Giunta Raggi: è caos
A Roma via il Capo di Gabinetto Raineri e l’Assessore al bilancio e alle partecipate Minenna. Lasciano anche Alessandro Solidoro di Ama e Marco Rettigheri e Armando Brandolese di Atac. Primo vero banco di prova della giunta Raggi
di Francesca De Santis
su Twitter @FrancescaDeS
È stato un rientro sui banchi burrascoso quello della Sindaca di Roma Virginia Raggi che, all’alba di giovedì 1 settembre, si è trovata a dover fronteggiare la prima forte crisi della sua amministrazione: le dimissioni di due carte da novanta della giunta e di tre esponenti delle due principali aziende partecipate della città, costituiscono una crisi bella e buona da affrontare – nonostante Luigi Di Maio abbia subito preso le difese della Raggi e il Vicesindaco Daniele Frongia abbia levato gli scudi al grido di “Non è crisi, è trasparenza”.
Parte delle vicende degli ultimi giorni hanno origine nei primi passi mossi dalla Raggi e dalla sua squadra. Poco dopo la sua elezione, veniva contestato alla Sindaca di non avere ancora una rosa di candidati pronta a governare la città. Era il 5 luglio, quando l’esponente dei 5 Stelle annunciava che la giunta era stata chiusa. Fra i primi nomi, spuntavano quelli di Daniele Frongia e Raffaele Marra, due massimi esponenti del cosiddetto “Raggio magico” ai quali la Sindaca avrebbe voluto attribuire, rispettivamente, il ruolo di Capo e di Vice Capo di Gabinetto Vicario con potere di firma.
Le contestazioni furono subito fragorose: la candidatura di Frongia fu affossata per una presunta incompatibilità con il suo precedente ruolo in Consiglio Comunale. Ma è proprio il nome di Marra a suscitare i dubbi più forti, in quanto ex collaboratore di Gianni Alemanno e di Renata Polverini alla Regione Lazio. Pare sia stato lo stesso Beppe Grillo a chiamare, al tempo, Virginia Raggi, per cercare di dissuaderla dal dare tale potere a una persona il cui nome appare legato a una delle giunte più discusse che la Capitale abbia visto negli ultimi tempi. Iniziò, così, un nuovo toto-nomi per il Gabinetto del Sindaco di Roma.
Il Capo di Gabinetto, nel governo di un ente locale, ricopre un ruolo importante. L’Articolo 8 del Regolamento sull’Ordinamento degli Uffici e dei Servizi di Roma Capitale recita: “Il Capo di Gabinetto assiste alle riunioni della Giunta Capitolina con funzioni consultive e referenti”. E ancora: “Il Gabinetto del Sindaco supporta il Capo dell’Amministrazione nell’esercizio delle sue funzioni politico-istituzionali”. Il Capo del Gabinetto e il suo ufficio costituiscono, in sostanza, la spalla destra del Sindaco. E allora ci si chiede come mai, in poco più di due mesi, si siano fatti fuori tre possibili Capi di Gabinetto; come mai, Virginia Raggi non avesse chiaro in testa chi volere accanto oppure, perché e a chi, quel qualcuno non andava bene.
Dopo la bocciatura del duetto Frongia-Marra (il primo dirottato sul ruolo di Vicesindaco e il secondo nominato Vice Capo di Gabinetto ma non con funzioni vicarie), è stata la volta del magistrato contabile Daniela Morgante – vicina a Roberta Lombardi, da considerarsi non proprio una fan di Virginia Raggi all’interno del M5S, tanto da aver abbandonato il mini-direttorio romano – che alla fine non è si data più disponibile a ricoprire l’incarico viste le ripetute titubanze e rinvii della decisione da parte dell’Amministrazione capitolina. Si arriva dunque alla nomina di Carla Romana Raineri, caldeggiata proprio dall’Assessore al bilancio Marcello Minenna. A seguito delle contestazioni relative ai 193mila euro di compenso annuali spettanti alla Capo di Gabinetto, firmati e autorizzati dalla Sindaca stessa, la Raggi decide di avviare una verifica della liceità della nomina della Raineri.
Nonostante il parere positivo dell’Avvocatura Capitolina, la Raggi, per mano del suo Vice Capo di Gabinetto Raffaele Marra, decide di chiedere un parere anche all’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) di Raffaele Cantone, che emette un parere discordante da quello dell’Avvocatura: la nomina della Raineri contiene, in effetti, dell’incongruità in quanto è stata emessa seguendo l’articolo 90 del TUEL (Testo Unico degli Enti Locali), che regolamenta figure di supporto quali il Capo di Gabinetto del Sindaco, ma per la definizione del trattamento economico, si è fatto riferimento all’articolo 110 del TUEL che, invece, tratta del compenso del personale dirigenziale, assunto tramite procedura concorsuale.
Un errore, dunque, voluto e pilotato da Raffaele Marra e dal Capo della Segreteria Politica del Sindaco Salvatore Romeo, per poter incastrare in un secondo momento la Raineri che non vedeva di buon occhio il loro eccessivo potere all’interno dell’Amministrazione capitolina; oppure un errore commesso dalla Sindaca e dal suo personale senza un bieco secondo fine, semplicemente per incompetenza: ma se così fosse, sarebbe stato possibile recuperare la situazione sanando l’atto e non accettando le successive dimissioni della Raineri. Appare evidente, che questa volontà non c’era.
Ma gli sbagli non sono ammissibili in una piazza diffcile come quella di Roma e le congiure vanno ben nascoste. Quindi, alle 5 di mattina del 1 settembre, scatta immediatamente la strategia comunicativa del Movimento 5 Stelle che cerca di anticipare la tempesta che si scatenerà al mattino, annunciando con un post sulla pagina Facebook di Virginia Raggi, la revoca di Carla Romana Raineri dall’incarico di Capo Gabinetto, in nome della trasparenza e della legalità. Una comunicazione che il primo cittadino ritiene ufficiale ma che di ufficiale ha ben poco, considerando che un social network non è il sito istituzionale di Roma Capitale e che, al mattino, non portava traccia della revoca del Capo di Gabinetto. Eppure, costituirebbe, senza dubbio, un luogo più adatto a questo genere di comunicazione istituzionale visto che si rivolge a tutti i cittadini e non solo ai follower della Sindaca.
Come previsto, la mattina del 1 settembre Carla Raineri rassegna le sue dimissioni insieme all’Assessore al bilancio e alle partecipate Marcello Minenna. A seguire, lasciano anche l’Amministratore unico di AMA, Alessandro Solidoro, nominato un mese fa e vicino a Minenna, il Direttore Generale di ATAC, Marco Rettigheri e l’Amministratore unico della partecipata dei trasporti di Roma, Armando Brandolese, per divergenze con l’Assessore alla Città in movimento, Linda Meleo.
Dopo aver rifiutato di riferire in Consiglio Comunale, la Raggi ha riunito la sua giunta e i fedelissimi per dare via alla ricerca di nuovi nomi: Raffaele de Dominicis è stato nominato nuovo Assessore al bilancio, disgiunto dalla gestione delle partecipate; Manuel Fantasia è il nuovo Amministratore unico di Atac; intanto, si parla anche di una marginalizzazione del ruolo di Raffaele Marra.
Chissà se questa volta Virginia Raggi riuscirà a trovare dei candidati solidi o se la lotta intestina fra “il raggio magico” e le “Stelle nazionali” costruirà muri così alti da frenare, ancora una volta, quel vento del cambiamento tanto millantato e che al momento non ha soffiato su una città in attesa e che continua ad amministrarsi da sola.
Una risposta
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