Let it be: lo show della tribute band dei Beatles “Beatbox” incanta Bologna
Il Teatro “Il Celebrazioni” di Bologna ha ospitato i “Beatbox”, quartetto inglese che ha regalato al pubblico emozioni intramontabili, attraverso la voce e la musica della tribute band dei Beatles più famosa d’Europa
di Giuseppe Cassaro
Quella che si vive in “Revolution The Musical”, lo show live music che porta la firma dell’abile mano del regista Giorgio Verdelli (Fantastico, Canzonissima, Quelli Della Notte), è un’esperienza del tutto particolare, che parla al pubblico di beatlesiani D.O.C. e non solo.
Chi di noi non conosce, o ha sentito almeno una volta nella vita, brani come Yesterday, Let It Be, Get Back, Ticket To Ride? In questo spettacolo non sono è possibile ascoltare (e cantare a squarciagola) pietre miliari della musica “contemporanea”, ma lo si può fare vedendo muoversi sul palco il quartetto di Liverpool. Si perché quello che accade è del tutto insolito. Premettendo che, per natura, non ho mai visto di buon occhio le “cover band”, in questo caso faccio con estremo piacere un’eccezione; i quattro italianissimi di “The Beatbox”, infatti, si calano nei famosi panni beatlesiani, ma sono credibili, piacevoli e soprattutto musicalmente validissimi. Quindi l’operazione scivola bene e lo show, molto curato e ricco di musica, si lascia vivere con estremo trasporto.
Nella cornice dei favolosi Sixties, il viaggio conduce il pubblico dagli esordi al Cavern Club di Liverpool, passando dalla sconvolgente ed incontenibile “Beatlemania” e dal concept album che ne segna la svolta planetaria “Sgt. Pepper”, fino agli anni della maturità artistica e creativa di ”Abbey Road” e “Let It Be”; lo spettacolo non poteva che concludersi con lo storico concerto sul tetto della ‘Apple Corps’ a Londra, epilogo di una storia musicale unica ed inimitabile.
Attualmente riconosciuto da fan club e stampa britannici come il miglior live act beatlesiano europeo, quello proposto da Alfio Vitanza (Ringo Starr), Mauro Sposito (John Lennon), Riccardo Bagnoli (Paul McCartney) e Guido Cinelli (George Harrison), è uno show con ben sei cambi di scena, capace di far rivivere l’energia ed il fascino che caratterizzano il mitico quartetto, con cura nel sound vintage, nella strumentazione fedele a quella usata negli storici concerti (Cavern Club, Shea Stadium…), nei vestiti, confezionati su misura dalla stessa sartoria che li ideò per la tournée americana dei Fab Four.
L’unica nota dolente, se così si può dire, sta tutto nel titolo dello show. L’espressione “Musical” è fuorviante, lascia intravedere, per definizione, scenari ben definiti, che vedono musica e teatro, per l’appunto, mescolarsi tra loro. Quello a cui si assiste, invece, è un live musicale (di cui ribadisco qualità e cura) accompagnato da inserti video (attraverso i quali si raccontano vicende storiche della band) ed un impianto scenografico, ahimè, sotto la sufficienza.
Alcune ricostruzioni di ambienti e location e gli interventi di computer grafica, spesso lasciano a desiderare, smorzando per certi versi l’entusiasmo e la coloritura della performance. Trattandosi di un tour di portata europea, ci si può aspettare una maggiore cura nell’allestimento, poiché la scuola del “tanto con poco” è possibile, se si ha buon gusto; e di buon gusto sul piano sonoro/musicale, ne è emerso molto.
Consigliato, ad ogni modo, per un pubblico amante della buona musica e curioso di studiare da vicino i grandi classici beatlesiani, superando scetticismi e diffidenze e provando ad immaginare un presente in cui gli “scarafaggi” interpretano liberamente, come in un sogno, i loro intramontabili successi.
Tour
27 gennaio – Palaparenti – Santa Croce sull’Arno (PI)
28 gennaio – Auditorium Parco della Musica, Roma
31 gennaio – evento privato, Bruxelles (Belgio)
1 febbraio – evento privato, Liegi (Belgio)
3 febbraio – S.O.S. Recording events, Ans (Belgio)
4 febbraio – Le Deux Ours, Nandrin (Belgio)