Crisi del circo: il vero spettacolo è la libertà
Il mondo del circo affronta un periodo di difficoltà, con un forte calo di spettacoli e spettatori. All’orizzonte la possibile riforma del settore, per una graduale dismissione degli animali dai circhi
di Alessandra Bernardo
su Twitter @alebernardo79
Cambiano i gusti degli italiani e, soprattutto, aumenta la sensibilità dei cittadini rispetto allo spettacolo del circo e sull’impiego degli animali nelle esibizioni. Il settore è in crisi e, oltre alla percezione di un reale avanzamento etico, arriva il primo rapporto Censis (Centro Studi Investimenti Sociali), commissionato dalla Lav (Lega Anti Vivisezione), sul settore circense in Italia. L’indagine esamina lo stato dell’arte e l’impatto occupazionale ed economico che si determinerebbe con l’approvazione del Disegno di Legge sulla riforma dello spettacolo, attualmente all’esame della Commissione Cultura del Senato.
Il settore circense in Italia (di cui Ghigliottina si è già occupata qui) è stato, fino ad oggi, regolamentato da una legge, datata e desueta, risalente al 1968 e che potrebbe essere assorbita grazie al recente Disegno di Legge n. 2287 bis su “Disciplina del cinema, dell’audiovisivo e dello spettacolo”, noto come “Riforma Franceschini”, che prevede la graduale dismissione degli animali dai circhi.
Il rapporto Censis aggiornato al 2017 rileva, attraverso i suoi dati, che gli spettacoli sono diminuiti dell’11% dal 2010 al 2015 (da 17.100 a 15.242). Il numero di spettatori, nello stesso arco temporale, è sceso del 5% (da 1.155.182 a 1.096.695) con un consequenziale calo degli introiti. I botteghini hanno registrato la riduzione degli incassi, con un –58,8% nel Nord Est, -45,2% al Centro e -13% al Sud e Isole.
Il Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS), che ogni anno, erogava sussidi milionari allo sfruttamento degli animali nei circhi, ha diminuito i contributi del 9% tra il 2010 e il 2015. I numeri della ricerca sono incoraggianti: si passa, infatti, da 3.318.000 a 3.010.000 euro e da 50 domande presentate a 18 accolte. I contributi legati ai nuovi investimenti (acquisto di nuove attrazioni, impianti, macchinari, attrezzature e beni strumentali) sono passati da 241.000 euro nel 2012 (furono accolte 6 domande) a 0 nel 2015. Si sono, inoltre, dimezzati i versamenti per i circhi con animali (da 2.508.492 euro nel 2011 a 1.358.026 euro nel 2015), mentre aumentano i sussidi per i circhi contemporanei (da 30.000 a 296.722 euro) e per i circhi tradizionali senza animali (da 10.000 a 263.528 euro), segno di un radicale mutamento del gusto e una grande attenzione e sensibilità al rispetto degli animali.
La Lav ha dichiarato: “Auspichiamo l’approvazione del Ddl, l’aumento della sensibilità dei cittadini ha fatto diminuire spettacoli e pubblico, il calo dei contributi pubblici ha portato maggiori assegnazioni alle nuove forme artistiche che non utilizzano animali. Inoltre, ricollocare gli animali potenzialmente `dismessi´, è un’azione necessaria e un costo minore, rispetto agli attuali costi pubblici e privati del circo con animali. È necessario un impegno per la riconversione in spettacoli senza animali che potrebbe essere sostenuto attraverso l’accesso a fonti di finanziamento esterne”.
Sono circa 2.000 gli animali ancora “detenuti” nei circhi italiani e, mentre la maggior parte dei Paesi europei e nel mondo ne vietano l’impiego, l’Italia non ha ancora una normativa, né nazionale né locale, che limiti o proibisca l’utilizzo degli animali nelle attività circensi. Su 53 Paesi europei ed extraeuropei esaminati, solo 5 non hanno alcun tipo di legislazione a riguardo.
In previsione della Riforma è importante pensare anche a un idoneo ricollocamento degli animali selvatici ed esotici “dismessi” dall’attività circense e che sarebbero accolti in Centri di Recupero, giungendo magari alla creazione di strutture specializzate a svolgere compiti di accoglienza, mantenimento e cura.
L’Italia sembra essere a una svolta culturale che segna la volontà di cambiamento, un avanzamento etico volto al rispetto del legame primordiale tra uomo e natura, perché un Circo rispettoso e pedagogico può esistere e sarebbe uno spettacolo divertente per tutti.
È un argomento che giustamente ritorna !! Se da un parte può dispiacere per la difficoltà in cui versano alcuni circhi, dall’altra non si può essere che felici per l’attenzione verso la crudeltà degli animali “DETENUTI ” nelle strutture circensi. Viene solo tristezza a vederli!!
Che meraviglia, invece, assistere alle spettacolari acrobazie del cirque du soleil?