Chris Froome, in fuga verso la vittoria

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Incredibile finale di tappa ieri al Tour de France: la maglia gialla Chris Froome cade per un incidente con una moto sul Mont Ventoux a 1 chilometro dal traguardo e corre a piedi per concludere la frazione. La direzione corsa annulla però il distacco accumulato dal britannico, che resta così leader della Grande Boucle

di Andrea Pulcini
su Twitter @Purcins

Chris Froome a piedi durante la salita del Mont Ventoux (fonte immagine: byoviral.com)

Chris Froome a piedi durante la salita del Mont Ventoux (fonte immagine: byoviral.com)

L’episodio accaduto ieri a Chris Froome, maglia gialla del Tour de France, crea un precedente, correre senza la sua bici pur di ottenere la vittoria è un gesto che compete solo a chi, ha la vittoria nel sangue, nel DNA. Conseguente ma non meno importante il gesto della Direzione Gara della Grande Boucle che decide, con un bel gesto di fair play, di annullare i distacchi e mantenere la situazione invariata a prima dell’incidente.

La voglia e la volontà di vincere sempre, anche quando le circostanze ti voltano le spalle. Anche quando vai accidentalmente addosso ad una moto-corsa che inchioda improvvisamente. Anche se con la bici distrutta non vuoi attendere l’ammiraglia e ti avvii di corsa al traguardo. Questo è quanto occorso a Chris Froome a circa 1 chilometro dall’arrivo della tappa che ieri portava al Mont Ventoux, famoso per essere stato asceso da Francesco Petrarca nel 1336 e per essere una delle strade più affascinanti del Tour. 

Il ciclista del team Sky, dopo 177 chilometri di corsa in bici ha avuto la lucidità di correre più vicino al traguardo facilitando le operazioni di recupero bici. Questo imprevisto ha fatto arrivare il leader della competizione a 53” dalla nuova maglia gialla (per pochi minuti), il britannico Yates. Questo episodio è scaturito dall’eccessiva vicinanza del pubblico ai corridori. Questo ha spinto due moto a frenare improvvisamente. Dietro l’ultima di queste moto era presente Froome insieme a Richie Porte e Bauke Mollema: i tre cadono, e proprio il britannico è quello che perde più tempo per ripartire. Peccato che lo faccia a piedi, perché la bicicletta di scorta consegnata dall’ammiraglia non va bene.

In virtù di questa sfortunata serie di imprevisti l’organizzazione, dopo aver analizzato le immagini e non potendo contare su rilevamenti cronometrici certificati, ha preso in esame i tempi di RadioCorsa ed ha deciso di “congelare” il tutto a prima dell’incidente. Un gesto probabilmente di buon senso, resosi necessario davanti ad un evento straordinario. Il ciclismo spesso, ma soprattutto nei tratti in pianura può neutralizzare i tempi. E lo fa tramite un rilevamento fatto grazie all’ausilio di bande elettroniche che ricevono il segnale di passaggio dai trasponder dei corridori montati sulle bici. Non essendo stato montato questo sistema, quello che è successo ieri nella 12ª tappa del Tour de France (vinta dal belga De Gendt) creerà un precedente al quale gli avversari, che si sono lamentati della decisione presa, potranno un domani appellarsi.

Nonostante tutto, il provvedimento della direzione gara per quanto lascia interdetti gli sconfitti merita di essere lodata. In un mondo dello sport dominato da persone che per vincere sono disposte a tutto, sapere che chi organizza la corsa a tappe più famosa del mondo si onora di un gesto simile, è un bel segnale che il mondo del ciclismo lancia al mondo dello sport.

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