Un anno de “La Fine dei vent’anni”: Motta live al Monk di Roma

Tempo di lettura 3 minuti

A un anno dall’uscita del suo album d’esordio, il cantautore pisano incanta nuovamente la capitale nella serata di sabato 18 marzo

di Cristiano Tofani
su Twitter @BigC921

© Marta Bandino | Ghigliottina

Il debutto per un’artista emergente non è mai facile, l’impatto con un nuovo pubblico, l’uscita del primo album, una strada ricca di insidie. C’è chi, però, da queste difficoltà ne esce a testa alta, anzi altissima, ed è il caso di Francesco Motta. Il trentenne cantautore pisano ha avuto una rapida ascesa, grazie anche a “La fine dei vent’anni”, album molto apprezzato dalla critica al punto di essere definito uno dei migliori album del 2016 e vincitore del premio Tenco per la categoria “Opera Prima”. Un live atteso da molti quello al Monk di Roma, per una città cara all’artista che è riuscito a registrare un doppio sold out nel club romano che più volte lo ha ospitato nel corso del suo tour.

Si parte con Se continuiamo a correre che scalda subito gli animi dei già carichi fan presenti nel locale. Si passa subito a Del tempo che passa la felicità, ultimo singolo estratto dall’album, un video che in una settimana ha raccolto oltre 40mila visualizzazioni e più di mille apprezzamenti. Due pezzi e Motta è riuscito a catturare passione e animo del pubblico. Una percussione veloce è Prima o poi ci passerà ad attaccare, il primo singolo estratto dal lavoro dell’artista è conosciuto da tutta la platea ed eseguito live ottiene un innegabile valore aggiunto.

Se è vero che un album con questo titolo può far immaginare una crescita personale, un passaggio generazionale, Mio padre era un comunista scatena sicuramente un confronto tra epoche. I ritmi del pezzo coinvolgono, è impossibile rimanere impassibili. La potenza del lavoro di Motta passa per i testi, spesso anche autobiografici. Con Una maternità a seguire, il cantautore sembra volersi raccontare al pubblico.

Per un attimo l’attenzione è spostata verso un altro gruppo, un gruppo caro all’artista pisano, i Criminal Jokers, la band con cui il cantautore ha iniziato la sua carriera nel mondo della musica. Proprio con due pezzi della band, Fango e Cambio la faccia, intervallati dalla title track La fine dei vent’anni si va verso il break canonico prima del bis.

Il concerto sta arrivando alla fine, il pubblico non riesce a farne a meno e una piccola comparsata di Riccardo Sinigallia durante la prima parte di concerto ha alzato ancora di più gli animi, per uno dei concerti più intensi visti dalla piazza romana in questa prima parte del 2017. Roma Stasera apre l’ultima parte del concerto, pezzo dedicato alla città in cui l’artista si è trasferito da diversi anni.

Il concerto si chiude con Prenditi quello che vuoi che eseguita live guadagna una carica emotiva e di energia in più, il pubblico non vorrebbe finisse, ma è arrivato il momento dei saluti e del congedo finale.

Un live più che convincente, per uno show che viene portato in giro per l’Italia ormai da più di un anno, per un artista che ha avuto un impatto fortissimo nei confronti del grande pubblico. L’arrivo di un cantautore come Motta fa ben sperare per un mondo come quello dell’Indie italiano che negli ultimi anni ha faticato ad emergere, tranne rari casi non sempre artisticamente validi. A questo punto non resta che attendere “La fine dei trent’anni”.

Scaletta concerto
Se continuiamo a correre
Del tempo che passa la felicità
Prima o poi ci passerà
Mio padre era un comunista
Una maternità
Sei bella davvero
Fango (Criminal Jokers cover)
La fine dei vent’anni
Cambio la faccia (Criminal Jokers cover)
Roma Stasera
Abbiamo vinto un’altra guerra
Prenditi quello che vuoi

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