Inquinamento: l’Italia soffoca e rischia una multa di un miliardo di euro
Il nostro Paese continua a infrangere le norme comunitarie sulla qualità dell’aria. Le nostre città soffocano e, oltre alla nostra salute, rischiamo procedure d’infrazione e una multa salatissima
di Alessandra Bernardo
su Twitter @alebernardo79
L’Italia continua a violare i limiti minimi di polveri sottili contenuti nell’atmosfera e l’Unione Europea, dopo alcuni richiami, rilancia le procedure d’infrazione aperte, già da qualche tempo, contro il nostro Paese. Una situazione che nelle nostre città è ormai al limite e assai pericolosa, gli standard delle direttive comunitarie sono, infatti, disattese da oltre dieci anni.
La legislazione comunitaria prevede, infatti, il rispetto della soglia media annuale di 40 microgrammi di PM10 per metro cubo, e quella giornaliera di 50 microgrammi. In tutta la Pianura padana (Piemonte, Lombardia, Emilia e Veneto), così come a Roma e Napoli ciò non accade da tempo.
L’Italia è, dunque, in mora da molti anni e risulta essere il terzo Paese per giorni vissuti oltre la soglia massima, superati solo da Polonia e Bulgaria. La Corte di Giustizia Europea ci sanzionò nel 2006 e 2007 per la violazione dei limiti Pm10 in 55 aree geografiche della penisola, dall’anno successivo siamo rimasti regolarmente sopra i tetti di sicurezza.
Il problema è strutturale e certo non bastano le misure restrittive delle targhe alterne o qualche giorno di pioggia in più, Legambiente, nel suo dossier “Mal’Aria” 2017, suggerisce l’attuazione di una politica lungimirante al fine di incrementare il numero di giorni di aria pulita e mantenere il risultato nel medio-lungo termine.
Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente, precisa: “La qualità dell’aria nelle città italiane deve diventare una priorità di governo, a scala locale, regionale e nazionale, altrimenti continueremo a condannare i cittadini italiani a respirare aria inquinata. Per questo oggi abbiamo presentato una ricetta completa di proposte e soluzioni per metterla in pratica, chiamando in causa prima di tutto i Comuni e le Regioni, e poi il governo, ciascuno per le sue competenze. Auspichiamo poi l’istituzione e il funzionamento di un coordinamento forte e permanente tra i diversi livelli di governo del territorio, autorità ambientali e sanitarie e i diversi soggetti interessati, per riuscire a essere efficaci nell’azione. Occorre uscire dalla logica dell’emergenza e garantire un diverso modo di pianificare gli spazi nelle aree urbane, investimenti nella riqualificazione e nell’innovazione nell’edilizia e nel riscaldamento, sistemi di mobilità innovativi e investimenti sul verde urbano”.
I dati forniti dall’Agenzia Europea dell’Ambiente sono preoccupanti e dovrebbero tutti far riflettere. Ogni anno sono state calcolate 66 mila morti premature attribuite allo smog, in particolare, polveri e biossido di azoto, hanno provocato nel 2013 la morte prematura di 87.670 persone. Nel 2012 su 491mila morti di questo tipo nell’Ue, 84.400 erano italiani, con una media 231 al giorno. Relativamente, poi, alle nascite premature mondiali circa un quinto potrebbe essere correlato agli alti livelli d’inquinamento.
Silvestro Scotti, segretario nazionale della Fimmg (Federazione dei Medici di Famiglia), ha raccontato: “Da tempo, nei nostri studi delle aree metropolitane, visitiamo sempre più persone con malattie respiratorie, attacchi d’asma e forme reattivo-allergiche anche gravi. I pazienti aumentano quando i tassi d’inquinamento s’impennano e le vittime sono soprattutto bambini e anziani”.
L’Italia rischia dunque una multa di circa un miliardo per la violazione delle norme comunitarie sulla qualità dell’aria. Le due procedure d’infrazione su biossido di azoto e Pm10, previste da Bruxelles, passano dallo stadio di messa in mora a quello di parere motivato e l’Italia avrà due mesi per rispondere.
La gravissima situazione di natura politica, sociale e culturale va affrontata in maniera strutturale e con l’impegno di tutte le forze necessarie. La nostra salute è ogni giorno a rischio e nessuno sembra preoccuparsi di questo gravissimo e urgentissimo problema. Intanto i veleni killer dell’aria, silenziosamente, continuano ad accorciare ogni giorno di più le nostre vite.
Su questo tema gran parte della responsabilità è dei sindaci delle grandi città. Milano compresa.