Torna il Salone dell’Editoria Sociale

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Quest’anno il tema del Salone dell’Editoria Sociale è “Gioventù bruciata. Tra crisi e riscatto”. Tra gli ospiti dell’edizione 2015 Goffredo Fofi, Carlo Formenti, Christian Raimo, Vandana Shiva, Saskia Sassen e altri ancora. Ne abbiamo parlato con il giornalista Giuliano Battiston, curatore del programma del Salone

di Graziano Rossi

salone editoria sociale 2015Case editrici che si dedicano a temi sociali, organizzazioni di volontariato, terzo settore e anche scuole. Per il settimo anno torna a Roma il Salone dell’Editoria Sociale, ospitato nel quartiere di Testaccio a Porta Futuro da giovedì 22 a domenica 25 ottobre.

Nell’introduzione alla manifestazione, due dei protagonisti del Salone, il critico letterario e cinematografico Goffredo Fofi e il parlamentare di Sel Giulio Marcon scrivono: “Gioventù bruciata, oltre a essere il titolo di un celeberrimo film del 1955 con James Dean, che esprimeva speranza, rabbia e delusioni di una generazione che si avvicinava in modo doloroso e contraddittorio all’età adulta, è anche l’espressione del disagio della generazione di oggi travolta dal consumismo, dal fuoco vacuo delle vanità, dalla rinuncia alla lotta. […] Attraverso dibattiti, presentazioni di libri, eventi di arte, musica e cinema – cerchiamo di declinare il disagio, ma anche i germi di riscatto di una generazione che cerca faticosamente una propria strada“.

Per presentare l’edizione 2015 abbiamo fatto una breve chiacchierata con il giornalista Giuliano Battiston, curatore del programma del Salone.

Il tema della settima edizione del Salone dell’Editoria Sociale è “Gioventù bruciata. Tra crisi e riscatto”. La manifestazione quali obiettivi si pone quest’anno?
Gli obiettivi sono gli stessi sin dalla prima edizione del Salone, ormai sette anni fa: fornire un luogo d’incontro, una spazio di riflessione, un’agorà temporanea in cui favorire l’incontro tra chi opera nel Terzo settore, nel mondo del volontariato, dell’associazionismo di base e chi, invece, produce contenuti editoriali di argomento sociale. Dunque, non un festival come gli altri, quindi, ma un “seminario” lungo: 4 giorni di riflessioni e discussioni su temi centrali della nostra contemporaneità. Quest’anno, gli incontri ruotano intorno alla cornice tematica “Gioventù bruciata. Tra crisi e riscatto”.

Uno degli incontri principali sarà quello con Saskia Sassen, sociologa e docente alla Columbia University di New York, durante il quale si parlerà della società dell’uguaglianza e della società dell’espulsione. Secondo Lei perché oggi ci si ritrova in un mondo dove le persone invece che avvicinarsi e aiutarsi, si allontanano? È una “semplice” questione di egoismo o c’è altro?
Non è soltanto una questione individuale, di egoismo personale, ma di sistema, di strutture economiche, di scelte politiche, di orientamenti istituzionali e culturali. E dunque di responsabilità collettive. Abbiamo invitato Saskia Sassen proprio per questo: perché nei suoi lavori, specie nel suo ultimo libro appena tradotto dalla casa editrice il Mulino (Espulsioni), mostra la transizione da un’economia – quella del secondo dopoguerra – che era guidata dal principio dell’inclusione a un’economia – quella inaugurata negli anni Ottanta del secolo scorso – guidata invece dal principio dell’esclusione. O, per dirla meglio, dell’espulsione: espulsioni di persone, luoghi, elementi naturali dalla società, dall’economia, dalla biosfera. Siamo abituati a imputare ai giovani varie colpe/patologie: lassismo, conformismo, cinismo, disinteresse per la politica. Dovremmo invece interrogarci sulle responsabilità degli adulti: siamo noi adulti ad aver creato, avallato e difeso un sistema che esclude le fasce d’età più giovani dalla partecipazione alla cosa pubblica. Le colpe, come spiega molto bene il sociologo Stefano Laffi in un libro recente (La congiura contro i giovani), sono degli adulti, più che dei nostri figli.

Il nostro Paese si trova in una condizione particolare, difficile, dove è costretto sempre a rincorrere il benessere. Alla luce di questo momento storico, una manifestazione come il Salone dell’Editoria Sociale dove si colloca?
Il Salone è un’iniziativa piccola, volutamente piccola, perfino minoritaria direi. Non puntiamo alle solite passarelle dei soliti noti, ma alle discussioni serie e approfondite. Nel nostro piccolo, cerchiamo di contribuire alla costruzione di un paradigma sociale e culturale diverso: quello di chi concepisce il benessere come bene comune, non come arricchimento privato; di chi mette a punto strategie di solidarietà attiva; di chi lavora per un pacifismo concreto; di chi contesta la cultura intesa come semplice consumo culturale e non come critica.

Sul sito del Salone dell’Editoria Sociale tutte le informazioni su programma e orari: http://www.editoriasociale.info.

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