Sei Nazioni: Italia, metamorfosi incompiuta. Francia superiore negli 80′

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All’Olimpico di Roma l’Italrugby gioca un bellissimo primo tempo contro i francesi per poi mostrare il fianco nella ripresa e rimandare ancora una volta la piena promozione. I transalpini vincono 40-18

di Sergio Basilio
su Twitter @TagoSergio23

In questo pomeriggio primaverile di marzo sul bellissimo palcoscenico dell’Olimpico di Roma vanno in scena le  metamorfosi  azzurre, che hanno ben poco in comune con le ben più note dell’opera kafkiana. Da una parte l’Italia con ancora negli occhi la bellissima battaglia di Twickenham e dall’altra una Francia che non vince fuori casa praticamente da due anni.

Il tanto reclamato cambio (tattico ancor prima che mentale), il cosiddetto giro di boa dell’Italia combattiva e piacente vista in Inghilterra, sembra consacrarsi oggi a Roma visto l’inizio roboante azzurro.

Primi minuti perfetti, da manuale del rugby: aggressività, potenza, lucidità, forza, tutto questo porta a una metà stupenda di Parisse ma con un grave errore di Canna sul calcio piazzato seguente. Errore che in un inizio così non si dovrebbe commettere. Ma la Francia non sembra irresistibile anzi, sembra stupita e imbambolata da tutta la grinta buttata sul campo dagli azzurri, che entrano nella difesa dei transalpini come una lama nel burro, senza però riuscire a concretizzare le tante azioni create. Infatti a metà del primo quarto i bleus accorciano il risultato sul 5-3 con i 3 punti da calcio piazzato.

Da palla statica l’Italia gioca benissimo, con schemi ormai ben acquisiti ma mancano sempre gli ultimi passaggi, lo scatto giusto per depositare l’ovale a terra. Dopo due “quasi mete” per parte arriva quella vera per i francesi che si portano anche grazie al calcio sul 8-13.

Dopo minuti di sbandamento gli azzurri di Conor O’Shea si rialzano e con un calcio di Canna vanno a -2 per l’11-13. Il primo tempo termina con un altro calcio di punizione segnato da Lopez (11-16) anche se paradossalmente è l’Italia che domina il campo, tenendo benissimo con azioni a memoria che però rimangono di una bellezza fine a se stessa e con un attacco francese che sfuma grazie ancora una volta grazie alla grande difesa azzurra.

La ripresa inizia con altri tre punti messi a segno da Lopez su calcio e al 48’ la meta del gigantesco Vakatawa (24-11) mette in ginocchio i padroni di casa che improvvisamente sentono la stanchezza sulle gambe. A metà secondo tempo uno scatto improvviso porta alla meta di Bronzini, che però non viene convalidata dal bravissimo arbitro neozelandese Brian O’Keefe, che assegna invece mischia perché la palla non ha toccato il terreno per un soffio. Il finale è presto scritto con la terza meta dei bleus con Picamoles che porta il risultato sul 31-11, la quarta meta siglata da Ben Arous e quella di Dublin (11-40).

Nonostante l’ennesimo, pesante risultato, l’Italia si dimostra una squadra durissima a morire, durissima a mollare, qualcosa di completamente diverso da quello visto contro l’Irlanda e contro il Galles e questo è già un grande passo avanti, ma poi c’è anche la matematica con cui fare i conti, perché se è vero che gli azzurri hanno tenuto bene il campo (e senza la grande difesa poteva finire con un risultato molto più pesante) è altrettanto vero che non hanno siglato un solo punto in tutto il secondo tempo (se non la meta finale di Esposito a risultato ormai archiviato) e se si vuole migliorare e dare una nostra voce a questo sport (e a questo torneo) bisogna cresce sotto questo punto di vista, per tutti questi motivi possiamo definirla una metamorfosi a metà, incompleta.

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  1. 18 Marzo 2017

    […] il discorso della sterilità in attacco degli ospiti (già molto evidente nel match contro la Francia di sette giorni fa), dopo 30 minuti l’Italia non si è ancora affacciata dalle parti della meta […]

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