CuRIOsità olimpiche #2: i Giochi respingono il sogno di Nibali
A 12 km dal traguardo della gara di ciclismo su strada Vincenzo Nibali cade in discesa e si procura una doppia frattura alla clavicola, dicendo addio a una probabile medaglia e chissà, forse a un oro
di Graziano Rossi
su Twitter @grazianorossi
Delusione cocente per l’Italia di ciclismo maschile a Rio 2016, in una corsa ben gestita dalla Nazionale di Davide Cassani, fino al km 225, quando il capitano azzurro Vincenzo Nibali, in quel momento in testa insieme ad altri due corridori, è caduto in discesa, dicendo addio a una probabile medaglia e a un possibile oro olimpico.
Il campione italiano, punta di diamante di una squadra ben amalgamata grazie alla presenza di Aru, De Marchi, Rosa e Caruso al suo fianco, ha fatto la gara che doveva fare, scattando sulle salite del complesso e difficile percorso dei XXXI Giochi, cercando l’affondo quando la strada si inerpicava e quando ripida si ributtava verso il traguardo di Copacabana. Ed è proprio l’ultima discesa a respingere le ambizioni di Nibali, con l’ulteriore sfortuna di rimediare una doppia frattura a una clavicola.
Sono attimi silenziosi quelli successivi alla caduta del corridore messinese: silenzio suo e del ct Davide Cassani, che su Twitter a fine corsa si dice orgoglioso della sua squadra, una “squadra vera”. Di certo ai ragazzi azzurri non si può rimproverare nulla, con Alessandro De Marchi e Damiano Caruso a spingere in avanti il gruppo dei migliori, e con un Fabio Aru che fino all’ultimo ha aiutato Vincenzo Nibali, chiudendo 6°, mentre il belga Greg Van Avermaet alzava le braccia al cielo per la sua medaglia d’oro conquistata davanti al danese Jakob Fuglsang e al polacco Rafał Majka.
Per il due volte vincitore del Giro d’Italia e trionfatore del Tour de France 2014 il ritorno in Italia sarà subito importante, perché sarà operato a Brescia per tornare il prima possibile in sella. Peccato Vincenzo, perché insieme a te, da Rio come dall’Italia, eravamo pronti ad esultare per un podio olimpico a coronamento di una fantastica carriera. Bravo comunque. E bravi i tuoi compagni di squadra per averci provato, inseguendo un oro che all’Italia manca dalle Olimpiadi del 2004, dalla meravigliosa vittoria di Paolo Bettini ad Atene.