Francia: l’ultraconservatore Fillon guiderà il centrodestra
Le primarie del centrodestra premiano la politica liberista e conservatrice dell’ex Premier. Per la Gauche francese si sfideranno Valls e Montebourg, Hollande si ritira dalla scena
di Sara Gullace
su Twitter @nottemare
La prossima primavera la Francia sceglierà il nuovo Presidente della Repubblica. Non è senza sorprese la definizione dei protagonisti che correranno per l’Eliseo. Mentre Marine Le Pen sarà la candidata dell’estrema destra, i socialisti definiranno il loro rappresentante con le primarie di Gennaio: François Hollande ha rinunciato alla riconferma, riconoscendo le scarse possibilità di far vincere il suo partito.
Gli ultimi sondaggi davano Hollande tra il 7 ed il 9%: “Sono consapevole che la mia candidatura spaccherebbe la sinistra. Lascio con la consapevolezza di aver agito sempre secondo il nostro modello sociale” – queste le parole che hanno accompagnato la decisione del primo presidente della storia della Francia che non si candiderà per un secondo mandato. Per i socialisti, dunque, scenderà in campo l’attuale Primo Ministro Manuel Valls, che ha annunciato la sua partecipazione alle primarie lo scorso Lunedì. Il suo sfidante sarà Arnaud Montebourg dell‘ala radicale del partito, mentre l’ex ministro Emmanuel Macron ha scelto di correre in solitaria alle presidenziali – così come Jean-Luc Mélenchon, già candidato nel 2012.
I Repubblicani, invece, hanno scelto il loro candidato lo scorso 27 Novembre: come previsto, François Fillon ha trionfato alle primarie del centrodestra. Fillon si era già imposto al primo turno, con il 44,2% delle preferenze contro il 28,5% di Juppè ed il 20,6% di Sarkozy. Sette giorni dopo, si è aggiudicato anche il ballottaggio, conquistando il 67% dei voti su Juppè, in un turno elettorale che ha sensibilizzato oltre 4 milioni di persone, il 10% degli aventi diritto al voto.
François Fillon, 62 anni, è cattolico e si colloca politicamente nel solco del gollismo sociale. E’ già stato Primo Ministro tra il 2007 e il 2012 sotto la Presidenza di Nicolas Sarkozy, all’epoca considerato l’anello debole dell’establishment. Adesso, invece, torna alla ribalta per rappresentare il partito Repubblicano alle elezioni presidenziali del prossimo Aprile.
Se vincerà, promette di risollevare la Francia attuando una forte politica di austerità, come ha nettamente sostenuto durante tutta la campagna elettorale perché: “Preferisco le parole che salvano, a quelle che seducono”. Cosa dovranno aspettarsi i francesi in caso di una sua vittoria? Una politica liberista in economia, conservatrice rispetto a tematiche quali la famiglia e i diritti sociali, filo-russa e pro-Trump in politica internazionale.
Il settore pubblico sarà tra i primi ad essere colpito: 110 miliardi di euro in tagli alla spesa e 500mila funzionari da mandare a casa. L’aumento dell’IVA per finanziare 40 miliardi di euro di sgravi alle imprese, con l’obiettivo di abbassare al di sotto del 7% la disoccupazione. Economia da rilanciare a forza di privatizzazioni, tra cui, anche quella di parte del sistema sanitario. Sosterrà l’ultima riforma del lavoro, inasprendola: favorirà le contrattazioni interne rispetto alle collettive, così come l’abolizione delle 35 ore settimanali ed alzerà a 65 anni l’età pensionabile (attualmente a 62).
Neanche a dirlo, avrebbe un posto centrale la politica immigratoria: Fillon conta di istituire un referendum per l’approvazione delle quote d’ingresso. Considerato l’attuale sentimento della Francia sui temi di terrorismo e risorse economiche, è facilmente pronosticabile un eventuale esito a favore. Recentemente, si è schierato a favore del veto al burkini ed è favorevole all’allontanamento dei francesi che abbiano combattuto in territori caldi come Siria o Irak. Sarebbero in salvo, invece, la legge sull’aborto (anche se lui si dichiara contrario per “ovvie” ragioni di fede) e quella di madre socialista sui matrimoni gay. In quest’ultimo caso, però, ha già fatto sapere che restringerà il più possibile le adozioni per le coppie omosessuali
Una delle sfide di Fillon, nei prossimi mesi, sarà senz’altro la conquista delle classi operaie e del settore terziario. Secondo un’analisi del quotidiano Le Monde, la sua affermazione è arrivata grazie al favore di imprenditori, commercianti di alta fascia, quadri e dirigenti d’azienda. Mentre tra questi c’è stato un aumento della partecipazione del 3,4%, operai e colletti bianchi sono stati meno presenti per il 3,9%. E Fillon ne è consapevole, visto che ha deciso di iniziare la sua campagna nei territori di La Sarthe, paesi della Loira, lo scorso 1 Dicembre. Tutte confermate, le sue strategie: ha assicurato che “La mia sarà una campagna per la libertà. Una campagna per tutti i francesi”.
Nelle prossime settimane Fillon dovrà fare quadrato nel suo partito per trovare coerenza attorno a questa campagna “per la libertà”: rimanere fedeli a quanto promesso per le primarie non sarà scontato, visto che l’UMP si era schierato maggiormente a favore di Juppè e dello stesso Sarkozy. Il trionfatore delle primarie ha dunque cercato di spianarsi la strada: “Dovremo confrontarci con efficacia e in amicizia – così ha salutato la vittoria – Tutti saremo utili nei prossimi mesi”.
Frattanto, la vittoria di Fillon sembra aver messo d’accordo gli schieramenti opposti. Per il centrosinistra si tratta di una politica “ultra sociale” mentre per Marine Le Pen, la politica di Fillon rappresenta “La peggiore riforma sociale della storia”. La candidata del Front National, comunque, è quella che potrebbe risentire maggiormente della candidatura di Fillon: la politica reazionaria di quest’ultimo può rappresentare l’alternativa ottimale a fronte dell’oltranzismo nazionalista.