Sei Nazioni rugby, Italia bella solo a metà: il Galles vince 33-7
Una bella Italia nel primo tempo tiene a bada i dragoni gallesi che però si scatenano inevitabilmente nella ripresa, anche grazie a errori individuali azzurri, e chiudono con un pesante 7-33
di Sergio Basilio
su Twitter @TagoSergio23
L’Olimpico di Roma mette l’abito delle grandi occasioni, nonostante la copiosa pioggia che cade dalla mattina, e ospita il Galles nel primo match del Sei Nazioni 2017. Gli azzurri di Conor O’Shea scendono in campo con Padovani, Bisegni, Benvenuti, McLean, Venditti, Canna, Gori, Mbanda, Parisse, Steyn, Biagi, Fuser, Cittadini, Gega e Lovotti, una nazionale che vuole dare tante risposte e dimostrare che il nuovo corso di giovani può dare quel salto di qualità che da anni si attende. Il Galles risponde con Halfpenny, North, Davies, i due Williams, Biggar, Webb, Tipuric, Moriarty, Warburt, Jones, Ball, Lee, Owens, e Smith.
Dopo il solenne ed emozionante momento degli inni nazionali, seguiti sempre con la grande sportività del pubblico che contraddistingue questo nobile sport, si aprono le danze, e se la partita si fosse chiusa dopo i primi 40’, sarebbe stata la prestazione perfetta dei ragazzi di O’Shea. Fin da subito si nota la granitica volontà azzurra manifestata da una difesa impenetrabile, e se dopo i primi quindici minuti si è ancora sullo zero a zero il merito va ad alcuni placcaggi italiani impeccabili. Un passaggio di capitan Parisse ricevuto non troppo bene da Steyn e una fantastica lettura di Benvenuti in fase difensiva sono le cose più importanti viste nel primo quarto di partita, oltre all’incitamento di tutto uno stadio ai propri idoli di casa nei momenti di inevitabile difficoltà.
Conor O’shea l’aveva dichiarato qualche settimana fa al nostro giornale: “Non è detto che vinciamo ma di certo non siamo qui a fare i materassi”, e la volontà si vede tutta in una straordinaria azione di Lovotti, che nega letteralmente la meta ai gallesi sulla linea annullando così il sicuro vantaggio. Dopo venti minuti il possesso della palla ovale verte tutto sui rossi (80%) ma è da una grande azione di Parisse che l’Italia sfiora la prima meta, arrivata a tanto così dall’ultimo metro. Ma i primi cinque punti erano nell’aria, era solo una questione di tempo, infatti poco dopo la nazionale di casa segnerà in quella che è la perfetta descrizione dell’anima azzurra e di ciò che vuole il suo coach: calcio di punizione molto vicino a meta, e invece di scegliere il calcio si decide per la mischia, perché sì lo sanno, perché se lo sentono dentro, perché vogliono fortemente quei cinque punti per dimostrare la maturità di una squadra intera. Si vanno così a costruire una grande meta di forza, di coraggio, di intelligenza segnata da Gori. È un 7-0 (grazie al calcio trasformato) che fa ben sperare.
Ma non si può sperare di portare a casa la vittoria contro il Galles con soli sette punti e tanta (buona) difesa, infatti dopo l’uscita per infortunio di Fuser, Halfpenny segna per i dragoni su punizione mandando le squadre al risposo sul 7-3.
Poco dopo l’inizio della ripresa ancora lo stesso giocatore gallese prima accorcia sul 7-6 e poi firma il personalissimo sorpasso sempre su punizione evitabilissima, 9-7. E così Halfpenny diventa l’incubo della giornata romana, perché su ogni calcio di punizione assegnato, da qualsiasi distanza o angolazione riesce a mettere la palla in mezzo ai due pali e sul 7-12 il risultato si fa pesante, anche in virtù del fatto che l’Italia non riesce mai a rendersi pericolosa in attacco.
La prima inevitabile meta gallese arriva con Davies, in un’azione costruita con pazienza, esperienza e tecnica e quando il solito Halfpenny aumenta il vantaggio di altri due punti (19-7) è buio pesto per Parisse e compagni.
Nonostante i cambi l’Italia non riesce ad avvicinarsi a una meta che riaprirebbenon solo la partita ma anche le speranze e il vigore agonistico dei padroni di casa, ma è un incontro unidirezionale: Williams segna ancora con una meta che vale il 24-7 e quando in una buona azione d’attacco gli azzurri perdono distrattamente palla, North segna la più facile delle mete in contropiede, 33-7.
Il finale è scritto, sconfitta meritata ma per degli errori singoli più che di squadra che di certo non cancellano il buono visto nella prima metà di gioco, il coach di casa afferma che: “l’indisciplina ci è costata la partita”. Adesso bisogna ripartire dalle basi granitiche messe in campo nel primo tempo, perché sabato prossimo alle 15.25 arriva l’Irlanda e ci sarà da (di)mostrare che la vera Italia di Conor O’Shea è quella vista nei primi quaranta minuti di oggi.
ITALIA-GALLES 7-33
MARCATORI: p.t. 29’ m. Gori tr. Canna, 36’ c.p. Halfpenny; s.t. 6’, 12’ e 16’ c.p. Halfpenny, 22’ m. J. Davies tr. Halfpenny, 28’ m. L. Williams tr. Halfpenny, 38’ m. North tr. Halfpenny.
ITALIA: Padovani (33’ s.t. Canna); Bisegni (20’-30’ s.t. Panico), Benvenuti (13’ s.t. Campagnaro), McLean, Venditti; Canna (29’ s.t. Allan), Gori (24’ s.t. Bronzini); Parisse, Mbanda, Steyn; Biagi (13’ s.t. Furno), Fuser (35’ p.t.-1’ s.t. Furno; 22’ s.t. Minto); Cittadini (18’ s.t. Ceccarelli), Gega (6’ s.t. Ghiraldini), Lovotti. All. O’Shea.
GALLES: Halfpenny; North, J. Davies, S. Williams (34’ s.t. Roberts), L. Williams; Biggar (1’ s.t. S. Davies), Webb (34’ s.t. G. Davies); Moriarty (34’ s.t. King), Tipuric, Warburton; A.W. Jones (4’-16’ p.t. Hill), Ball (22’ s.t. Hill); Lee (10’ s.t. Francis), Owens, N. Smith (10’ s.t. R. Evans). All. Howley. ARBITRO: Doyle (Inghilterra). NOTE: spettatori 40.983. P.t. 7-3. Giallo: 20’ s.t. Lovotti. Calci: Canna 1 su 1 (2 punti); Halfpenny 7 su 8 (18 punti). Uomo del match: Halfpenny. Punti: Italia 0; Galles 4.
Una risposta
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