Nico Rosberg: la Formula 1 è ai tuoi piedi
Un pilota tedesco che vince su auto tedesca. Nico Rosberg laureandosi campione del mondo di Formula 1 ad Abu Dhabi ha centrato il vero grande obiettivo della Mercedes da quando è tornata nel circus come costruttore
di Andrea Pulcini
su Twitter @Purcins
La moglie, un video ringraziamento ai genitori, un paio di foto dalla pista ed un video con gli amici. Basta guardare il suo profilo Twitter per capire che Nico Rosberg non è un uomo comune. Ha inseguito il sogno iridato dal 12 marzo 2006, quando esordì in Formula 1 con la Williams ed ora che l’ha conquistato, da tedesco su auto tedesca (la Mercedes, ça va sans dire) invece di spaccare il mondo si limita ad un festeggiamento sobrio, elegante.
Ma Nico è così e in virtù di questo carattere, soprattutto perché sempre affiancato in carriera da grandi campioni come compagni di squadra, si pensava stesse avviando un processo “Barrichellizzazione”, termine usato per indicare Rubens Barrichello, pilota brasiliano e storico secondo pilota Ferrari ai tempi di Schumacher, al quale il tedesco sette volte campione del mondo non lasciava soddisfazioni (come ad esempio nel “famoso” Gran Premio d’Austria del 2002, quando il brasiliano sul traguardo fu costretto da ordini di scuderia a far passare, vedendosi negata la vittoria, Michael Schumacher).
Dopo tre anni accanto a Lewis Hamilton, compagno di Nico sulla Freccia d’Argento dal 2013 e dopo due titoli piloti consecutivi raggiunti dal britannico, la strada verso l’essere considerato un ottimo secondo pilota era stata segnata. Soprattutto dopo lo scorso campionato del mondo, vinto da Hamilton puntando e sfruttando la fragilità mentale del tedesco.
Ma da quella vittoria è scattato un qualcosa dentro la testa del figlio di Keke, perché mentre nel 2014 ha perso la corsa all’alloro iridato solo all’ultima gara del campionato ad Abu Dhabi, la stagione successiva Hamilton ha centrato il risultato con ben 3 gare d’anticipo. Dal Gran Premio del Messico, quella dopo la sconfitta iridata, Rosberg risorge, come una fenice dalle sue ceneri. Emergono in lui una cattiveria, una grinta, uniche, chiudendo il mondiale del 2015 con tre vittorie consecutive (Messico, Brasile ed Abu Dhabi).
E poi questo 2016, nel quale il fresco campione del mondo conquista 4 vittorie nelle prime 4 gare (Australia, Bahrein, Cina, Russia), riuscendo a raccogliere molti punti e a tenere a distanza lo storico rivale stellato. E non bisogna dimenticare lo scontro tra i due a Barcellona, quando nel Gran Premio di Spagna la coppia Mercedes si autoelimina spianando la strada alla prima vittoria in Formula 1 del giovanissimo Max Verstappen.
Rosberg ha poi un calo in prossimità della pausa estiva, con un solo successo, a Baku, nel Gran Premio d’Europa (19 giugno), nei successivi 8 weekend: sembra l’inizio della fine. Tutti sembrano celebrare il quadri-campione Hamilton ma, dopo il consueto stop di agosto, con l’amore semplice e spontaneo della moglie e della neonata figlia, torna carico come non mai. Vince in Belgio Nico, e poi ancora a Monza, a Singapore e, dopo la vittoria di Daniel Ricciardo in Malesia, accumula nuovamente un grande vantaggio su Lewis Hamilton conquistando anche Suzuka. Una volta giunto a distanza di sicurezza Rosberg fa il “ragioniere”, il calcolatore come solo “O cauteloso” Alain Prost ha dimostrato di saper fare in passato.
Ma la posta in palio era troppo alta. C’era da scrollarsi di dosso la fama, ormai consolidata dai risultati, di miglior “non campione del mondo” in termini di risultati sportivi. Un’onta che è stata lavata ad Abu Dhabi ieri, con un secondo posto al sapore d’alloro. È un figlio d’arte Nico: suo padre Keke vinse il mondiale 34 anni orsono. Con questa impresa i Rosberg, figlio e padre, non faranno sentir più soli all’interno dell’albo d’oro della Formula 1 Phil e Damon Hill, altra coppia familiare con in comune il titolo iridato nella massima serie automobilistica.
L’uomo normale è salito sul trono, detronizzando lo show man, per la gioia sua e della Mercedes, entrata in Formula 1 con un obiettivo, quello di creare un team a intera trazione teutonica e concretizzare l’accoppiata auto-pilota tedesca con l’iride mondiale, un sogno che grazie al mite Nico è diventata realtà.