Formula 1, ci siamo: la stagione 2017 sta per partire!
Domenica 26 marzo scatta in Australia il mondiale 2017: come sempre occhi puntati sulla Mercedes ma soprattutto ai grandi cambiamenti che potrebbero regalarci una stagione all’insegna dell’equilibrio
di Andrea Pulcini
su Twitter @Purcins
Pochi, pochissimi giorni e scatterà la stagione 2017 della Formula 1. Come sempre il primo appuntamento sarà in Australia, con la pista di Melbourne che ospiterà le rinnovate monoposto. Tutti, ancora una volta, a caccia della Mercedes, orfana del campione del mondo Nico Rosberg, con la speranza che la Ferrari, con al timone Sebastian Vettel e Kimi Räikkönen, possa farsi valere.
È ufficialmente iniziata una nuova era per la Formula 1. Il motivo non è da attribuirsi solo al passaggio di consegne avvenuto al comando, con Bernie Ecclestone e la sua Cvc soppiantati dalla Liberty Media che fa capo a Chese Carey e che ha affidato le principiali mansioni di raccordo coi team ad una vecchia conoscenza dei paddock, Ross Brawn, ma anche ad un nuovo regolamento tecnico che ha portato alla modifica sostanziale delle monoposto.
I principali cambiamenti hanno riguardato:
Le gomme che hanno aumentato le loro dimensioni passando da 245 a 305 mm all’anteriore e da 325 a 405 al posteriore. Il maggior grip (aderenza di uno pneumatico su fondo stradale) che garantiranno queste gomme incrementerà notevolmente la velocità di percorrenza delle curve, causando di contro una minor velocità in rettilineo.
Aerodinamica: questo aspetto segue di pari passo l’aumento in grandezza degli pneumatici e si ripercuote su una maggiore dimensione delle due ali, con la posteriore che, rispetto al passato è più schiacciata e più ampia e su una maggior larghezza e lunghezza delle vetture.
Power Unit: diminuiscono rispetto al passato le power unit da utilizzare nel corso della stagione che passano da 5 a 4 ma, con l’eliminazione dei gettoni, si rende libero lo sviluppo in quell’area permettendo a chi è in difficoltà di recuperare.
Passiamo ora all’analisi delle squadre. Iniziamo dal modo con il quale le vetture sono state presentate. Da segnalare una costante, l’uso di internet per diffondere le prime immagini delle monoposto. Molti hanno optato per delle presentazioni in pompa magna come i campioni in carica della Mercedes, la Renault chiamata al riscatto dopo la deludente stagione d’esordio e la McLaren che ha voluto dare in questo modo l’ennesima spallata all’era targata Ron Dennis che si è appena conclusa.
Nella casa con sede a Woking si è ufficialmente conclusa l’era delle denominazioni tanto care proprio a Ron Dennis, dato che la sigla MP4 che persisteva sulle vetture conosciute prima dell’avvento delle Mercedes come “frecce d’argento” conteneva la M dello storico sponsor Philip Morris ed il P4 inteso come Project Four Racing, ultimo progetto a cui si legò Dennis prima della scalata alla McLaren. MCL32, questa la sigla della nuova monoposto con chiaro riferimento al nome della scuderia. Ma non è l’unico cambiamento su questa vettura. Anche la livrea è stata modificata passando dal grigio scuro ad un arancione acceso metallizzato.
Dopo gli sfarzi e i grandi proclami di gloria dello scorso anno, presentazione anonima e tanta voglia di far parlare i fatti in Ferrari per la SF70H che deve il suo nome alla ricorrenza dei 70 anni di fondazione dell’azienda.
Nota di “colore” riguardo la Force India. La scuderia guidata da VJ Mallya per rendere omaggio alla BWT, azienda austriaca leader nel trattamento delle acque, è passata da una livrea bianco-argento come da abitudine negli ultimi anni ad una livrea rosanero, cosa che ha scatenato un affettuoso scambio di tweet tra la squadra italiana di calcio del Palermo, i cui colori sociali sono il rosa e il nero e la scuderia indiana.
Tornando all’attualità, negli 8 giorni di test svolti al circuito catalano del Montmelò, luogo dove abitualmente il fitto calendario della Formula1 pone il primo gran premio che si svolge nel Vecchio continente, hanno fornito informazioni utili a poter effettuare una completa analisi delle squadre.
Partiamo dalla Mercedes. I campioni in carica si apprestano ad affrontare questa stagione con una vettura che sembra l’evoluzione naturale della vettura dello scorso anno. Buone sembrano anche le sensazioni dei due piloti, con Lewis Hamilton che si è subito mostrato entusiasta della monoposto e Valtteri Bottas che, dopo i primi giorni passati ad abituarsi ad una nuova monoposto, sembra sentirsi sempre più a suo agio sulla W08. Le Mercedes hanno percorso mille km in meno rispetto alla sessione di test dello scorso anno ma con 5.101 chilometri, che tradotti in giri fanno 1.096, resta la scuderia che più di tutte ha girato in quel di Barcellona.
La grande sconfitta dello scorso campionato è la Ferrari. La scuderia di Maranello, che quest’anno celebra i settant’anni della sua fondazione, ha scelto un basso profilo puntando su un lavoro costante. Le principali innovazioni si sono viste fin dalla presentazione, dove il Cavallino a discapito della concorrenza, ha presentato un progetto alternativo e che viaggia in una direzione opposta rispetto alle rivali. I 4.445 km (955 giri) ci mostrano una Ferrari che rispetto allo scorso ha migliorato l’affidabilità ma soprattutto ha migliorato il feeling con le mescole soft e medie, vero tallone d’Achille della scuderia nella passata stagione insieme alla scarsa presenza di aggiornamenti sulla vettura nel corso dell’anno. Nei test spagnoli le perplessità sembrano sparite e candidano la Ferrari come una delle pretendenti al titolo.
Condizionata all’andamento e dal funzionamento dei propri propulsori sarà la stagione di RedBull ma soprattutto di McLaren. La scuderia con sede a Milton Kaynes dopo esser stata la sorpresa nella scorsa stagione punta alla riconferma. Il progetto della monoposto non è eccessivamente estremo ma sembra concreto ed affidato a due piloti come Max Verstappen e Daniel Ricciardo che avranno tanta voglia di confermare quanto buono fatto nel 2016. l’unica incognita è rappresentata, per la scuderia di Mateschiz, il motore Renault, che durante i test ha palesato limiti nell’affidabilità.
Da questo punto di vista è messa peggio la McLaren che, nonostante il sodalizio con Honda duri ormai da 3 anni non sembra venir fuori da una serie di problemi inerenti alla power unit nipponica.
Il destino di Fernando Alonso e Stoffel Vandoorne è legato all’affidabilità di questo propulsore, che in questi test è quello che ha girato di meno, permettendo ai due piloti di percorrere appena 425 giri, frutto di appena 1.978 km. il dato più basso di tutto il Circus. Numeri che devono far riflettere soprattutto se a Woking vorranno in futuro avere un obiettivo diverso dal condurre le monoposto al traguardo. Perché per storia e tradizione la McLaren deve essere tenuta sempre in considerazione come team d’élite, ma in questa fase storica team come Haas, Renault o Sauber posseggono maggiori ambizioni del team inglese.
La Williams di Felipe Massa e Stroll ci avvia all’analisi di quelle squadre che quest’anno possono candidarsi al ruolo di sorpresa della stagione. La scuderia sponsorizzata Martini ha richiamato dopo in fretta e furia il brasiliano (ritiratosi dalla F1 più per mancanza di un sedile che per poca di voglia di correre) dopo l’affaire Bottas come tutor del giovane esordiente Stroll che in questi test qualche grattacapo ai meccanici l’ha dato. Però l’affidabilità c’è e con un uomo come Paddy Lowe sul ponte di comando ha forti possibilità di diventare una mina vagante.
Punta a confermarsi ma anche a migliorarsi la Force India, che ha cambiato leggermente la sua livrea come dicevamo prima ma ha ben sostituito Nico Hulkenberg, passato in Renault, con un “uomo mercedes”, Esteban Ocon, che insieme un Sergio Perez che nella scuderia indiana sta trovando il luogo perfetto nel quale esprimere il suo potenziale, proverà a migliorare e migliorarsi per dar seguito alle ambizioni del suo proprietario.
Haas, Renault, Toro Rosso e Sauber meritano un’analisi congiunta in quanto sono destinate a darsi battaglia a metà schieramento.
Partiamo dalla scuderia di Gene Haas. Al suo secondo anno in Formula 1 la scuderia statunitense sta fronteggiando un non facile cambio di regolamento e la scelta di confermare la sua coppia di piloti della scorsa stagione, composta da Romain Grosjean e Kevin Magnussen, lascia intendere come senta il bisogno di avere raffronti importanti sulla nascita e lo sviluppo di questa nuova monoposto, contando sulla loro esperienza maturata alla guida della vettura americana. Quello che tutti credevano diventasse lo “Junior Team” della Ferrari, il Team Haas sta trovando una sua dimensione anche se questo sarà inevitabilmente un nuovo anno di apprendistato dove l’obiettivo minimo sarà migliorare l’8° posto tra i costruttori conquistato lo scorso anno.
La Renault, dopo i problemi palesati su Toro Rosso e Red Bull, dovrà dimostrare quantomeno un elevato grado di affidabilità sulle sue monoposto provando a migliorare gli 8 punti conquistati che hanno relegato il marchio francese al terz’ultimo posto nei costruttori.
La Toro Rosso sembra essere la vera incognita di questi test e di questa stagione. La scuderia di Faenza ha confermato i piloti, ma, dopo un anno con la Ferrari è tornata ai motori Renault. Il cambio non ha sembrato giovare alla scuderia italiana, che sta avendo molti problemi con questo propulsore.
In conclusione è un rebus la situazione della Sauber. La scuderia svizzera gode dei motori Ferrari ma versa in una crisi che sembra irreversibile. La coppia di piloti, formata da Marcus Ericsson e Pascal Wehrlein non sembra convincere appieno. L’unica nota positiva riguardo questa scuderia riguarda il fatto che, seppur nella prima sessione di test, ha permesso ad un pilota italiano, Antonio Giovinazzi, di poter tornare a calcare il palcoscenico della Formula 1. Nota di colore in chiusura sta nel richiamo sulla carrozzeria ai 25 anni di attività del team.
Ma il vero giudice supremo sarà la pista, solo a Melbourne si potrà capire quante delle indicazioni riscontrate nei recenti test troveranno conferma. Appuntamento a domenica 26 marzo dove sul circuito dell’Albert Park il rombo dei motori tornerà protagonista.
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