CuRIOsità olimpiche #4: Quando la politica entra in contatto con il mondo olimpico
Politica e sport sono da sempre legati e l’olimpiade è un volano importante per accendere le luci su questioni di politica estera. In questi giorni a tenere banco a Rio 2016 sono le controversie avvenute tra serbi e kosovari e tra israeliani e libanesi
di Andrea Pulcini
su Twitter @Purcins
Lacrime di gioia che potrebbero presto trasformarsi in attimi di riflessione. Majlinda Kelmendi, conquistando l’oro contro l’italiana Odette Giuffrida nel judo femminile cat. 52 kg, ha portato il Kosovo, nazione riconosciuta dal CIO nel 2014, ad ottenere la sua prima medaglia olimpica. Una vittoria storica, per un Paese che ha dovuto lottare per la sua indipendenza.
E ora, che finalmente prende parte ad eventi sportivi dovrà lottare contro la discriminazione. Pochi giorni fa, il Governo della Serbia ha diramato una nota nella quale si raccomanda, ma non obbliga, gli atleti serbi a lasciare un podio nel quale dovesse essere presente un atleta kosovaro. “Non vogliamo certo minacciare i nostri atleti, ma non possiamo ascoltare l’inno del Kosovo e guardare la loro bandiera”, ha dichiarato il ministro dello Sport serbo Vanja Udovicic.
Purtroppo non è l’unico caso di questo genere che si verifica ai Giochi Olimpici di quest’anno. Pochi giorni fa, un autobus è stato il teatro di una diatriba tra Israele e Libano. Il mezzo, in procinto di dirigersi verso lo stadio Maracanã era stato occupato da atleti libanesi i quali, vedendo che alcuni atleti israeliani stavano per sopraggiungere, hanno intimato all’autista di partire e di chiudere le porte. L’ultima voce e decisione in merito è stata presa dal Capodelegazione dei libanesi, Salim al-Haj Nicolas. I due paesi non hanno rapporti diplomatici e questo ha inevitabilmente creato l’inconveniente risolto dagli organizzatore, assegnando ad ognuna delle formazioni un bus diverso.
La politica internazionale ha sempre rappresentato una parte importante delle Olimpiadi, basti pensare al boicottaggio USA a Mosca nel 1980 e a quello sovietico del 1984 a Los Angeles o alla manifestazione delle Black Panthers che monopolizzarono i podi dell’Olimpiade di Città del Messico del 1968.
La speranza è che non si torni a rivivere l’orrore vissuto dagli atleti israeliani nel 1972 a Monaco quando, per mano di un gruppo terroristico palestinese ,persero la vita tutti i membri della spedizione proveniente da Israele.