“Cane che abbaia morde forte”: occupato il Canile Muratella di Roma
La ditta privata pugliese M.A.P.I.A. vince l’appalto sulla gestione dei canili comunali della Capitale, con una gara al ribasso che mette in pericolo lavoratori e animali. Oltre la metà dei dipendenti rischia il posto di lavoro. Insorgono le associazioni animaliste e si presentano interrogazioni parlamentari. Da ieri sera i lavoratori hanno occupato il canile Muratella
Dopo una settimana di accese proteste, ieri sera, a conclusione di un’iniziativa che ha visto il coinvolgimento e la partecipazione di moltissimi cittadini, i lavoratori dei canili comunali hanno occupato il Canile Muratella.
“Cane che abbaia morde forte: giù le mani dai lavoratori, sugli animali non si lucra” è lo slogan con cui i lavoratori continuano a chiedere, ormai da giorni, il ritiro del bando sulla gestione dei canili comunali, che porterà al licenziamento di oltre la metà dei dipendenti e la privatizzazione della struttura.
Ad aggiudicarsi il bando, infatti, dopo quasi 20 anni di affidamenti diretti, è la M.A.P.I.A. Srl (aderente a AssoCanili),multiservizi privata che si occupa di smaltimento di rifiuti, servizi di derattizzazione e disinfestazione, manutenzione del verde, servizi di pulizie, gestione di canili, e gestione di stabulari per animali da laboratorio per l’Università di Bari.
La ditta, che dovrà occuparsi della pulizia delle gabbie e degli ambienti esterni, dell’acquisto e distribuzione del cibo e delle cure degli animali, è arrivata prima in tutti e tre i lotti (Vitinia Ex Poverello, Muratella, Ponte Marconi ex Cinodromo) del bando ponte indetto dal Comune di Roma, in attesa di quello europeo previsto per il 2016.
La gara è stata vinta con un ribasso del 10%, su un importo già ridotto del 60%, rispetto a quanto negli anni assegnato dal Comune di Roma. Non appena l’amministrazione compierà l’assegnazione 100 lavoratori su 126 perderanno il loro posto di lavoro, con un notevole peggioramento del benessere degli animali presenti nelle strutture e dei servizi offerti ai cittadini.
Sulla vicenda, talmente complessa e intricata, sono intervenuti anche la senatrice di Sel, Loredana De Petris, e Davide Bordoni, capogruppo di Forza Italia che, con interrogazioni parlamentari, hanno avanzato perplessità su tempi e modo di organizzazione della gara per la gestione del canile di Roma, sulla rispondenza dei partecipanti ai requisiti e ci si interroga sul futuro dei lavoratori.
La Onlus AVCPP (Associazione Volontari Canile di Porta Portese), che ha gestito fino a oggi i tre canili, ha presentato lo scorso 11 settembre un ricorso al Tar. Tra i motivi sono state evidenziate gravissime irregolarità: cifre non congrue per il benessere animale e per pagare i servizi professionalizzati richiesti in gara, mancata presenza di un importo fisso e non suscettibile di ribassi per le spese per la sicurezza, clausola di salvaguardia degli operatori non reale, assenza del punto di primo soccorso gatti , unico a Roma, che ha ricoverato curato e fatto adottare 7000 gatti feriti e malati in 10 anni.
L’associazione AVCPP ha gestito negli anni in maniera encomiabile le tre strutture comunali grazie alla sinergia tra il personale professionalizzato e specializzato e il nutrito gruppo di volontari, ponendo alla base del proprio operato il benessere degli animali. I numeri parlano chiaro e, nel 2014, é riuscita a raggiungere il punto di pareggio tra le entrate e le uscite. Su 2.300 animali entrati in canile, 1.400 sono stati i cani in entrata e 1.400 sono usciti tra adozioni e ricongiungimenti con le famiglie che li avevano smarriti.
Simona Novi, Presidente dell’Associazione, nell’occasione sottolineò: “Siamo molto soddisfatti del lavoro svolto. Il nostro obiettivo è stato raggiunto e siamo stati efficaci per il benessere dei cani – che devono avere nei canili comunali solo un punto di stabilizzazione e passaggio – ed efficienti per il nostro committente, Roma Capitale. Questa è la dimostrazione di come possa ben funzionare il modello pubblico di accoglienza degli animali, soprattutto quando gestito da associazioni di volontariato animalista esperte che hanno come unico ed esclusivo scopo la stabilizzazione degli animali e la loro pronta uscita dalle gabbie verso una adozione consapevole e certificata“. Del caso ne abbiamo già parlato qui a inizio anno
Intanto le associazioni animaliste Lav, Enpa e Animalisti Italiani interpellate sulla vicenda hanno commentato: “Non possiamo credere che il Comune di Roma voglia aggiudicare la gestione dei suoi canili comunali a un imprenditore privato del randagismo che gestisce non solo mega canili da 1.200 posti, ma anche gli stabulari per animali da laboratorio dell’università di Bari. È come mettere un vampiro ai vertici dell’Avis. Chiediamo alla giunta di annullare il bando ponte, mettere a norma le strutture e andare direttamente alla gara europea”.
“Le offerte presentate in gara dalla Onlus che attualmente gestisce i tre canili, dicono gli animalisti, sono state considerate non ammissibili: prevedevano la tutela di tutti i lavoratori e il benessere degli animali. Andavano dunque ben oltre la base di gara”.
Rinaldo Sidoli, Responsabile Nazionale Verdi del settore Tutela e Salute degli Animali, precisa che la Lav in passato ha presentato diversi esposti contro questo nuovo gestore per l’inadeguata amministrazione dei cani presso i canili convenzionati di Bari. Sidoli conclude: “La giunta Marino annulli immediatamente il bando ponte. I cani non devono essere considerati un mero business su cui lucrare”.
Muratella, il canile d’ingresso di tutti gli animali trovati vaganti sul territorio romano e che ospita circa 600 cani e un Punto di Primo Soccorso gatti, da oggi sarà centro di numerose iniziative. L’occupazione da parte dei lavoratori porterà al coinvolgimento di tutta la cittadinanza con workshop, seminari, ludoteca e cineforum, per non far spegnere le luci su una vicenda in cui rischiano la pelle lavoratori e animali.