Italrugby, intervista al ct Conor O’Shea
A meno di un mese dall’inizio del Sei Nazioni 2017, il ct dell’Italrugby Conor O’Shea in un’intervista rilasciata a Ghigliottina spiega a che punto è la preparazione degli azzurri in vista dell’esordio del 5 febbraio a Roma contro il Galles
di Graziano Rossi
su Twitter @grazianorossi
Ventiquattro giorni: tra meno di un mese lo stadio Olimpico di Roma tornerà ad ospitare l’Italrugby. Il prossimo 5 febbraio alle ore 15 la Nazionale guidata da Conor O’Shea scenderà infatti in campo contro il Galles per l’esordio nel Sei Nazioni 2017, il primo da ct azzurro per l’ex allenatore degli Harlequins. Oggi O’Shea ha annunciato la lista dei giocatori che faranno parte della squadra per i primi due match, contro Galles appunto, e Irlanda, in programma sabato 11 febbraio (ore 15.25) sempre a Roma.
Per parlare dei prossimi impegni della nostra Nazionale il ct dell’Italia ha risposto ad alcune nostre domande:
Conor O’Shea, dopo i Test Match della sua Italia, dal ko contro gli All Blacks alla storica vittoria sul Sudafrica fino alla beffa contro Tonga, a che punto è la preparazione dei suoi, dai giocatori che parteciperanno sin dal match contro il Galles allo staff? Cosa sta andando bene e cosa c’è da migliorare in vista dell’esordio nel Sei Nazioni 2017?
Non vedo l’ora di riprendere a lavorare con la squadra, ci raduneremo a Roma dal 22 gennaio per preparare il debutto del 5 febbraio all’Olimpico contro il Galles. Il gruppo visto a novembre ha lavorato molto bene, per noi è importante dare continuità al nostro lavoro ed aumentare l’esperienza della squadra. Di questo abbiamo tenuto conto nella convocazione per il Sei Nazioni, al pari delle prestazioni che i giocatori hanno avuto nelle ultime settimane.
Lo scorso novembre Pietro Ceccarelli, pilone delle Zebre, ha dichiarato alla Gazzetta dello Sport che questa Nazionale è più serena. Cosa vede negli occhi degli azzurri? C’è voglia di migliorare i risultati rispetto alle precedenti edizioni?
Sicuramente il nostro lavoro è diviso tra il lavoro sul campo e quello mentale. Creare un ambiente positivo è fondamentale per favorire la performance di un gruppo.
Il Consiglio del Sei Nazioni ha annunciato l’introduzione dei punti bonus per il 2017, un cambiamento che sarà successivamente esaminato per capire se funzionerà o meno. Lei la considera una buona innovazione oppure no, considerando la “brevità” della manifestazione e la tradizione del torneo.
È sicuramente un’innovazione al passo con i tempi, qualcosa che potrà rivelarsi utile anche per noi, dal momento che sino alla fine tutti lotteranno per conquistare anche un punto di bonus. E giocare sino all’ottantesimo minuto, attenendoci al nostro piano, è uno de nostri obiettivi.
Dunque, appuntamento a inizio febbraio per la prossima edizione del Sei Nazioni, che negli ultimi anni ha regalato all’Italia poche, pochissime soddisfazioni. Come nel 2016, quando gli Azzurri hanno subito l’onta del whitewash, vale a dire cinque sconfitte su altrettanti incontri. Come abbiamo già avuto modo di dire l’arrivo di O’Shea sulla panchina dell’Italia sembra aver portato una ventata di freschezza nell’ambiente della palla ovale nostrana, culminata fino ad ora con la storica vittoria contro il Sudafrica. Ma attenzione, perché il rugby italiano necessita di ritrovarsi da tutti i punti di vista. E i primi due turni in casa del torneo continentale saranno da subito un importante crocevia.
Una risposta
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