Football Asylum, una mostra che dà un “calcio” al razzismo

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Vivere un anno a contatto con i ragazzi della squadra di calcio Liberi Nantes. Conoscerli, condividere le loro gioie ed i loro problemi. È il lavoro di Marco Mastrojanni, Laura Montanari e Claudio Cesarano, tre fotografi che hanno presentato a Roma il loro progetto “Football Asylum”

di Andrea Pulcini

football-asylum-foto-1-okUna palla, con esagoni bianchi e neri, rotola in un campo di terra rossa. Le righe bianche del campo ed i pali, delimitano il terreno, all’interno del quale si consuma questo sogno. Sembra una storia come tante invece è l’inizio di un avventura che ha come scopo l’integrazione.  È la storia del Liberi Nantes, un progetto nato a Roma nel quartiere Pietralata per dare supporto a rifugiati che hanno richiesto asilo politico.

Una storia che viene spiegata in maniera esaustiva dalla mostra fotografica Football Asylum, presentata sabato 14 novembre all’interno dei locali dell’Associazione culturale WSP photography e che ha visto nei fotografi Marco Mastrojanni, Laura Montanari e Claudio Cesarano i protagonisti di un lavoro davvero importante durante l’edizione 2014-2015 del laboratorio avanzato di reportage con Fausto Podavini.

I fotografi sono stati in contatto con questa realtà per un anno, hanno vissuto momenti belli, come le partite e la vita di campo e momenti brutti, come il loro ingresso nella “vita” privata dei ragazzi. Non è stato facile per loro portare l’occhio vitreo di una macchina fotografica all’interno delle loro vite, della loro intimità. Perché molti ne sono gelosi e non la vogliono condividere. Una volta però fatta amicizia con qualcuno di loro, il muro è stato facile da superare.

Così si sono trovati a condividere con questi ragazzi le gioie della Coppa d’Africa, vista in streaming dallo schermo di un computer. Perché Liberi Nantes è questo: Gambia, Mali, Burkina Faso e Senegal. Queste persone, anche se provenienti da Paesi diversi, sono uniti da una grande passione comune: quella per il calcio.

football-asylum-foto-3Emblematica la dichiarazione di un ragazzo intervistato dai 3 in un video mostrato durante la conferenza di presentazione: “Se mi chiedono se ho amici in Italia, non so rispondere, se mi chiedono cosa faccio in Italia ho difficoltà a rispondere, ma se mi chiedono se conosco una squadra in Italia, la mia risposta è semplice: Liberi Nantes“.

Nel parlare del progetto, ha aperto le danze Laura Montanari, che ha sottolineato l’importanza che questa squadra di calcio (attualmente in 3ª categoria) ha per questi ragazzi in quanto il calcio riesce ad unire sotto la stessa bandiera, persone di nazionalità diverse.

In un’intervista che la fotografa ci ha rilasciato, Laura ci ha raccontato che “Vivere questo anno con loro mi ha aiutata molto a capire il motivo che li spinge a rischiare la vita per raggiungere il nostro paese. Questa esperienza mi ha fatto capire molte più cose di quante non se ne leggano sui giornali“.

Marco Mastrojanni ha spiegato come i ragazzi “Sono veri amanti del calcio seguendolo a 360 gradi. Sapendo tutto. Loro miti i ragazzi africani che hanno avuto successo. Lo sport fa il resto“. Un importante frase è stata detta da Alberto Urbinati, vicepresidente del Liberi Nantes, il quale teme ripercussioni dopo quanto occorso il 13 novembre a Parigi: “Ciò che successo ieri non deve rovinare progetti buoni come questo, il rischio purtroppo lo sento. In quanto per paura si commettono spesso degli errori“.

football-asylum-foto-2-okChiude il giro di dichiarazioni, Claudio Cesarano, ormai una mascotte di questa squadra in quanto ha continuato a collaborare con i Liberi Nantes anche dopo aver concluso il suo lavoro. Claudio è rimasto legato alle sorti di questa squadra e di questo progetto e che ricorda con gioia il lavoro svolto al campo coi ragazzi.

Anche Cesarano ci ha concesso una battuta ed ha affermato: “È stata un esperienza molto bella e appagante. Mi ha aiutato a conoscere qualcosa che credevo di sapere ma che in realtà non conoscevo bene. A fatto sì che mi rendessi conto di quanto siano importanti le storie dei ragazzi.  Ci ha fatto capire quante cose a noi sembrano banali e per loro non lo sono“.

Uno scatto, emblematico chiude la rassegna. Ritrae la panchina del Liberi Nantes con dietro la scritta “Ospiti“. Il riferimento è ovviamente legato al mondo del calcio, in quanto i ragazzi giocavano una partita in trasferta ma una foto simile fa riflettere. Soprattutto perché non c’è cosa più bella di poterci considerare tutti un unico popolo. È altresì bello che grazie ad un gioco, questi ragazzi si sentano, almeno per 90 minuti uguali agli altri.

Football Asylum
fino al 9 dicembre 2015
WSP Photography
Via Costanzo Cloro, 58 Roma (metro B San Paolo)

WSP Photography è un’associazione culturale affiliata all’ENAL pertanto l’ingresso e tutte le attività, anche quelle gratuite, sono riservate ai soli soci. Costo Tessera ENAL 2015 3 euro.

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