L’occulto iperrealista secondo Hilary Mantel
Hilary Mantel con la sua prosa vivida e la sua abilità descrittiva dipinge con humor nero un impietoso affresco iperrealista della vita di oggi. “Al di là del nero” è una satira della vita contemporanea dove il senso ultimo dell’esistenza si risolve in un continuum tra mondo dei vivi e aldilà
di Giusy Andreano
su Twitter @Giusy_Andreano
Hilary Mantel ben prima di scrivere la trilogia dedicata a Thomas Cromwell che le ha permesso di portare a casa ben due Man Booker Prize grazie ai primi due romanzi della serie Wolf Hall (da cui è stata tratta l’omonima serie tv prodotta dalla Bbc vincitrice del Golden Globe) e Anna Bolena, una questione di famiglia, nel 2005 ha pubblicato Beyond Black, romanzo che lo scorso febbraio Fazi Editore ha tradotto in italiano con il titolo di Al di là del nero. Una storia contemporanea ambientata nei sobborghi del sud dell’Inghilterra che diventa metafora di quell’abisso chiamato inconscio e una satira sulla credulità, il bisogno di certezze e il senso dell’identità.
La protagonista è Alison Hart, una sensitiva che ha ricevuto da piccola il “dono” di comunicare con gli spiriti. La donna vive dei guadagni dei suoi consulti e dei suoi spettacoli da medium dove si destreggia con scaltrezza tra l’abilità manipolatoria di intuire le afflizioni dei tipi umani che affollano le sue sedute e l’effettiva capacità di essere contattata dagli spiriti.
La debordante fisicità della donna è un elemento esteriore che puntualizza il suo essere fuori dalla norma. Un corpo ingombrante, fuori misura com’è fuori misura la sua vita.
Quanto più Alison prova a dare sollievo alle persone che la contattano per avere notizia su chi non c’è più edulcorando e normalizzando la dura e feroce verità di questi messaggi eterei dall’oltretomba, ad esempio non utilizza mai la parola morti, allo stesso tempo la donna non è in grado di proteggersi dalla violenza malevola che il mondo dei più le rovescia addosso.
La donna vive costantemente il suo calvario personale per opera di uno spirito guida rozzo, volgare, malvagio e greve, il nano da circo Morris e la sua cricca di amici trapassati che continuano a tormentare in spirito la povera Alison tanto quanto le rendevano la vita un inferno in vita, abusando di lei da ragazzina. Questa masnada infernale un tempo frequentava la casa dove la piccola Alison è cresciuta a fianco della madre prostituta, donna spregevole che ben presto la consegna alle voglie di questa sub-umanità priva di limiti. Ma cosa si può pretendere da una donna che ha per amica immaginaria una donna assassinata?
E qui c’è il primo assunto della visione escatologica dell’autrice: la morte non eleva, non purifica, non migliora, è semplicemente un cambio di stato, ma si rimane così come si era in vita e se in vita si è stati degli esseri spregevoli e malvagi lo si continuerà ad essere nell’aldilà. I morti dicono bugie e sono malvagi come i vivi. Il mondo ultraterreno è copia di quello di quaggiù. Tutti malati di un narcisistico bisogno di ascolto, infatti la medium è costantemente inseguita da spiriti che hanno bisogno di considerazione: dalla nonnina che ha perso un bottone del cardigan, a sedicenti membri della famiglia reale.
A mano a mano che la storia procede si intuisce come il nero che bisogna superare non è soltanto quello del trapasso, bensì è quello del rimosso che si è tentato di lasciare alle spalle, le paure che abbiamo ignorato per evitare di affrontarle, i ricordi terribili che pensavamo potessero annientarci ma che riaffiorano alla coscienza in frammenti disturbanti, le proiezioni di questo rimosso si incarnano negli stessi demoni che bisbigliano e spesso urlano nella testa della povera Alison e torturano il suo corpo.
“Al di là del nero” è anche una storia di solitudine. Alison è posseduta dai demoni, richiesta dai consultanti, vista come una freak da sfruttare da Colette, ma mai compresa e accettata nel suo essere una persona oltre il suo ruolo. Colette è l’assistente diametralmente opposta ad Alison, è arida, calcolatrice, priva di cuore e di compassione, secca come è secco il suo cuore. Una donna a sua volta bisognosa di aiuto, ma incapace di darlo e di darselo, due incomunicabilità che camminano un tratto di strada insieme
Questo romanzo oscuro e ricco di un esoterico magnetismo è anche una riflessione sul senso dell’identità, che è qualcosa di molto sfuggente. Ci sono personaggi morti, altri che sono defunti e che agiscono come vivi, e vivi che sembrano morti
La maestria della Mantel risiede nell’esplorare il quotidiano, con i suoi dettagli minimali e di renderlo rivelatore. Anche se il libro è pervaso da un senso costante di minaccia, di orrore, ci sono momenti di leggerezza, quando assistiamo alle fiere sul paranormale o alle varie discipline dell’occulto o all’atteggiamento furbesco e approssimativo delle colleghe sensitive che tra rune e tarocchi, ma anche quando la principessa Diana chiede ad Alison di salutare i suoi figli dei quali ha già dimenticato il nome.
Illusioni a prezzo scontato.
Alison, che cresce proprio nella misura in cui accetta le origini crudeli e violente della sua medianità, la sua propria crudeltà e la satira sociale intorno alla credulità di un mondo che si sfarina sotto le mentite spoglie di illusioni a prezzo scontato; l’ambiguo confine fra identità presunte e identità reali non solo in termini paranormali, ma anche per la difficoltà tutta terrena di stabilire chi siamo e cosa vogliamo. Rimane il collante delle tante solitudini, ad accomunare forzatamente sia le persone che gli spiriti, in questa passeggiata tra il mondo dei vivi e dei morti, tra luce e ombra.
“Al di là del nero” di Hilary Mantel
di Fazi Editore, collana “Le strade”
Titolo originale: Beyond black
Traduzione: Giuseppina Oneto
Pagine: 493
Hilary Mantel
Nata nel Derbyshire nel 1952, Hilary Mantel ha scritto tredici romanzi, fra cui spiccano Wolf Hall (2011) e Anna Bolena, una questione di famiglia (2013), i primi due libri della fortunata trilogia sulla dinastia Tudor, entrambi insigniti del Man Booker Prize, e La storia segreta della Rivoluzione, imponente opera sulla Rivoluzione francese pubblicata da Fazi Editore in tre volumi. Da Wolf Hall e Anna Bolena, una questione di famiglia la BBC ha tratto l’apprezzata serie TV Wolf Hall, che ha vinto il Golden Globe 2016 come miglior miniserie.