per rendere questa squadra vincente.
I giocatori più rappresentativi di questa nazionale
Andrea Giani
Talento cristallino che esordì in A2 a 14 anni. Quando Velasco prese il comando della nazionale Giani aveva poco più di 18 anni, promessa assoluta del volley italiano non disattese le aspettative calcando da protagonista i parquet di mezzo mondo fino al suo ritiro nel 2007.
Andrea Gardini
Terminale offensivo straordinario, inserito nella “Hall of Fame” del volley internazionale e simbolo di come la forza fisica e la potenza nella pallavolo contino eccome. Vincente come pochi nella storia di questo sport, è riuscito ad aggiudicarsi 7 scudetti vestendo le maglie di 4 società diverse.
Andrea “Lucky” Lucchetta
Noto ai più per il suo discutibile taglio di capelli, anche lui è stato un perno di questa favolosa squadra, mostrando che quando scendeva in campo dava ben poco conto alla forma “perfetta” della sua spazzola diagonale. In questo modo descrive questa nazionale: “C’era una volta una squadra di pallavolo con la maglia azzurra ed il tricolore sul petto, che vinceva tanto, quasi tutto. Per tre volte di seguito è diventata campione del mondo. E alla fine fu festeggiata come squadra del Secolo Ventesimo… ed io ne sono stato il primo capitano”.
Luca “Bazooka” Cantagalli
Considerato uno dei più grandi attaccanti della storia della pallavolo mondiale, era soprannominato dai suoi beniamini “Bazooka”, per la potenza con la quale scagliava a terra la palla. Per il fatto che la sua carriera si sia svolta per lo più a Modena (17 stagioni), i tifosi lo chiamano poi “Sindaco”.
Andrea “Zorro” Zorzi
Conosciuto nell’ambiente anche come “Zorro”, l’opposto veneto è stato uno dei più grandi giocatori del volley internazionale, uno dei simboli della pallavolo italiana. Ha vestito la maglia azzurra 325 volte.
Andrea Sartoretti
Opposto mancino dal servizio potente, preciso e veloce. Ha realizzato in carriera oltre mille ace.
Lorenzo Bernardi
La più alta espressione della pallavolo in quel periodo. Un giocatore unico, classe eleganza e potenza. Ha elevato la pallavolo ad un livello superiore. Professione: Pallegiatore, è il cervello di questa nazionale di fenomeni, la sua intelligenza gli permette capire di volta in volta quale compagno servire e come servirlo. Un compito che svolge egregiamente.
L’inizio dell’era vincente di questa nazionale ha una data ben precisa, 28 ottobre 1990. Allo stadio Maracanazinho di Rio de Janeiro si gioca Italia-Cuba. La nazionale caraibica era stata fino a quel momento la bestia nera della nazionale azzurra. Aveva eliminato la nostra compagine dallo scorso torneo e da avversario del girone le ha inflitto un secco 3 a 0 a Brasilia.
Quella sera fu diverso. Dopo la sconfitta la squadra si ricompattò, prese coscienza di se ed iniziò la cavalcata che la portò a quell’incontro con il destino. Ancora Cuba tra gli azzurri e la gloria: è la finale dei Mondiali. Il primo set parte male per l’Italia. Finisce 12-15. In quegli attimi nella mente dei giocatori torna in mente la paura che anche stavolta andrà male. Ma la nostra nazionale non si arrende. Il secondo set è vinto 15-11.
La svolta arriva nel terzo parziale, che si conclude con un netto 15-6. Ma è il quarto set quello più emozionante e sul filo di lana: 16-14 per gli Azzurri e l’Italia è campione del mondo. Da lì in avanti saranno successi in serie: altri 2 Mondiali (consecutivi), 3 Europei, 5 World League e una Coppa del Mondo. Unico rammarico, l’oro olimpico solo sfiorato ad Atlanta nel 1996, sfuggito nel 5° set perso 17 a 15 contro l’Olanda.
Sono passati più di 15 anni da quei trionfi, e gli eroi di allora hanno continuato a dare la loro passione per il volley, chi allenando come Andrea Giani (coach di Verona e della Slovenia), Andrea Gardini (vice dell’attuale ct italiano Mauro Berruto), Luca Cantagalli (coach di Reggio Emilia) e Lorenzo Bernardi, allenatore in Turchia (Ankara) e da poco ct dell’Iran al posto del suo mentore Julio Velasco.
Andrea Sartoretti fa il direttore sportivo a Modena, mentre vivono di rimbalzo il mondo della pallavolo facendo i telecronisti Andrea Lucchetta (Rai Sport) ed Andrea Zorzi, opinionista a Sky Sport.
(articolo del 23 luglio 2015 a cura di Andrea Pulcini)
Come tutti gli appassionati di pallavolo sanno, Mr. Secolo (Bernardi) era una banda, mentre il palleggiatore di questa nazionale è stato Tofoli.