Canile Muratella autogestito: la latitanza di Roma Capitale
Dal 1° maggio il Canile Comunale di Muratella è autogestito dagli ex lavoratori e volontari che garantiscono la continuità del servizio pubblico e la cura degli animali ospiti della struttura. L’amministrazione comunale non eroga alcun servizio né contributo. All’orizzonte l’assegnazione di un bando di gara che già fa discutere
di Alessandra Bernardo
su Twitter @alebernardo79
Sono passati più di 140 giorni dall’inizio dell’autogestione al Canile Comunale di Muratella, gli ex lavoratori e volontari dell’associazione AVCPP (Associazione Volontari Canile di Porta Portese), che per oltre quindici anni ha diretto i canili comunali, continuano a garantire il servizio pubblico e la cura degli animali presenti nella struttura.
Sono circa 600 i cani e una settantina i gatti che, ogni giorno, continuano ad avere assistenza grazie alla continuità di lavoro da parte di coloro che, dal primo maggio, sono stati licenziati. L’amministrazione comunale, completamente latitante, non eroga alcun servizio né contributo economico per la gestione del canile.
Facciamo un passo indietro. Il 30 aprile scorso scade la convenzione tra il Comune di Roma e l’associazione AVCPP che, fino allora, aveva guidato le strutture comunali con affidamenti diretti senza che fosse promosso alcun bando di gara, i pochi tentativi sono stati sospesi per irregolarità, l’ultimo vede come partecipante una delle cooperative riconducibili a Buzzi, coinvolto nello scandalo di Mafia Capitale.
Il Campidoglio propone poi una proroga a un terzo della cifra fino a quel momento erogata, pari a 137mila euro al mese. Una somma che avrebbe obbligato al licenziamento della quasi totalità dei cento dipendenti e nessuna garanzia per il benessere e la tutela degli animali. La proposta viene, pertanto, rifiutata dall’associazione. Nasce così l’autogestione di Muratella.
Abbiamo raggiunto al telefono Simone Placido, ex lavoratore del canile che, dal primo maggio, insieme a altri ex lavoratori e volontari, continua a garantire la cura e il sostentamento degli animali a Muratella.
Dal primo maggio siete in autogestione, garantendo il servizio pubblico e la cura degli animali ricoverati nella struttura, ci racconta brevemente cosa è accaduto in questi mesi?
Alla scadenza della convenzione del 30 aprile con il Comune di Roma, avrebbe dovuto seguire una nuova assegnazione con titolari diversi da AVCPP. Quel provvedimento, a nostro avviso, non ha seguito le normali procedure amministrative e sindacali per cui, dal primo maggio, il canile si è trovato senza un gestore vincitore di un regolare bando né di un affidamento diretto. Muratella era completamente abbandonata a se stessa e senza una guida. Da oltre quattro mesi, quindi in autogestione ci occupiamo di portare avanti la struttura e curare gratuitamente gli animali presenti, garantendo così un servizio che va di là del volontariato, che opera sette giorni su sette, con una copertura giornaliera, per ogni singolo lavoratore, di otto ore. Abbiamo, inoltre, cercato prima delle elezioni un confronto con il dipartimento e, successivamente, direttamente con l’assessorato e l’amministrazione. Fino ad oggi, però, a parte qualche chiacchierata informale, non abbiamo ottenuto nulla se non un silenzio assordante. Questo lunghissimo periodo di autogestione significa per noi costi enormi e una grandissima responsabilità che in questo momento nessuno ci riconosce.
Quali sono stati i risultati della vostra attività?
I risultati che per noi in questi mesi sono contati di più sono due: l’uscita degli animali in adozione e avere instaurato delle relazioni con il territorio. C’è ad esempio il comitato di Ponte Galeria che ha sostenuto alcune nostre iniziative sul tema della sensibilizzazione dei cani liberi accuditi e la sterilizzazione sul territorio. In riferimento al tema delle adozioni, che è poi la finalità del nostro lavoro, dal primo maggio al primo settembre abbiamo accolto 528 cani in ingresso, 356 sono state le adozioni e/o i ricongiungimenti, 358 sono stati i gatti entrati nel Punto di Primo Soccorso, molti dei quali adottati, il che ha permesso di non congestionare le strutture e oasi private. Il Punto di Primo Soccorso ha, pertanto, un ruolo importante perché non esistendo un Punto di Soccorso pubblico la nostra attività riesce a decongestionare le oasi e le strutture che si occupano di gatti sul territorio. Abbiamo, inoltre, garantito un servizio pubblico accogliendo all’interno del canile 4.002 cittadini che hanno usufruito dei nostri servizi a vario titolo.
Ci parla della campagna di crowdfunding #IoMeNeOccupo?
La campagna di crowdfunding #IoMeNeOccupo nasce all’indomani dell’inizio dell’autogestione a Muratella quando abbiamo capito che, mancando ancora un sindaco e con un dipartimento assente, nessuno si sarebbe occupato del canile, garantendo così il sostentamento degli animali l’acquisto di farmaci e di quant’altro necessario per la loro gestione. In uno stato di assoluta emergenza abbiamo lanciato questa campagna attraverso la pagina facebook IoMeNeOccupo. L’iniziativa ha portato a raccogliere, fino ad oggi, circa 17mila euro, oltre a materiale e cibo. Tra i finanziatori e sostenitori di questa iniziativa c’è, tra l’altro, un assessore della nuova giunta capitolina, cosa che va a cozzare poi con una giunta nel suo complesso che non si esprime su una situazione emergenziale su cui va ristabilita la legalità e la legittimità. La campagna continua ad andare avanti con varie iniziative tra le quali una raccolta per il ricovero di un cane di nome Stella la cui degenza, presso una clinica privata, ci costa circa 300 euro al mese. Riusciamo quindi a gestire il canile grazie a questa campagna e alla grande solidarietà dei cittadini.
Questa situazione dovrebbe trovare il suo epilogo nel bando di gara che consacrerà un vincitore, qual è la vostra opinione in merito?
Noi chiediamo, innanzitutto, il ritiro del bando perché nasce dalle stesse dinamiche dell’ultimo affidamento che portò al licenziamento dei 93 dipendenti e che ha condotto all’autogestione del canile. Il bando va ritirato perché è insufficiente e inadeguato. Al suo interno non è presente il settore gatti, l’unico Punto di Primo Soccorso cogestito Asl/ Comune di Roma sparisce, chiunque ne abbia necessità dovrà rivolgersi a strutture private con costi esorbitanti e molti gatti moriranno sulle strade perché non sarà possibile sostenere i costi di cura e degenza. La parte del bando relativa ai cani è inadeguata relativamente al numero del personale coinvolto, gestire Muratella che ospita circa 600 cani e l’Ex Cinodromo che ne può contenere circa 200, con 20/25 operatori significa produrre una malversazione nei confronti degli animali che hanno necessità di cure individuali e un numero di lavoratori adeguato che questo bando non prevede. Altra questione importante riguarda le conseguenze gestionali che il bando porterà, il canile verrà di fatto privatizzato. Il 13 settembre, intanto, è stata aperta la busta dell’offerta economica per cui, a breve, avremo un’assegnazione e un vincitore del bando. Le uniche due società che sono in concorrenza sul bando sono due Società a responsabilità Limitata, che hanno il profitto come loro scopo sociale. La giunta comunale si trova a dover scegliere se mantenere carattere pubblico al servizio oppure se avvantaggiare, con soldi pubblici, aziende private per far lucro sui canili romani.
Da questa esperienza è possibile ottenere un modello di gestione che possa essere da esempio per l’amministrazione capitolina?
Da questa esperienza possiamo ottenere un modello di gestione diverso, un modello che non sia privatistico, consentendo il non intervento nella gestione di soggetti privati che porterebbe ad un esborso di denaro in eccesso che finirebbe nelle tasche di soggetti che, giustamente, per loro stesso scopo, hanno il profitto come finalità. In questi mesi abbiamo dimostrato come il meccanismo dirigenziale che si era messo in moto nella gestione dei canili e tutte le figure intermedie, che sono tra management e dirigenza, non servono. E’ necessario valorizzare la ricchezza interna attraverso l’internalizzazione del servizio che deve avere carattere pubblico, gli sprechi devono essere tagliati nell’attenta gestione dei materiali, del cibo e di quello che concerne l’intera organizzazione. Il risparmio deve essere focalizzato sulle figure dirigenziali che non hanno senso di esistere in questo luogo, la stabilizzazione dei lavoratori deve avvenire attraverso un processo che porterà a renderli dipendenti di Roma Capitale, con la suddivisione dei ruoli già esistenti. Aspiriamo, quindi, ad una gestione pubblica diversa, che passa attraverso la valorizzazione della cooperazione sociale e la ricchezza dei singoli individui che per anni hanno operato nella struttura.
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