Glifosato, il pesticida che minaccia la nostra salute
L’Italia è il primo Paese in Europa nel limitare l’utilizzo del glifosato in agricoltura, la Calabria la prima regione a bandirne totalmente l’utilizzo. Nel 2017 l’UE deciderà se mettere completamente al bando questo pericoloso pesticida
di Alessandra Bernardo
su Twitter @alebernardo79
È l’erbicida più diffuso al mondo e, da tempo, segnalato come possibile cancerogeno. Lo scorso 22 agosto un decreto del Ministero Della Salute ne ha limitato l’uso e il commercio. È, dunque, vietato usare glifosato in luoghi pubblici come “parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili e aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie”. È vietato anche impiegarlo in agricoltura nella fase di “pre-raccolta, al solo scopo di ottimizzare il raccolto e la trebbiatura”. È vietata inoltre l’immissione in commercio dei prodotti fitosanitari che lo contengono.
Il glifosato, brevettato nel 1974 dalla Monsanto, multinazionale statunitense del settore agrario, nel 2015 è stato classificato come “probabilmente cancerogeno per l’uomo” dall‘Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc), ma è ancora ampiamente utilizzato. L’Unione europea, infatti, non è riuscita ancora a prendere una posizione definitiva.
L’Italia è, dunque, la prima in Europa a imporre dei limiti all’utilizzo di questo potente pesticida in attesa della decisione definitiva dell’Agenzia Chimica Europea (Echa) che si pronuncerà sui rischi per la salute e per l’ambiente e sulla definitiva messa al bando, decisione che dovrebbe arrivare entro fine del 2017.
Con questo divieto, “l’Italia si conferma all’avanguardia in Europa e nel mondo nelle politiche rivolte alla sicurezza alimentare e ambientale, ma non siamo all’altezza nella difesa dei cittadini se non verranno bloccate le importazioni dai Paesi che continuano ad utilizzare il glifosato in preraccolta”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, sottolineando che “l’agricoltura italiana è la più green d’Europa con il divieto all’utilizzo degli ogm e il maggior numero di aziende biologiche, ma è anche al vertice della sicurezza alimentare mondiale”.
La prima regione italiana che ha scelto di interrompere l’utilizzo del glifosato è la Calabria. La Giunta Regionale, con delibera n. 461/2016, pochi giorni fa ha sancito il suo no definitivo al pesticida. La Giunta calabrese ha così deciso che le aziende che utilizzano il glifosato non riceveranno più nessuna sovvenzione dalla Regione, venendo escluse dai finanziamenti del Piano di Sviluppo Rurale (PSR).
Sul tema si è pronunciata anche la Coalizione #Stop Glifosato (composta da 45 associazioni, tra cui SlowFood, WWF, Legambiente, Greenpeace, Touring Club, Lipu e Federbio) che, in una lettera, attraverso la sua portavoce Maria Grazia Mammuccini, chiede a tutti i presidenti e gli assessori regionali all’agricoltura di “fare come la Calabria e di utilizzare tutti gli strumenti a disposizione per avviarsi verso la scelta ‘glifosato zero’, chiudendo i rubinetti dei finanziamenti. Si tratta di un esempio concreto di come le Regioni, in attesa della decisione sul glifosato a livello europeo, abbiano la possibilità di scegliere subito con i Piani di Sviluppo Rurale d’interrompere immediatamente il finanziamento delle pratiche agronomiche che prevedono l’utilizzo di un prodotto cancerogeno per gli animali e probabile cancerogeno per l’uomo, oltre che principale inquinante delle acque superficiali e sotterranee come evidenziato dai dati ISPRA”.
Pietro Molinaro, presidente di Coldiretti Calabria, accoglie positivamente la decisione della Regione: “Bersaglio centrato – commenta –. Questo significa che è stato bandito l’uso del diserbante glifosate e l’agricoltura calabrese ha tutto da guadagnarci perché si qualifica sempre di più garante della sicurezza alimentare, conferma alti standard qualitativi e questo incide notevolmente sulla valorizzazione delle nostre produzioni”.
Ebbene, la scelta dell’Italia di limitare l’utilizzo del glifosato e la decisione della regione Calabria di bandirne totalmente l’uso sono passi importanti e ottimi esempi di un’azione concreta che portano a un impiego più sano dei nostri terreni in attesa della decisione definitiva dell’Europa su un tema che coinvolge la salute e il nostro ambiente.
Sempre temi importanti!! Brava alla giornalista che con i suoi dati incoraggianti ci stimola ad una sensibilizzazione sempre maggiore.È il secondo articolo sulla mia regione Calabria che finalmente appare all’avanguardia … e questo dato positivo spingerà noi ad acquistare a km 0 e ad avere un maggiore mercato estero