I cambiamenti climatici e la vulnerabilità degli ecosistemi
Il rapporto sui cambiamenti climatici dell’Agenzia Europea dell’Ambiente rileva dati inconfutabili sulla vulnerabilità del Pianeta, un allarme poco ascoltato ma che mette in pericolo tutti
di Alessandra Bernardo
su Twitter @alebernardo79
Sono dati chiari e indiscutibili quelli indicati nel rapporto “Cambiamenti climatici, impatti e vulnerabilità in Europa al 2016” dell’Agenzia europea dell’ambiente (Aea), pubblicato lo scorso 25 gennaio. Il nostro Pianeta si rivela sempre più vulnerabile ai cambiamenti climatici e soprattutto impreparato agli effetti che questi possono provocare sull’ambiente e conseguentemente sulla nostra stessa salute. Si tratta di eventi considerati dai più come straordinari che, al contrario, lo stesso rapporto indica come “nuova normalità”.
Il rapporto individua nuovi record delle temperature globali ed europee, l’incremento del livello del mare e la riduzione della banchisa nell’Artico. Anche le precipitazioni cambiano provocando estremizzazioni delle regioni umide e di quelle secche. Il volume dei ghiacciai è in netta diminuzione. A preoccupare maggiormente sono gli eventi climatici “estremi”, con grandi ondate di calore e forti precipitazioni e siccità, che aumentando di frequenza e intensità.
Tali cambiamenti del clima, dunque, hanno ripercussioni di ampia portata in Europa sugli ecosistemi, l’economia e la salute umana.
Secondo Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’Aea, “i cambiamenti climatici continueranno per molti decenni a venire. La portata dei futuri cambiamenti climatici e il loro relativo impatto dipenderà dall’efficacia dell’attuazione degli accordi globali per ridurre le emissioni di gas a effetto serra. Altrettanto importante sarà la predisposizione delle giuste strategie e politiche di adattamento per ridurre i rischi derivanti dagli eventi climatici estremi attuali e previsti”.
Tra le regioni più sensibili e a rischio il rapporto indica l’Europa meridionale e sud-orientale, che dovrà affrontare il maggior numero di ripercussioni negative. Sarà soggetta, infatti, a forti ondate di calore e diminuzione delle precipitazioni con gravi rischi di siccità, di calo dei raccolti e perdita della biodiversità.
Nelle zone occidentali dell’Europa, le aree costiere e le pianure alluvionali, sono, invece, a rischio inondazioni a causa dell’innalzamento del livello del mare e di un possibile aumento delle mareggiate. L’Artico sarà, invece, condizionato dal rapido incremento delle temperature dell’aria e del mare e il consequenziale scioglimento dei ghiacciai terrestri e marini.
Il report sottolinea, quindi, come gli impatti dei cambiamenti climatici siano una grave minaccia per la biodiversità. A esser in pericolo non sono solo gli animali ma anche le persone con gravissime ripercussioni sulla salute.
Le regioni dell’Italia centrale, sono state scenario, nelle ultime settimane, di eventi atmosferici avversi con precipitazioni nevose e giorni di gelo che non si registravano da decenni che hanno causato, in alcuni casi, calamità naturali e morti. Si tratta, purtroppo, di elementi di un fenomeno globale che, secondo i dati dell’Aea, non può più essere considerato anomalo ma che deve far riflettere e, soprattutto, assumere tutte le precauzioni necessarie per evitare nuove e ulteriori tragedie.
Il rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente sottolinea come sia fondamentale adottare nuove strategie, politiche economiche e ambientali e misure di intervento idonee e più efficaci per ridurre conseguenze negative, che il più delle volte, si rivelano devastanti.
“Dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere”, affermava Gandhi. Ognuno di noi deve, quindi, rendersi parte attiva per un cambiamento necessario che possa aiutare la salute del Pianeta e di conseguenza la nostra.