#CuRIOsità olimpiche #6 | Il Team dei Rifugiati tra gare e integrazione
In attesa delle gare di atletica che partono oggi e che vedono impegnati molti degli atleti che da rifugiati gareggiano sotto la bandiera olimpica, torniamo a parlare del Team dei Rifugiati
di Andrea Pulcini
su Twitter @Purcins
Non stanno ottenendo risultati eccezionali, ma non sono qui per questo. Il Team dei Rifugiati che prende parte alle Olimpiadi di Rio 2016 sotto la bandiera del CIO è qui per far capire al mondo che i rifugiati non sono una piaga, ma una risorse, persone con sogni e ambizioni che con la forza di volontà si possono raggiungere.
Nella categoria uomini 90 kg di judo il membro del Team dei Rifugiati Popole Misenga, originario della Repubblica Democratica del Congo è stato eliminato agli ottavi di finali contro il sudcoreano Donghan Gwak.
Anis Rami, rifugiato siriano, si è qualificato 56° nei 100 metri stile libero di nuoto con il tempo di 54”25: “È fantastico essere ai blocchi di partenza di un evento come questo, in qualità di rifugiato ho attirato su di me molta attenzione”, ha detto Rami al sito ufficiale dei Giochi.l siriano ha gareggiato anche nei 100 farfalla, ma si è classificato solo 40°.
Yolanda Bukasa Mabika, congolose, ha preso parte alla competizione di judo femminile nella categoria 70 kg ed è stata eliminata nei sedicesimi di finale dall’israeliana Linda Bolder col risultato di 110 a 0. Yusra Mardini, siriana, non ha passato la batteria nei 100 metri stile libero, classificandosi 45ª, mentre si è classificata 41ª nei 100 farfalla.
Questi i risultati in attesa di vedere cosa faranno i ragazzi e le ragazze impegnate nelle gare di atletica. Una cosa è certa, la loro battaglia, l’hanno già vinta, quella dell’integrazione.