Tutte le forme dell’arte e un solo nome: Jean Arp
Roma celebra alle Terme di Diocleziano i cento anni del movimento Dada con una mostra dedicata a Jean Arp, artista che ha contribuito alla sua nascita
di Federica Salzano
su Twitter @FedericaSalzano
Statue in movimento. Che siano fatte di marmo, di gesso o di bronzo non fa differenza. A seconda di come le si guarda non avranno mai la stessa forma. A renderlo possibile è il tocco di Jean Arp, l’artista che – esattamente un secolo fa – ha contribuito alla nascita del movimento Dada e che oggi viene celebrato a Roma con una grande retrospettiva ospitata fino al prossimo 15 gennaio 2017 al Museo Nazionale Romano – Terme di Diocleziano.
Fu nel 1916 che un gruppo di artisti, rifugiatisi nella neutrale svizzera durante la prima guerra mondiale, diede vita al dadaismo: un movimento in aperta polemica con la cultura e i valori borghesi che avevano portato al conflitto. Da subito i dadaisti esprimono un netto rifiuto per i metodi tradizionali, cimentandosi nella sperimentazione di nuove forme espressive.
E Jean Arp con il suo lavoro intende proprio liberare l’arte dai dettami accademici, riuscendo in questo modo a donarle infinite forme: mutevoli e sempre diverse. Opere in trasformazione, che assumono sembianze inedite a seconda dello sguardo di chi le osserva, un po’ come quando si gioca a indovinare la forma delle nuvole. Fantasia ed energia qui vanno a braccetto.
Nelle Grandi Aule delle Terme di Diocleziano tra sculture, rilievi, stampe e papier collé, sono oltre 80 i lavori esposti, alcuni per la prima volta. Le opere richiamano dimensioni antiche, cosmiche, mitologiche o infantili, curve morbide e sinuose, torsi che si avvolgono e si dispiegano in un costante movimento. Così Pépin Géant sembra contenere un’energia che si dimena per svincolarsi dalle forme della pietra, mentre Croissance si volge verso l’alto con un movimento suggestivo e un equilibrio ricco di tensione e di armonia.
È la forza vitale che anima il mondo quella che Arp cerca di rappresentare. Alla ricerca di un’essenza che però non ha forma perché in continuo divenire. Si tratta di energia pura, intimamente connessa alla natura e al suo ordine spontaneo e casuale. E la corporeità è una cifra costante. Che si tratti di dipinti, di rilievi o di sculture, l’energia al loro interno prende sostanza e concretezza. Arp vuole coglierne il movimento, presentarla nel suo svolgersi e lasciare il finale del racconto aperto.
La mostra, curata da Alberto Fiz, organizzata da Electa e promossa dalla Soprintendenza Speciale per il Colosseo e l’area archeologica centrale di Roma Museo Nazionale Romano, vanta per l’allestimento il contributo dall’architetto Francesco Venezia che ha optato per una scelta dichiaratamente non neutrale. Le imponenti strutture in legno, sospese all’interno delle Grandi Aule, intendono infatti instaurare un rapporto di empatia con i contenuti delle opere esposte anche se – a tratti – rischiano di prevalere sul contesto. Curiosa poi la scelta di non tradurre in italiano né i titoli delle opere né le citazioni di alcune frasi dell’artista: chi non conosce il francese rischia di non cogliere appieno alcuni aspetti della mostra.
Il percorso espositivo si conclude con un’ultima sezione dedicata alla moglie di Arp. Sophie Taeuber è un’artigiana-artista che si muove su un piano più affine al design e alla progettazione d’interni ed esprime con le sue opere una peculiare modernità e versatilità. I suoi lavori permettono di cogliere lo straordinario connubio e le influenze reciproche che segnano l’evoluzione di un sodalizio estetico tra i più importanti di tutto il Novecento.
Jean Arp
Roma, Grandi Aule delle Terme di Diocleziano
Fino al 15 gennaio 2017
Per info: http://archeoroma.beniculturali.it/mostre/jean-arp