Turismo sessuale, un orrore di ogni “genere”
Turismo sessuale: la “bella stagione” passa mentre resta il triste primato degli italiani, tra i primi al mondo per lo sfruttamento di minorenni all’estero. Preoccupante il numero delle “clienti” femminili
Prima c’è la droga, poi le armi, ma il terzo traffico illegale più lucroso al mondo è sicuramente quello che orbita intorno al “turismo sessuale“. Un business mastodontico e raccapricciante che vale tra gli 80 e i 100 miliardi di dollari all’anno.
Il calcolo è dell’Organizzazione Mondiale del Turismo che definisce il fenomeno come l’insieme dei “viaggi organizzati dagli operatori del settore turistico, o da esterni che usano le proprie strutture e reti, con l’intento primario di far intraprendere al turista una relazione sessuale a sfondo commerciale con i residenti del luogo di destinazione”.
Secondo quanto è possibile leggere sul sito dell’Osservatorio pedofilia del governo, ogni anno almeno 3 milioni di persone viaggiano per scopi sessuali e un sesto di questi va in cerca di rapporti sessuali con minorenni; secondo l’Ecpat Italia Onlus, associazione che si occupa del contrasto allo sfruttamento sessuale di bambini e adolescenti, ci sarebbero circa 80mila italiani tra questi tipi di viaggiatori.
Il dato ci rende detentori di un triste primato in molti paesi, seguiti da tedeschi, giapponesi, francesi, statunitensi, inglesi e, recentemente, anche da cinesi. Le mete più diffuse si trovano nel continente asiatico (Nepal, Bangladesh, Vietnam, Thailandia), in Sudamerica (Brasile, Colombia, Repubblica Dominicana), in Africa (Kenya) ma anche nell’Est Europa (Moldavia, Bulgaria, Ucraina).
La “tradizionale” povertà di questi stati, in molti casi, spinge le stesse famiglie a gettare in un vero e proprio “inferno” i figli: la connivenza dei governi, la facilità con cui si corrompono le forze di polizia locali e, soprattutto, l’aumento dei voli low cost verso destinazioni “esotiche” fanno il resto.
Differentemente da quello che potrebbe essere l’immaginario comune, infatti, il turismo sessuale non è solo un fatto da “anziani benestanti”. L’età di chi abusa sessualmente di minorenni in giro per il mondo è in continua discesa: il 37% ha tra i 31 e i 40 anni; sono professionisti ma anche studenti, operai, impiegati, figli, mariti, padri, insomma, “gente comune”, “gente perbene”.
Il 65% degli sfruttatori fa parte della categoria più “complicata” e difficilmente “intercettabile” quella dei clienti occasionali, composta da chi non rifiuta di avere rapporti sessuali con minorenni se gli si presenta l’occasione, solo nel 5% dei casi i “traveling sex offender” sono dei “pedofili”. Il 75% degli abusati è di sesso femminile: per il 60% hanno un’età compresa tra i 13 e i 17 anni, invece, il 30% ha tra i 12 e i 7 anni, mentre il 10% ha dai 6 anni in giù.
Tuttavia, il turismo sessuale piace anche alle donne. Secondo i dati più recenti, si avvicinano a quota 600mila le occidentali (circa 30mila le italiane) che si recano nei paesi dell’ex Yugoslavia, in Turchia – ma anche in Spagna e Grecia – oltre che nei Caraibi, in Africa, nelle Filippine in cerca di un’avventura sessuale a pagamento, anche con adolescenti di circa 16-17 anni. Per lo più hanno un’età compresa tra i 45 e i 65 anni, spesso sono separate, quasi sempre sono convinte di commettere alcun reato.
Le “turiste” del sesso si muovono proprio come i loro omologhi di sesso maschile. Si può sempre scegliere di organizzare la propria permanenza da soli, altrimenti, c’è pronta una rete di basisti e tour operator locali specializzati nei “viaggi di piacere”. Guide turistiche e tassisti, certe volte anche le stesse forze di polizia, fanno da mediatori tra la domanda e l’offerta.
Bisogna considerare che molti tour operator hanno dei referenti nei paesi occidentali: si prenota una “battuta di pesca sportiva”, all’arrivo si trova un appartamento con minorenne inclusa. Alcuni alberghi pubblicano annunci ammiccanti indirizzati alle potenziali clienti che così, ancora prima di partire, possono sapere dove c’è la maggiore concentrazione di “prostituti” pronti ad avvicinarle.
Il turismo sessuale ha trasformato il mondo in un immenso supermercato di “carne umana”: ancora più inquietante è che la sua geografia corrisponda a quella di una nuova colonizzazione.
2 risposte
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