Sei Nazioni, Italia spazzata via dall’onda verde
Gli azzurri di Conor O’Shea asfaltati 10-63 da un’Irlanda stratosferica. Italia mai in partita: è la sconfitta più pesante nella storia tra le due nazionali. Sergio Parisse: “Inutile dire che siamo l’Italia, gli altri sono più forti. Dobbiamo lavorare per migliorare”
di Sergio Basilio
su Twitter @TagoSergio23
Ci si aspettava una reazione forte, vigorosa, di coraggio da parte degli azzurri che ier pomeriggio all’Olimpico di Roma hanno ospitato l’Irlanda, una reazione d’orgoglio figlia della sconfitta d’esordio contro i gallesi sette giorni fa. Ma la squadra di Sergio Parisse e Conor O’Shea è stata letteralmente investita da un’onda verde come il quadrifoglio. Gli irlandesi di Schimdt hanno giocato fin dal primo calcio con il sacro fuoco negli occhi, correndo il doppio e solcando il campo con un gioco ben preciso e soprattutto efficace.
Una partita speciale per l’allenatore irlandese dell’Italia, che mette in campo dal primo minuto Padovani, Esposito, Benvenuti, Mclean, Venditti, Canna, Gori, Favaro, Parisse, Mbanda, Van Schalkwyk, Fuser, Cittadini, Ghirlandini e Lovotti. Campagnaro invece parte dalla panchina, nonostante i tifosi lo chiamino a gran voce già prima del match. I verdi di Joe Schmidt rispondono con Kearney, Earls, Ringrose, Henshaw, Zebo, Jackson, Murray, O’Brien, Heaslip, Stander, Toner, Ryan, Furlong, Scannell e Healy.
Fin dalle prime azioni si percepisce la forza degli irlandesi, che non solo vincono le mischie, abbattendo come pedoni gli azzurri, ma sfruttano i buchi lasciati dalla retroguardia di casa con una velocità impressionante. Il più pericoloso nei primi scatti è Zebo, che manca la meta per un nulla e si infortuna leggermente. Poco dopo è invece il fuorigioco a salvare l’Italia dai primi cinque punti. Gli ospiti arrivano tre volte in meno di due minuti a tu per tu con la linea di meta in mischia e solo un immenso sforzo azzurro riesce a tenere il risultato sullo zero a zero. Ma oltre a difendere (strenuamente), nel rugby bisogna anche saper attaccare per segnare punti e con un misero undici percento (contro 89%) di possesso della palla ovale l’Italia non riesce a uscire dalla propria zona rossa del campo. Gli ospiti invece sanno attaccare “come Dio comanda” e con un’agevole mossa dalla mischia parte il velocissimo Earls che indisturbato va a depositare l’ovale sul terreno oltre la linea: si va così sul 7-0, 12’ e l’Italia non ha mai tenuto palla.
In uno dei pochi respiri concessi dai verdi ai nostri azzurri, Canna ne approfitta su punizione per accorciare il risultato sul 7-3. Ma subito dopo ricomincia il cannoneggiamento irlandese: Stander inaugura la sua proficua giornata con la meta del 12-3. L’Irlanda mette in mostra tutta la sua lucida condizione: rapida, cinica, tecnica, passaggi pregevoli e una mole non indifferente a difesa del fortino. Con un calcio da fermo che prende una traiettoria stranissima Jackson mette tra i pali il parziale 14-3 e poco dopo Earls fa 19-3, buio pesto per gli azzurri.
A metà del primo tempo una reazione corale, iniziata e finita da capitan Parisse, sigla la prima meta azzurra per il provvisorio 10-21. Reazione che dura però un attimo visto che nell’azione dopo Stander passa come lama nel burro tra la difesa di casa e riporta il risultato a un demoralizzante 10-28 dopo la trasformazione.
Nella ripresa entra Campagnaro mentre Stander mette la sua personale meta numero tre (10-35) ma a sorprendere è soprattutto l’intensità e la grinta messa in campo da Jackson e soci che non accenna a scemare minimamente dopo più di un’ora di gioco. Sembrano tutti in stato di grazia, sensazione evidenziata da un’azione ben precisa: 55’, ennesima mischia di un’Italia gettata in avanti dalla disperazione, palla a Parisse che a pochissimi metri dal punto viene sottratta con estrema eleganza da Jackson che poi rinvierà con un calcio e allontanerà il pericolo.
Sull’ennesima meta subita dagli azzurri in contropiede e con un gran passaggio di Jackson (10-42) è notte fonda all’Olimpico, c’è solo il tempo di aggiornare le statistiche di un otto su otto su punizione, ancora con Jackson (migliore in campo) e 10-63 finale sul tabellone, dopo di che sono strette di mano e complimenti reciproci rimandando l’Italia a un esame migliore.
Ma se il Galles aveva vinto principalmente per demeriti azzurri, ieri (nonostante la pessima prestazione che rimane) l’Italrugby aveva di fronte un treno in corsa dal peso tecnico e muscolare indefinito. A fine gara O’Shea era amareggiato e deluso, forse convinto di un upgrade già avvenuto in questo gruppo che potrebbe avere comunque l’attenuante del ricambio generazionale, ma qui il problema (o i problemi) sono ben più grandi di una condizione opaca o una brutta prestazione in campo, i motivi vanno ricercati in radici ben più profonde.
La prossima partita sarà Inghilterra – Italia domenica 26 febbraio a Twickenham. Per allora si dovrà trovare un’armonia di gruppo e quel salto di qualità che serva ancor prima che a battere gli inglesi, a superare ed abbattere quell’invisibile barriera culturale e di crescita sportiva insita nelle radici del Rugby italiano.
Italia – Irlanda 10 – 63
Punti: 12′ meta Keith Earls (Ir), tr. Jackson (Ir); 15′ calcio Canna (It); 19′ meta CJ Stander (Ir), tr. Jackson (Ir); 27′ meta Keith Earls (Ir), tr. Jackson (Ir); 32′ meta tecnica Italia, tr. Canna (It); 35′ meta CJ Stander (Ir), tr. Jackson (Ir). 46′ meta CJ Stander (Ir), tr. Jackson (Ir); 68′ meta Gilroy (Ir), tr. Jackson (Ir), 72′ meta Ringrose (Ir), tr. Jackson (Ir), 78′ meta Gilroy (Ir), tr. Jackson (Ir), 83′ meta Gilroy (Ir), tr. Jackson (Ir). Cartellini: 32′ giallo a Donnacha Ryan (Ir).
Risultati 2ª Giornata Sei Nazioni 2017
Galles-Inghilterra 16-21 (ieri)
Francia-Scozia (oggi)