Sette canzoni per sette racconti
L’esordio letterario di una “rockettara sotto mentite spoglie” targato L’Erudita: “Playlist – Sette canzoni per sette racconti” di Arianna Acciarino è stato presentato il 27 novembre nella sede romana della Giulio Perrone Editore
di Alessandra Giannitelli
su Twitter @Alessandrag_83
Ascoltare una canzone, lasciarsi cullare dalle note che la caratterizzano e che per prime catturano la nostra attenzione, accarezzare piano ogni singola parola che la melodia sta sottolineando.
Partire da questo connubio di musica e poesia per accogliere e mettere nero su bianco delle immagini nuove, che da quel testo scaturiscono ma che da quello stesso contesto esulano: è quello che Arianna Acciarino ha fatto per dieci anni, accumulando storie, fotografie immaginarie, voci di persone a lei sconosciute e legandole armonicamente ai testi di sette canzoni di alcuni dei suoi artisti italiani preferiti.
Elisa, Subsonica, Linea 77, Cristina Donà, Verdena, Afterhours, …A Toys Orchestra sono gli artisti richiamati all’appello dalle file dei vent’anni della scrittrice, ognuno dei quali ha contribuito a colorare con un pastello diverso le linee della sua emotività.
“Ogni parola ha il suo peso – sottolinea Arianna – e quindi è dal peso
di quelle parole messe insieme che in me sono nate queste immagini che poi ho trasformato
in storie, si costruivano proprio durante l’ascolto, senza neanche rifletterci troppo.”
Presentato per la prima volta a Roma lo scorso 27 novembre dal direttore editoriale della casa editrice Erudita, Antonio Sunseri, nella sede romana della Giulio Perrone Editore, “Playlist – Sette canzoni per sette racconti” (L’Erudita, 2016) si rivela sin dalle prime pagine come una voce che tira in ballo un confronto senza maschere tra l’universo musicale e quello letterario. Ma come si sono incontrati, nell’emotività di Arianna, questi due mondi apparentemente separati?
“Ho un amore sviscerato per le parole e quindi ogni modo che trovo d’espressione, che sia letteraria che sia musicale, per me è una sorta di passione vera e propria”, chiarisce l’autrice. “Per me la musica e la scrittura non sono poi separate, perché quello che mi colpisce di più è sempre la parola. […] La musica invece è stata una passione che un po’ me la porto da casa e un po’, crescendo, con mille avventure, con tante amiche, viaggiando per l’Italia e per il mondo, seguendo concerti, mi ha aperto un altro mondo ancora, cioè quello di chi ha condiviso con me questi due mondi e li ha uniti”.
Ciò che una canzone ispira, durante l’ascolto, sarà sempre differente da persona a persona e, soprattutto, dalle intenzioni dell’artista. Un po’ come succede in letteratura, dove l’opera va a formare storie, immagini e interpretazioni del tutto differenti l’una dall’altra nella mente di ogni singolo lettore.
Ecco allora che i racconti che vanno a comporre “Playlist” dipingono con tratti sottili e particolareggiati le vite più disparate di uomini e donne lontani tra loro e dalla vita dell’autrice stessa.
Ben oltre il vincolo autobiografico – indubbiamente presente tra le righe, come in ogni opera letteraria – le immagini scaturite dall’ascolto delle canzoni descrivono però vite spesso lontanissime dalle esperienze vissute finora da Arianna, esistenze che hanno preso forma e fiato nella sua mente indipendentemente dalla sua razionalità.
“Ognuna di quelle canzoni mi faceva pensare a qualcosa che non per forza avevo vissuto io o ha vissuto qualcuno che conosco: mi davano delle immagini”, conferma la Acciarino.
Sullo sfondo, oltre le vite dei singoli individui, oltre gli eventi che colpiscono queste persone, si materializza il sussurro di strade cittadine molto vicine alla scrittrice: una città ben precisa che si veste però, all’occasione, di altre mura, perché “le città sono tutte uguali e tutte diverse, quello che rimane sempre uguale è la vita che ci fanno dentro le persone”.
“Nel momento in cui le hai lasciate andare e le hai messe nero su bianco, come cambia il tuo rapporto con queste storie? Come immagini che cambierà?”, chiedo ad Arianna. “Mi fa uno strano effetto condividerle. Da una certa prospettiva, ho dato finalmente a queste storie la loro forma, ho messo un punto. Dall’altro in realtà non è un punto, perché la mia speranza è che qualcuno mi dica che in queste canzoni ci ha visto qualcos’altro, oppure che un racconto gli è piaciuto tantissimo ma che non c’entra nulla con la canzone. È un ‘punto e ripartenza’”.
Non resta quindi che seguire la scaletta dei brani che apre “Playlist” e iniziare a scorrere le pagine dell’opera prima di una rockettara sotto mentite spoglie.
Playlist – Sette canzoni per sette racconti
Elisa – A feast for me (da Pipes & Flowers, 1997)
Subsonica – Albe meccaniche (da Microchip Emozionale, 1999)
Linea77 – Moka (da Ketchup Suicide, 2000)
Cristina Donà – Triathlon (da Dove Sei Tu, 2003)
Verdena – Phantastica (da Il suicidio del Samurai, 2004)
Afterhours – Ci sono molti modi (da Ballate per Piccole Iene, 2005)
… A Toys Orchestra – Invisible (da Technicolor Dreams, 2007)