Angeli con la coda che salvano vite
Instancabili, infaticabili, attenti a ogni comando del conduttore, eccezionali nelle attività di salvataggio in calamità naturali: sono le unità cinofile di soccorso
di Alessandra Bernardo
su Twitter @alebernardo79
È nelle situazioni estreme ed emergenziali che sentiamo parlare di loro, anime a quattro zampe disposte a tutto pur di portare a termine la loro missione, quella di salvare l’uomo. Le unità cinofile di soccorso lavorano, attraverso il binomio uomo-cane, per il salvataggio di persone a seguito di calamità naturali.
A qualsiasi nucleo operativo appartengano, siano Vigili del Fuoco, Polizia, Protezione Civile, Alpini o altre unità di soccorso, il loro aiuto si rivela sempre prezioso e provvidenziale. Angeli silenziosi in prima linea nelle emergenze, fedeli, temerari e instancabili lavoratori, sempre al fianco dei loro conduttori, addestrati a lavorare in condizioni estreme, senza mai stancarsi, compiono imprese che spesso hanno del miracoloso.
I cani da soccorso rappresentano dunque una risorsa preziosa in tutti i casi di calamità naturale, dai terremoti alle valanghe, alla ricerca in mare.
Ferruccio Pilenga, fondatore della Sics, Scuola italiana cani salvataggio, la più grande organizzazione nazionale di volontariato dedicata alla preparazione delle unità cinofile spiega: “Il cane è in grado di fare molti salvataggi. In acqua sfruttando l’istinto e la forza, mentre sulla neve l’olfatto. In diversi decenni di esperienza, precisa, ho visto cani fare cose incredibili che poco hanno a che fare con la logica animale. Salvataggi estremi e intuito sempre in primo piano creano situazioni che vanno ben al di là degli addestramenti e non mi riferisco solo alle unità cinofile. Il cane ha un innato senso del dovere e di aiutare l’uomo quando si trova in difficoltà, anche in condizioni estreme”.
È proprio attraverso il binomio olfatto e motivazione nel cooperare che è possibile ottenere risultati eccezionali, il cane diventa una risorsa unica e insostituibile, un ausilio e un supporto decisivo nelle operazioni di soccorso per la ricerca di vite umane sepolte sotto valanghe, macerie di un terremoto o disperse in mare.
Nessun cane però nasce o si improvvisa soccorritore, dietro vi è un lavoro che dura tutto l’anno. E’ nel 1966 che nasce il primo Corso nazionale per cani da ricerca in valanga del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico (Cnsas). I cani iniziano il loro addestramento nei vari nuclei operativi sin da cuccioli, il corso dura poi un anno, ottenuto il primo brevetto si prosegue poi nel tempo.
Il gioco è alla base di tutto seguito dall’addestramento del fiuto, la socializzazione e il basilare rapporto con il conduttore fatto di amicizia, gioco e fedeltà. Così formati i cani diventano indispensabili e fondamentali più di qualsiasi tecnologia.
Sono stati proprio i cani, infatti, in questi giorni, a fornire un supporto decisivo nelle operazioni di scavo nella zona dell’Hotel Rigopiano, tragicamente investito da una valanga, riuscendo a captare segnali di vita. I soccorritori, intenti a scavare tra neve e macerie, hanno potuto contare sulla preparazione dei propri cani e trarre in salvo nove persone.
Matteo Gasparini, responsabile del soccorso alpino, impegnato nelle attività al Gran Sasso ha raccontato: “I cani fiutano gli odori, poi vigili del fuoco e soccorritori scavano, dal 19 gennaio stiamo lavorando in condizioni difficili nella ricerca di superstiti nella zona dell’hotel Rigopiano”.
Walter Milan, referente del Cnsas, anche lui impegnato sul luogo della tragedia, ha riferito: “I cani hanno portato i soccorritori subito verso i due uomini estratti vivi nei primissimi momenti, quando le nostre squadre hanno raggiunto il fronte della valanga. E poi anche per i cani è abbastanza difficile operare data la specificità di questa valanga che è a metà neve, metà reperti, parti di edificio. I cani sono ausili preziosi per indirizzare poi i sondaggi più organizzati da parte dell’uomo”.
La presenza dei cani soccorritori fu fondamentale anche a seguito del terremoto di Amatrice lo scorso agosto. Il contributo dei cani, impiegati nelle ricerche delle vittime, fu impareggiabile, cercarono e scavarono per ore instancabilmente, senza arrendersi mai, anche quando tutte le speranze sembravano perse, portando alla luce molti bambini.
Alessandro Libra del centro Reaxel di Trofarello, del Nucleo cinofilo da soccorso della Protezione civile degli Alpini, in questi giorni di estenuanti ricerche, ha voluto sottolineare:“Dovrebbero ricordarselo sempre non solo quando sfiliamo alle parate dopo i disastri e tutti ci applaudono. Dovrebbero ricordarlo che questi cani salvano vite umane”.
Dal primordiale legame uomo-cane, un rapporto millenario fatto di amore e fedeltà nasce un connubio capace di imprese straordinarie. Gli eroi, dunque, esistono anche a quattro zampe, dovremmo tutti ricordarlo più spesso, soprattutto quando si assiste a maltrattamenti e vessazioni nei confronti dei nostri amici con la coda che, come ne abbiamo avuto prova ancora una volta, sono disposti a tutto pur di salvare delle vite.