A Roma la mostra di James Tissot, il pittore della Belle Époque
Fino al 21 febbraio al Chiostro del Bramante di Roma i meravigliosi dipinti di James Tissot. Pittore esteta e profondo conoscitore dell’alta società parigina, si delinea in nove tappe il suo percorso di artista. Una mostra imperdibile che proietta totalmente lo spettatore tra i balli e le feste della Parigi ottocentesca
Una delle opere più lodevoli del Novecento è stato l’industrioso recupero delle bellezze dei secoli passati, gettate immotivatamente nel dimenticatoio del tempo, e giustamente riportate alla luce e al favore della cultura. Tra questi ripescaggi onorevoli, figura un eccentrico e discusso pittore ottocentesco, James Tissot.
Esteta dal tocco sottile, godette di un grande successo nella Parigi che salutava la Belle Époque; ultimamente la sua eredità artistica è stata ricomposta, grazie a generosi privati ed abili ricercatori: dunque eccolo protagonista di mostre sparse in tutto il mondo, e dallo scorso 26 settembre, è giunto nella Capitale.
In collaborazione con Arthemisia Group e l’Assessorato Cultura e Turismo di Roma, il Chiostro del Bramante ha realizzato una delle sue mostre meglio riuscite, convogliando tutti i più grandi capolavori di Tissot, provenienti da Londra, Città del Messico e Parigi, nelle sue sale. L’ esposizione, che resterà a Roma fino al 21 febbraio, si configura in un percorso di nove tappe, che ripercorrono da vicino l’avvincente vita del pittore di Nantes.
James Tissot nasce nel 1836, già immerso nelle sete e nei nastri dell’età d’oro di Parigi (suo padre fabbricava tessuti, sua madre era una modista), viene immediatamente notato per la cura del dettaglio e la capacità di impreziosire e divinizzare il mondo dell’aristocrazia e dei balli. In breve tempo raggiunge l’apice della fama come ritrattista della bella società, conosce i desideri dei clienti e li accondiscende non perdendo mai il suo stile ricercato. La giapponese al bagno e Mademoiselle L.L. chiariscono al contempo la profondità e l’originalità dell’artista, assetato di particolari e piccolezze, intensamente ispirato dalla luce.
Il mondo dell’Alta moda parigina non abbandona mai lo spettatore, grazie al superbo lavoro della designer Francesca Valan, che ha allestito le sale. Oltre a divanetti porpora, moquette ottocentesca ed archi fiorati, ognuno dei ritratti è accompagnato da brevi notizie sull’abbigliamento indossato dai soggetti (un cappotto Chesterfield, un Tailleur, un Tournuree) sempre curatissimo e mai casuale. A metà percorso, Debussy conquista le sale con il suo Claire de Lune, mentre ci si trova coinvolti in un’esperienza sensoriale: il poter toccare con mano i tessuti sapientemente raffigurati nei quadri o potersi ammirare in vesti d’epoca, grazie all’illusione di alcuni specchi.
Tissot fugge a Londra per cause politiche, qui riprende la sua carriera ironizzando, con dettagli sagaci, sui rigorosi costumi inglesi. Qui raggiunge una consapevole maturità artistica con La figlia del capitano e Portsmouth Dockyard, il titolo originale del secondo doveva essere Quanto sarei felice con entrambe, proprio per ridicolizzare la figura del serio militare inglese. A Londra sposa la bella Kathleen Newton, donna incantevole con un passato burrascoso, che diviene sua musa per i successivi dipinti. Ella posa, meravigliosa e naturale, orgogliosa in Dama con ombrello, dimessa in La convalescente. L’ amore per questa donna cambia totalmente Tissot, lo rende più intimo e profondo, lontano dalla frivolezza parigina.
Alla di lei prematura morte, tornato in Francia abbandona l’alta società, verso una vita religiosa e consapevole. Non prima di essersi provato con Le donne degli artisti o La più bella di Parigi, che però sottolineano il suo definitivo mutamento; proprio quest’ultimo dipinto, dà vita all’istallazione di Fabien Iliou, un’idea frizzante che conquisterà il pubblico romano. “Il Salone delle feste” è una piccola stanza circolare, che precede la sala dedicata alla “più bella”, al cui interno sono disposte delle piccole miniature delle figure che la circondano nel quadro. Iliou ha ideato un divertente dialogo tra i personaggi, che chiacchierano sulle origini e le possibilità della protagonista, un momento ilare e piacevole per apprezzare, ed aver l’impressione di conoscere ormai, l’opera più curata.
Dopo l’allontanamento, Tissot finirà la sua vita occupandosi delle illustrazioni per una Bibbia che divenne poi famosissima. Tuttavia porterà con sé alcuni degli amici che durante la sua vita di società lo avevano sinceramente accompagnato. Tra questi, Giuseppe de Nittis, a cui è dedicata una piccola sala, pittore italiano trasferitosi in Francia per seguirne le orme.
Tissot rappresenta magistralmente, con i suoi dipinti e l’evolversi della sua arte, il pacifico e malinconico tramonto di un’epoca sfocata e sognante. L’Ottocento si snoda tra i lussi e un’illusione di vita perfetta alla vista, si può dire il più lungo e ben riuscito tra i sogni d’epoca. E come i capolavori che ne sono simbolo, cade senza far rumore e lascia dietro di sé profumo di rose e le ultime note di una dolce canzone.
James Tissot
26 settembre 2015 – 21 febbraio 2016
Chiostro del Bramante, Roma
Info e prenotazioni