The Kooks a Roma: l’Eutropia fa centro!

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L’Eutropia Festival di Roma ha ospitato l’indie rock di una volta con i The Kooks. La band inglese ha pubblicato il suo quarto album (Listen) nel 2014 e ha dimostrato grande coerenza nel proprio percorso artistico e devozione al rock indipendente

di Gloria Frezza 

fonte immagine: facebook.com

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Roma Concerti 2015 non si ferma. Dopo la strepitosa performance dei Muse, intristita dalle polemiche dei fan riguardo gli organizzatori del Rock in Roma, un altro festival prova a soffiare al suo più famoso collega la coccarda di “meglio riuscito”. A provarci è l’Eutropia Festival de L’Altra Città dell’Economia nel quartiere Testaccio. Lasciando agli altri eventi i cantanti più “famosi”, l’Eutropia si gloria di tenere alta la bandiera dell’Indie Music, invitando artisti di nicchia, che riuniscono però sempre un discreto seguito.

Tra gli appuntamenti che hanno registrato un meritato successo, figura la band inglese The Kooks, esibitasi il 23 luglio scorso sul palco del festival. Formatasi nel 2005 a Brighton, la band ha all’attivo ben quattro album di successo, benedetti dall’affascinante voce di Luke Pritchard. Quest’ultimo dimostratosi, grazie alla performance dell’Eutropia, un vero showman.

L’ultimo arrivato, l’album Listen, uscito nel 2014, li riconferma concentrati ed originali, sebbene dalle sonorità meno fresche rispetto ai brani a cui ci eravamo affezionati con Inside In/Inside Out (il loro primo album, del 2006). Tuttavia vanta alcune canzoni che entreranno di diritto nel podio indie rock degli esperti, tra cui Forgive & Forget e Bad Habit. Insomma, un anno d’oro, suggellato dal loro ritorno in Italia in tre date: Bollate, Verrucchio e Roma.

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Il concerto si apre in sordina con Around Town, che scuote i corpi dei fan (già abbondantemente scaldati dalla band di apertura, i fiorentini Finister) e concede un rodaggio ai performers. La batteria di Alexis Nunez si scuote per la successiva Ooh La, una vecchia conoscenza dei fan e ruggisce definitivamente con Bad Habit, che dal vivo acquisisce addirittura una marcia in più.

Con il sesto brano ritroviamo She Moves in Her Own Way, che li rese famosi e noti all’universo femminile, che ne fece un inno convinto alle proprie libertà. Il pubblico dell’Eutropia si agita festoso, tutti cantano a memoria anche le successive, fino alla cullante Seaside, in cui Pritchard incanta la folla con un pezzo a cappella.

A stupire per come viene effettuata c’è Westside, che con il suo ritmo conturbante conquista anche chi non si era aggiornato sull’ultimo album, la cui attesa viene comunque premiata con Sofa Song in penultima posizione. Spettacolare, grazie anche agli assoli di chitarra e batteria, Forgive & Forget che chiude la prima parte del concerto. L’encore convince con See The World, Junk of the Heart e l’affezionata Naive, che fa esplodere il pubblico dell’Eutropia in un grato applauso e un improvviso duetto con il cantante.

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Si conclude festosamente e con la gioia dei fan un concerto che racchiude tutti i precetti per una buona riuscita: bella musica, pubblico scatenato, cielo aperto e molto spazio. L’alternanza di ballate e brani più ritmati è stata pensata ad arte e gli spettatori hanno richiesto un bis appassionato anche dopo l’encore. Questi quattro ragazzi inglesi rispettano il loro percorso da dieci anni, pur essendosi modificati il tanto sufficiente ai gusti moderni, restano ancorati e puri nel loro progetto musicale; l’indie rock dei The Kooks commuove e inorgoglisce, vederli dal vivo è la punta dell’iceberg ed il dovuto ringraziamento a chi crede profondamente in quello che fa.

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