“Le stagioni di Louise” e la morbidezza dei ricordi
In anteprima al cinema Adriano di Roma la nuova pellicola di Jean-François Laguionie, “Le stagioni di Louise”. Una storia d’animazione delicata come i suoi disegni, che parla di solitudine, rinascita e rimpianto. Louise e il cane Pepe vi guideranno nel viaggio dantesco della consapevolezza di sé
di Gloria Frezza
su Twitter @lavanagloria
Pochissime parole, tratti tenui, colori pastello e molto vento. Si può riassumere così Le stagioni di Louise, l’ultimissimo film d’animazione del visionario Jean-Fraçois Laguionie. Martedì 6 dicembre l’anteprima romana al Cinema Adriano (l’uscita nelle sale è prevista per il 22 dicembre) era raccolta e variegata insieme. Tutte le età, fino ai piccolissimi, incollate allo schermo a cercare di decifrare il grande mistero della malinconica signora Louise.
La storia inizia a Biligen, piccola località balneare della Normandia francese in cui la nostra protagonista trascorre tutte le sue estati anziane. Louise non è la classica nonna da cartolina: ha le sue abitudini e le piace stare sola, non ama molto i turisti. Però ha un aspetto così conciliante, con il suo corpo robusto e i vestiti celesti, la crocchia nivea ed il naso importante, che evoca proprio quella simpatia che lei non ci tiene a dimostrare. Louise piace alla gente, ma la gente non piace a Louise, che dilemma.
Per questo ha scelto Biligen, che dopo i tre mesi d’estate resta isolata dalle maree, non passa più nemmeno il treno. Non c’è nessuno. Anche Louise parte, torna in città da sua figlia e dai suoi nipoti, da una vita monotona ma tranquilla. Quest’anno però, un inspiegabile ritardo le fa perdere l’ultimo treno e inizia la vera avventura. Il clima è ostile, piove per giorni e sulle strade non c’è più nessuno. Come un rinnovato Robinson Crusoe, lei si rimbocca le maniche: abbandona la sua vecchia casa e si costruisce un nuovo rifugio, in riva al mare su quella spiaggia strana. Si sorprende delle sue capacità, deruba un negozio, intaglia il legno, costruisce degli utensili. E sopravvivendo, comincia a comprendere.
All’inizio tra quelle case sfocate, di un disegno distratto, si sente un’aliena. L’ambiente le è nemico e lei deve difendersi. Con il passare delle stagioni però, qualcosa cambia anche nel suo cuore. Louise diventa la spiaggia, il mare, il legno della casetta, i pesci e il vento. Le persone non tornano mai, lei comincia quasi a bramarle. Nemmeno i suoi parenti la cercano, è finalmente sola. Un po’ di compagnia però le piacerebbe, perciò incontra Pepe. Un cane parlante ma silenzioso, che va a spasso con lei nei ricordi e la aiuta a trovare la via di casa.
In questo mare di rimpianti e dimenticanze, a Louise torna la memoria. L’ambiente accompagna, a volte silente ed altre rumoroso, il suo tumulto interiore. Sarà questo che succede quando si ripensa alla propria vita? Quando si calcola quanto e quando si è sbagliato? La risposta sta nei sogni di Louise e nell’orizzonte pallido che osserva tutti i giorni.
La regia di Laguionie viene da un lavoro completamente diverso. Il suo The Painting, uscito nel 2011, era pieno di tratti marcati e colori forti, raccontava una storia veloce e ricca di personaggi: tutto il contrario del purgatorio morale di Biligen. Certo, è un film triste. Ma di quella tristezza graziosa e dolce in cui sono maestri i francesi. Le stagioni di Louise vuole rendere chiaro che non tutti, alla fine di una vita, sono felici di quello che hanno fatto. Però tutti possono arrivare a fare pace con sé stessi, ed è questo il vero segreto per sconfiggere la paura di morire.
A dare voce a questa anti-eroina anziana e tenace è Piera Degli Esposti, attrice navigata e premiata a Cannes, che si è detta rapita dall’avventura di Louise. Senza limare i tremolii e i chiaroscuri vocali, con l’attitudine di una teatrante, dandole voce diventa lei stessa la protagonista, inscindibile dal disegno. Tiene un diario vocale, scrive la storia per le orecchie di chi guarda e la avvolge perfettamente.
Louise e i suoi silenzi vi aspettano al cinema a Natale, non perdetevi quest’ode all’invecchiamento del corpo e all’eterna gioventù dell’anima. Come i valori assoluti, non vi deluderà.