Metà matto metallurgico: Giancarlo Giannini al Cinema a Pennello
Giancarlo Giannini ospite d’onore al Museo del Cinema a Pennello lo scorso 25 luglio. Bagno di folla a Montecosaro per l’attore spezzino che vanta una stella sulla “Italian Walk of Fame” di Toronto
“Nonostante le difficoltà sono riuscito ad arrivare in questa magnifica cittadina marchigiana. Sono felice di essere qui, dove c’è grande amore per il bel cinema di una volta”.
Sono queste le parole che Giancarlo Giannini sceglie per commentare la visita – come ospite d’onore – ad un museo, tutto made in Marche, che contiene una collezione di bozzetti cinematografici dal valore inestimabile.
Nella suggestiva cornice di Palazzo Marinozzi, a Montecosaro (Macerata), Paolo Marinozzi ha avuto la “pazza idea” , come l’ha definita Giannini stesso, di allestire una mostra permanente unica a livello nazionale: si tratta, appunto, di un Museo in cui poter ammirare i bozzetti originali dai quali venivano stampati i manifesti degli indimenticabili film del passato.
Lo scorso sabato 25 luglio Giancarlo Giannini “è sbarcato” al Museo del Cinema a Pennello, questa volta non travolto da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto, ma certamente provato dal lungo e difficoltoso viaggio in treno.
Dopo 25 minuti di ritardo rispetto all’orario di inizio, l’attore taglia il nastro tricolore (e anche giallorosso, in onore dell’ospite, spezzino di nascita ma oramai di anagrafe romana) all’entrata del museo ed inizia il suo viaggio all’insegna dei ricordi.
// Powered by Cincopa Video Hosting for Business solution.Giancarlo Giannini ospite d’onore al Museo del Cinema a Pennello (25 luglio 2015)Giancarlo Giannini ospite d’onore al Museo del Cinema a Pennello lo scorso 25 luglio. Bagno di folla a Montecosaro per l’attore spezzino che vanta una stella sulla "Italian Walk of Fame" di Toronto (Foto di ©Giulia Ciarapica©Giulia Ciarapicaoriginaldate 1/1/0001 6:00:00 AMheight 333width 500orientation 1camerasoftware Adobe Photoshop CS3 ©Giulia Ciarapicaoriginaldate 1/1/0001 6:00:00 AMheight 333width 500orientation 1camerasoftware Adobe Photoshop CS3 ©Giulia Ciarapicaoriginaldate 1/1/0001 6:00:00 AMheight 333width 500orientation 1camerasoftware Adobe Photoshop CS3 ©Giulia Ciarapicaoriginaldate 1/1/0001 6:00:00 AMheight 333width 500orientation 1camerasoftware Adobe Photoshop CS3 ©Giulia Ciarapicaoriginaldate 1/1/0001 6:00:00 AMheight 333width 500orientation 1camerasoftware Adobe Photoshop CS3 ©Giulia Ciarapicaoriginaldate 1/1/0001 6:00:00 AMheight 333width 500orientation 1camerasoftware Adobe Photoshop CS3 ©Giulia Ciarapicaoriginaldate 1/1/0001 6:00:00 AMheight 400width 500orientation 1camerasoftware Adobe Photoshop CS3 ©Giulia Ciarapicaoriginaldate 1/1/0001 6:00:00 AMheight 333width 500orientation 1camerasoftware Adobe Photoshop CS3 ©Giulia Ciarapicaoriginaldate 1/1/0001 6:00:00 AMheight 333width 500orientation 1camerasoftware Adobe Photoshop CS3 ©Giulia Ciarapicaoriginaldate 1/1/0001 6:00:00 AMheight 333width 500orientation 1camerasoftware Adobe Photoshop CS3 ©Giulia Ciarapicaoriginaldate 1/1/0001 6:00:00 AMheight 333width 500orientation 1camerasoftware Adobe Photoshop CS3 ©Giulia Ciarapicaoriginaldate 1/1/0001 6:00:00 AMheight 333width 500orientation 1camerasoftware Adobe Photoshop CS3
Giannini ha firmato, con dedica, il gommone Callegari del film Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto, diretto da Lina Wertmuller, ha indossato il mitico borsalino di feltro marrone di Pasqualino Settebellezze, ed ha ammirato i numerosi cimeli conservati nel museo.
Nella collezione del Cinema a Pennello non sono mancati, ovviamente, oggetti, ritratti e bozzetti cinematografici relativi ai grandi successi dell’attore, a partire da Film d’amore e d’anarchia, passando per Mimì Metallurgico ferito nell’onore, fino ad arrivare a L’innocente, tratto dall’omonimo romanzo di Gabriele D’Annunzio.
Longeva e assai fruttuosa la collaborazione con la regista Lina Wertmuller, senza dimenticare i numerosi film che Giannini fece insieme alla magnifica Mariangela Melato, la “bottana industriale” di Travolti da un insolito destino….
Accompagnato nel suo giro dall’attentissimo padrone di casa Paolo Marinozzi, Giancarlo Giannini ha concluso la visita firmando autografi ai suoi numerosi fans nella stanza appositamente dedicata, in cui troneggiava la gigantografia del manifesto di uno tra i suoi film più celebri, Paolo il caldo.
Il Cinema a Pennello sta ormai diventando famoso anche per i numerosi ospiti, di altissimo livello, che ha avuto l’onore di accogliere: a partire da Claudia Cardinale, madrina del Museo nel 2011, passando per Carlo Verdone, ospite lo scorso 27 marzo 2015, fino ad arrivare, appunto, a Giancarlo Giannini.
Abbiamo chiesto a Paolo Marinozzi, proprietario del Museo e dell’intera collezione, da dove è nata l’idea del Cinema a Pennello, che di strada, dal 2011 ad ora, sembra averne fatta parecchia.
Signor Marinozzi da dove nasce l’idea di creare un Museo così particolare?
L’idea è nata nell’ormai lontano 1992, quando davvero era solo un’idea, o forse neanche quella, considerando che parte tutto da una mia personale passione per il cinema. Ho iniziato a collezionare privatamente questi bozzetti, che, man a mano, sono diventati sempre più numerosi. In seguito, grazie anche al sostegno di mia moglie Valeria e di mio figlio Alessandro – che collaborano attivamente – quest’idea ha preso sempre più piede e sono riuscito a trasformarla in realtà: ho destinato gran parte del Palazzo Marinozzi ad una mostra permanente di bozzetti cinematografici.
Si aspettava questo grande successo, questo grande afflusso di pubblico quando sono venuti personaggi come Claudia Cardinale, Carlo Verdone e ora Giancarlo Giannini?
A dire il vero no, è stata una grande crescita. Dopotutto questi personaggi del cinema italiano non vengono per caso: io con loro ho lavorato, mi sono impegnato a stringere rapporti – anche tramite piccole collaborazioni in eventi locali – che poi ho saputo coltivare nel tempo. Ad esempio Claudia Cardinale è stata a Sant’Elpidio a Mare diversi anni fa, mentre faceva le prove in un piccolo teatro mi sono recato da lei per salutarla e per farle vedere qualche bozzetto della mia collezione. Le ho parlato dell’idea del museo e sono rimasto sempre in contatto con lei grazie a Catherine Spaak, che già era venuta a visitare la collezione e ha garantito per me. Dopo sei anni, alla fine, la Cardinale ha deciso di venire ed è stata madrina del Museo durante la sua inaugurazione. Stessa cosa è successa con Verdone e Giannini: un amico di Sarnano e un altro di Ascoli Piceno, hanno parlato loro del museo del Cinema a Pennello e alla fine hanno accettato di venire. Ho mandato loro due copie del catalogo, di cui una è tornata a me con autografo e dedica. Ne ho diverse autografate dai grandi maestri del cinema, come Morricone, Tornatore, e penso proprio che prima o poi riuscirò a portare anche loro qui da noi.
Sabato scorso Giancarlo Giannini ha avuto la possibilità di visitare tutto il museo, in cui una buona parte è stata destinata, appunto, ai suoi film. Qual è il film che le è piaciuto di più di Giannini? E quale, invece, il film a cui l’attore è più legato?
Sicuramente io ho amato più di tutti Pasqualino Settebellezze, film candidato all’Oscar. Secondo me un film del genere è persino superiore al grandissimo La vita è bella di Roberto Benigni: il soggetto è il medesimo, infatti Benigni ha in un certo senso rilanciato l’idea base del film, o meglio, ha preso parecchi spunti. Il soggetto fu proposto a Lina Wertmuller proprio da Giannini, ma all’inizio la regista non sembrava d’accordo, perché come idea era troppo tragica. Alla fine Giannini la convinse garantendo che avrebbero inserito dei dettagli comici, più leggeri. Invece il film a cui Giannini è più affezionato è Film d’amore e d’anarchia, dove lui rappresenta una maschera un po’ surreale. Ama meno i film più commerciali che sono venuti dopo, come Travolti da un insolito destino e Paolo il caldo, mentre è più affezionato ai film iniziali, i più artistici. Giannini è molto riconoscente alla Wertmuller, la regista che l’ha scoperto e che, come dice lui, l’ha valorizzato e l’ha trasformato. C’è grande stima reciproca.
C’è un attore o attrice del passato che avrebbe voluto invitare come ospite al Museo del Cinema a Pennello?
Sicuramente il grande Alberto Sordi, ma anche Manfredi, Tognazzi, la Magnani… Ce ne sono certamente moltissimi. Forse, al giorno d’oggi, queste grandi icone non ci sono più, il cinema è cambiato, o forse è la mia sensibilità a non essere al passo coi tempi! Credo non ci sia più il grande cinema di una volta, abbiamo fatto molti passi avanti, ma purtroppo non abbiamo, secondo me, saputo lasciare il segno.