Balthus, uno sguardo delicato ed immorale a Roma
Fino al 31 gennaio 2016 in mostra a Roma la rassegna “Balthus”, sui capolavori del visionario artista, sin dai primi vagiti creativi. Divisa tra le Scuderie del Quirinale e Villa Medici, la mostra mette a nudo la somma volontà di questo pittore e fotografo: andare oltre le volontà umane e creare per il solo bene dell’arte stessa
“Che noia la morale!” diceva qualcuno, tacciandola di aver ucciso, in un solo colpo, inventiva e fantasia negli artisti. Responsabile tacita e temuta di quel “minimo decoro” che il Novecento con tutte le sue forze ha tentato di ricacciare nella sua tana. Eppure, se sfidata, anche indirettamente fautrice di invereconde meraviglie, categoricamente riscoperte tempo dopo.
Balthasar Klossowski de Rola, meglio conosciuto come Balthus, rientra alla perfezione in questo nostro, finora ideale, discorso. Nato nel 1908 e scomparso nel 2001, il pittore parigino di origine polacche fu un dandy senza sbavature, sincero negli interessi e conseguenzialmente nelle sfide artistiche, scelse sempre la coerenza con sé stesso, anche pagando il caro prezzo della critica.
Da questo oblio forzato di censura c’era bisogno di issarlo e, come sostiene giustamente Cécile Debray, glorificarlo con una mostra che si facesse perdonare. Fino al 31 gennaio 2016, con questo intento, le Scuderie del Quirinale ospitano la rassegna Balthus, che convoglia le opere del controverso artista, finalmente provocatoriamente in prima linea.
La Debray ha puntualmente diviso la mostra in 10 sezioni: ordinate secondo, più che la cronologia, l’intensità delle passioni visive dell’artista; troviamo La Strada (la Rue) con i suoi colori e rumori, le fatiche ed i volti, imprigionati nelle tele di un giovane Balthus. E ancora l’Infanzia, i delicati volti dei bambini e gli inconsapevoli e leggiadri corpi di giovinette, intente a giocare nei Giardini di Lussemburgo, ancora ignare del loro potenziale.
Con la cura verso il mondo infantile, Balthus sfida la morale in campo aperto: queste leziose figure sono tanto più affascinanti, quanto innocenti e pertanto oscenamente colpevoli. Con “I bambini Blanchard”, Balthus rende unica la propria commissione, la fanciulla colora con i pastelli la malizia dell’osservatore e la morale prepotentemente muore.
Illustratore, oltre che pittore, nelle sale delle Scuderie troviamo per intero le due più famose opere a vignette a cui si dedicò: Cime Tempestose, capolavoro di Emily Brontë e trionfo di personaggi infantilizzati a dovere; nonché Alice nel Paese delle Meraviglie e Aldilà dello specchio, in cui il pittore dà libero sfogo alla sua passione per onirismo e fantasie deliranti. Elementi questi, che non tarderanno a ripresentarsi in opere maestose come “Le chat du Meéditerranée”, così ricca di elementi e spunti per l’occhio, da lasciare ammutoliti e affaticati.
Nella sezione La Chambre (La Camera) sono esposte le opere della maturità. L’interesse di Balthus si era ormai stabilizzato sui nudi immaturi, le sue giovani modelle erano eteree eppure vive per lo spettatore: colte in flagrante, coccolate da gatti e dispettose sorelle, sempre placide. “I bei giorni”, “Fanciulla con gatto” e “La camera”, riprendendo il refrain di “Il solitario”, mostrando queste giovani interagire con sobri arredi d’interni. Camere sciatte e monocrome, nature morte che ospitano fiorenti nature vive: un chiaro contrappasso sagace, di quelli che Balthus adorava.
La mostra non finisce tra le sale delle Scuderie, ma prosegue con l’ultimo Balthus, più fotografo che pittore, nelle sale dell’Accademia di Francia, Villa Medici. L’artista nel 1961 venne nominato direttore della stessa, e vi si trasferì per oltre 15 anni. Qui iniziò un lungo lavoro di restauri, facendo della sua casa il suo tempio. Oltre agli ultimi quadri, in cui si nota che il suo interesse era approdato altrove, si possono visitare la Sala Turca, gli Appartamenti del Cardinale e il Salone della Musica, che conserva ancora perfettamente il suo stile. Questi ambienti, normalmente chiusi al pubblico, permettono allo spettatore di seguire con passo svelto l’artista, affaccendato nei suoi ambienti familiari, dove ritorna redivivo con le sue opere.
Balthus meritava questo rispolvero in pompa magna, era giustizia che fosse piacevolmente rimirato in un secolo che scinde un po’ meglio del suo predecessore, arte e realtà. Meditate l’effettiva possibilità di scoprire tra i corridoi qualcosa in più su voi stessi, sul grado di comprensione delle tensioni pure e la deplorevole attività delle censure arbitrarie.
Balthus
Scuderie del Quirinale / Villa Medici, Roma
24 ottobre 2015 – 31 gennaio 2016
Orari e costi su scuderiequirinale.it