Il racconto silenzioso di emigrazione e ricerca della felicità
In libreria torna “L’approdo” di Shaun Tan. Toccanti illustrazioni “mute” per esplorare dramma e sogni di chi cerca il “nuovo mondo”
di Federica Salzano
su Twitter @FedericaSalzano
Quali sono le parole più appropriate per parlare di emigrazione? E se il modo migliore non fosse invece farle tacere – le parole – e affidarsi a immagini ed emozioni? È stata questa la scelta di Shaun Tan, disegnatore australiano di origini asiatiche, autore del silent book “L’Approdo”, un racconto illustrato che ha ottenuto importanti riconoscimenti a livello internazionale e che la casa editrice Tunuè ripropone nella collana Mirari.
Il libro ha un sapore antico, pagine color seppia e una copertina che sembra rovinata dal tempo. All’apparenza è un vecchio album di famiglia che si apre con una sequenza di volti. Immagini sbiadite, stropicciate, occhi smarriti, decisi o perplessi. Chi sono queste persone? Da dove vengono e cosa fanno? Nessuna indicazione su di loro. I personaggi di questa storia non hanno parole, ma hanno sguardi ed espressioni. E forse basta questo.
Non si ha idea neanche di chi sia la famiglia protagonista. Se ne conoscono i volti, sorridenti in una fotografia poggiata sulla mensola della loro casa. Accanto è posato un origami e alla parete si vede il disegno di un bambino. Il tè è caldo e sul tavolo ci sono dei biglietti e una valigia, nella quale l’uomo ripone con nostalgia il ritratto di famiglia. Un triste saluto prima di partire alla ricerca di fortuna altrove, lontano da un paese sul quale incombe un’ombra mostruosa dai tentacoli aguzzi.
Il racconto di questo viaggio – tra paure e speranze, nostalgia di casa e difficoltà nel comprendere e adattarsi a realtà sconosciute – è composto da fotogrammi delicati ed emozionanti. Immagini poetiche e ricche di dettagli, scene realizzate con precisione cinematografica. E l’assenza di testo obbliga il lettore a prestare più attenzione, a esplorare le molteplici forme raffigurate e a inventarne una personale interpretazione.
Un percorso lungo il quale si è aiutati dalle illustrazioni di Shaun Tan, che riesce a donare concretezza alle emozioni e a infondere nel disegno la stessa espressività della parola scritta. Le scene raffigurate ricordano quadri, film e racconti sulle migrazioni dello scorso secolo. Lo stesso autore svela che tra le sue fonti d’ispirazione ci sono anche immagini preesistenti come frammenti del film Ladri di biciclette di Vittorio De Sica o la foto di uno strillone che annuncia l’affondamento del Titanic.
Il grigio, il marrone e le loro sfumature immergono in un’atmosfera dal sapore antico. Al tempo stesso, la rappresentazione onirica e surreale della città d’approdo provoca anche nel lettore un senso di straniamento che finisce col farlo identificare con il protagonista della storia.
Durante la sua avventura nel nuovo mondo, l’emigrante incontra altre persone che lo aiutano e condividono con lui la propria esperienza. C’è chi si è ribellato allo sfruttamento, chi è sfuggito alla violenza e chi è sopravvissuto alla guerra. Dalla sua narrazione però Shaun Tan mantiene lontane le forme più brutali e crudeli dell’orrore che spesso accompagna simili storie, preferendo piuttosto trasfigurare tali aspetti nella dimensione della favola.
L’illustratore australiano vuole raccontare di solidarietà, spaesamento, nostalgia e speranza da un punto d’osservazione colmo di ottimismo e di umanità. Così, il nuovo mondo diventa per il protagonista giorno dopo giorno meno spaventoso. E in un gioco di rimandi, differenze e similitudini si scopre che calore, casa e famiglia possono restare sempre gli stessi – e anzi, arricchirsi nel tempo – solo se si ha il coraggio di donare loro forme sempre nuove.
Bellissimo la tua descrizione mi ha affascinato. Lo comprerò sicuramente non vedo l’ora di sfogliarlo e sognare