Bookcity Milano 2015: la felicità di leggere
Quattro giorni di mostre, eventi, presentazioni interamente dedicate ai libri e alla lettura: 150.000 persone entusiaste del Bookcity Milano 2015
Quattro giorni di mostre, letture ad alta voce, presentazioni, spettacoli ed eventi dedicati al libri, al cibo, ai più piccoli e alle cose belle. Questo è stato il Bookcity Milano 2015, che ha registrato anche quest’anno un grande successo di pubblico e di critica.
Oltre 150mila persone si sono appassionate ad una Milano vestita di libri e di cultura, che ha ospitato i più grandi scrittori a livello nazionale ed internazionale. Centro nevralgico del Bookcity è stato ancora una volta il Castello Sforzesco, che ha messo a disposizione le sue sale più belle per dare spazio alla creatività.
Oltre 800 eventi, più di 1.700 ospiti, 200 sedi (tutti i quartieri di Milano e della Città Metropolitana), 250 case editrici coinvolte, 1.400 classi, 27.000 studenti, 60 incontri alle Università. “La felicità di leggere” ha contagiato davvero tutti, social compresi, che in questi quattro giorni hanno usufruito dell’hashtag #BCM15 per portare Bookcity in giro per il web.
Isabel Allende ha dato il via alle danze partecipando alla prima serata del Bookcity dedicata a La magia della scrittura, un’occasione per dialogare sull’ultimo romanzo della scrittrice peruviana, L’amante giapponese (Feltrinelli).
Nei giorni successivi si sono susseguiti eventi di ogni tipo, da quelli prettamente letteral-editoriali ai “Bookcity young”, dedicati ai bambini. Di notevole interesse il panel dedicato al mestiere, o meglio ai mestieri – come si è detto durante l’incontro, dell’editor, Tutto quello che avreste voluto sapere sul testo, con Felice Accame, Luciana Bianciardi, Salvatore Carrubba, Gabriella D’Ina e Luca Doninelli.
“Eliminare il superfluo, integrare il necessario, correggere gli errori grammaticali, la sintassi e la punteggiatura, impaginare il romanzo, creare la copertina, curare design e promozione del libro. Questo è il percorso da seguire” –, ha puntualizzato Luciana Bianciardi all’inizio del panel.
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Il mondo dell’editor, il rapporto tra quest’ultimo e gli autori, i segreti di una buona promozione di un libro: questi gli argomenti chiave dell’incontro, a cui hanno partecipato tantissimi giovani pronti ad intraprendere il MasterBook per diventare futuri editor.
Un pubblico nutrito ha riempito, venerdì 23 ottobre, l’Auditorium del Gioco del Lotto presso il Castello Sforzesco per l’incontro Un figlio sulle tracce del padre, panel dedicato al nuovo romanzo di Walter Veltroni Ciao, dedicato al padre Vittorio, che Veltroni non ha mai conosciuto e di cui ha sempre sofferto la mancanza.
Sono intervenuti Luciano Fontana, che ha presentato egregiamente l’ex sindaco di Roma, Daria Bignardi, che si è soffermata sullo stile di Veltroni scrittore e sulla struttura originale di questo romanzo che, come ha precisato la Bignardi, “mescola con personalità i due generi di fiction e auto fiction”. Ed infine è intervenuto Massimo Recalcati, psicoanalista e saggista che ha esaminato il rapporto tra Walter Veltroni e suo padre, descrivendolo come un rapporto in cui il figlio ha fatto esperienza del padre attraverso l’assenza.
Tra gli incontri più attesi di sabato 24 l’incontro con Corrado Augias per parlare di Processo a Gesù: l’enigma della fine e la presentazione di Sei la mia vita di Ferzan Özpetek.
Grande folla al Teatro Elfo Puccini per lo stesso Ozpetek e Geppi Cucciari, che hanno parlato dell’ultimo romanzo del regista turco, Sei la mia vita (Mondadori). Con questo lavoro autobiografico Ozpetek torna a raccontarci le atmosfere che abbiamo trovato ne Le fate ignoranti.
Sullo sfondo di un palazzo storico, dove tutto è accaduto e dove tutto si è perso, Ozpetek (ri)costruisce la storia della sua giovinezza, del suo arrivo a Roma e soprattutto ricostruisce le storie di chi ha incontrato, incrociato e amato.
Il pomeriggio di sabato è proseguito con l’incontro I quadi sono come ciliegie, uno tira l’altro… con Philippe Daverio e Roberta Scorranese, giornalista del Corriere della Sera. Daverio ha parlato del suo libro Il gioco della pittura, sottolineando che “la pittura è gioco: arriva con più immediatezza di emozione rispetto alle altre arti, proprio perché è anche gioco. Mi piace esplorare l’aspetto divertente dei quadri che osserviamo, fino a scendere nel pettegolezzo, proprio per descrivere l’arte oltre l’arte stessa”. Ed ancora: “Le mostre d’arte devono essere uno strumento per la nostra formazione mentale, altrimenti servono a ben poco”.
E mentre Daverio incanta la platea, arriviamo all’ultimo grande giorno di chiusura di questo Bookcity 2015. Tra gli incontri della mattinata di grande interesse quello dedicato interamente al nostro Belpaese: all’Expo Gate – Spazio Sforza il giornalista del De Telegraaf Maarten van Aalderen – corrispondente da diciotto anni per l’Italia e la Turchia – ha presentato al pubblico Il bello dell’Italia, il suo ultimo lavoro che raccoglie ben venticinque interviste a corrispondenti stranieri di altrettanti Paesi dei cinque continenti.
Come viene vista l’Italia dalla stampa estera? Lo ha raccontato van Aalderen: creatività, buon cibo, genuinità, bellezza, ottimismo. L’Italia non è solo figlia della crisi che sta attraversando, l’Italia è anche quello che è sempre stata, un Paese che deve investire nelle proprie potenzialità.
Dopo un aperitivo con Carlo Giuseppe Gabardini all’OPEN more than books per parlare di Fossi in te io insisterei, e dopo l’incontro dal sapore tutto internazionale con Mary Kubica al Castello Sforzesco per parlare del suo ultimo thriller La sconosciuta (Harlequin Mondadori), alla Sala della Balla si è parlato di esordienti.
Un panel dedicato a La prima cosa bella: esordire in letteratura, moderato da Federico Taddia e che ha visto partecipare sei esordienti come Alice Basso, Antonella Frontani, Cristina Petit, Lavinia Petti, Pietro Vaghi e Silvia Zucca per parlare dei loro primi lavori.
Una domenica che è proseguita in grande stile, con Mauro Corona e Paolo Di Paolo che hanno parlato de I misteri della montagna, Marco Balzano, vincitore del Premio Campiello 2015, che ha incontrato il pubblico dei lettori all’OPEN, e ancora un incontro dedicato alla presentazione di un romanzo che volge lo sguardo alla nostra attualità: Adua (Giunti) di Igiaba Scego.
La Scego, insieme a Gad Lerner in veste di moderatore, ha parlato del suo ultimo libro, un romanzo che ospita ben tre periodi storici differenti – il colonialismo italiano, la Somalia degli anni ’70 ed il nostro tragico presente, con il Mediterraneo che diventa una tomba a cielo aperto per i migranti – e che racconta la storia di Adua e di suo padre Zoppe, due facce diverse della stessa urgenza di libertà.
Tra Italia e Somalia, il romanzo della Scego – come ha dichiarato Gad Lerner – tocca tematiche importanti e sensibilizza il lettore a riscoprire una parte della nostra Storia che molti tendono ad accantonare.
Serata conclusiva in grande stile per il Bookcity Milano di quest’anno con Ferruccio De Bortoli e Claudio Magris per parlare di Non luogo a procedere (Garzanti), ultimo romanzo – violento, tenero e appassionato – di un Magris che “si confronta con l’ossessione della guerra di ogni tempo e paese” – per citare De Bortoli.
Tantissimi ospiti, grandi eventi e molte mostre dedicate ai libri e al piacere della lettura, a partire da quella dedicata ai 60 anni della Feltrinelli, passando per la mostra fotografica di Neige de Benedetti sulle spose bambine – Bambine, non spose, reportage dall’India – fino ad arrivare al Bookcrossing di via, a cura dell’Associazione Via Dolce Via e dallo Spazio Mamusca.
Il Bookcity Milano 2015 ha dato spazio alla creatività investendo nella consapevolezza che leggere rende felici, educa il lettore alla gentilezza e ad una nuova scoperta del mondo. Leggere significa guardare la realtà in una nuova prospettiva. Con Bookcity è stato possibile.