Portogallo, storica svolta a sinistra?

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Sarebbe la prima volta in 35 anni che in Portogallo le forze a sinistra e i socialisti si accordino per una maggioranza

 di Sara Gullace

portogalloIl Portogallo sembra aver trovato la strada per il nuovo esecutivo. A 15 giorni dal voto per le politiche, è più concreta che mai l’idea di una coalizione di centro-sinistra.

Lo scorso 4 Ottobre la maggioranza di centrodestra, in carica dal 2011, si era confermata alle urne ma con una minoranza. Il Centro Democratico e il Partito Social Democratico avevano raccolto il 38,5% ottenendo solo 107 dei 116 seggi necessari per governare. Il Partito Socialista di Antonio Costa aveva ottenuto il 34,2% con 86 posti, seguito dal Blocco di Sinistra della Martins con il 10,2% e dai Comunisti Verdi con l’8,2%. All’indomani del voto era stato subito chiaro che il leader dei socialisti, Costa, sarebbe stato l’ago della bilancia in quanto in grado di salire al governo con un accordo a destra con il premier uscente Pedro Passos Coelho ed a sinistra con Martins.

Ma le negoziazioni si sono protratte a lungo. In nome della stabilità, “la migliore forma di Governo possibile” acclamata da tutte le parti in causa così come dal Presidente della Repubblica Cavaco Silva, gli accordi hanno fatto fatica ad arrivare: la possibilità di una seconda votazione a Maggio è sembrata, a tratti, molto vicina.

Le parti politiche coinvolte hanno strategie profondamente distanti, alle quali non intendono rinunciare.

Il Primo Ministro in carica, Passos Coelho ed il suo Vice, Portas, nell’ultimo fine settimana avevano messo alle strette Costa, chiedendo di presentare un progetto alternativo per governare insieme. La posizione di Passos, molto ferma all’inizio delle contrattazioni, ha allentato le maglie poco a poco per non perdere l’opportunità restare al comando. Aspetto sul quale non avrebbero voluto transigere è il piano fiscale: “Non sarebbe comprensibile governare con il programma del PS – ha sostenuto Passos – dato che a vincere le elezioni è stato il centro destra”.

E Portas si era anche reso disponibile a cedere il suo posto di Vice in nome di un Governo a tre: democratici, social democratici e socialisti. Per Costa, però “non è mai stata una questione di seggi e posizioni ma di argomenti. Il Portogallo – ha sostenuto – ha bisogno di un nuovo indirizzo politico che la coalizione non approva”.

elezioni_portogallo_cohelo_460x275-455x272Anche il dialogo a sinistra, comunque non è stato scontato. Il Blocco di Sinistra (BE) della Martins tiene duro sui tre punti chiave della propria campagna: lavoro, pensioni e salari. L’obbiettivo dei partiti di sinistra è la fine delle misura di austerità che hanno caratterizzato il governo Passos e che verrebbero sostenute dai socialisti di Costa. Punti di contatto con la coalizione di sinistra, invece, sono la stabilità dei salari e delle pensioni nel pubblico, l’eliminazione dell’imposta del 3,5% sul reddito e abbassamento dell’IVA sul restauro all’11% (ora al 23%).

Nella giornata di ieri, la leader di BE, Catarina Martins, si è più che sbilanciata sul futuro: “Le trattative sono state complesse perchè nostre divergenze erano grandi, inutile negarlo – ha esordito – ma sono state superate. Avremo un Portogallo stabile ed unito. La nomina di domani (oggi per chi legge) da parte di Cavaco sarà una perdita di tempo”. E Costa ha supportato la sua fiducia: “Non metteremmo fine ad un governo di destra se non avessimo una reale e valida alternativa”.

Se davvero hanno trovato l’accordo definitivo su questi aspetti, socialisti e sinistra raggiungeranno 121 seggi contro i 104 dell’attuale coalizione di destra. Il più sembra fatto, ma il passaggio dovrà essere formalizzato nei prossimi giorni: oggi Cavaco nominerà Passos capo del Governo. qualora la Camera non dovesse apporre la propria fiducia alla nuova coalizione, il Presidente della repubblica potrà scegliere se indire nuove elezioni lasciando Passos in carica o dare a Costa l’opportunità di formare il suo nuovo governo.

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