Forse non è la felicità, ma qualcosa di molto simile. Fast Animals and Slow Kids live al Monk di Roma
Un live esaltante e un’energia costante: questo riassume lo spettacolo dei Fast Animals and Slow Kids al Monk di Roma lo scorso 25 marzo
di Cristiano Tofani
su Twitter @BigC921
Foto di Marta Bandino
Adrenalina, carica emotiva e naturalezza. Tre caratteristiche sempre più difficili da trovare nel mondo della musica. Tre concetti che descrivono alla perfezione i Fast Animals and Slow Kids. I FASK sono un gruppo alternative rock di Perugia, formatosi nel 2007 da Aimone Romizzi alla chitarra, voce e percussioni, Alessandro Guercini alla chitarra, Jacopo Gigliotti al basso, e Alessio Mingoli alla batteria. Di tappa al Monk di Roma per il tour di supporto al loro ultimo lavoro Forse non è la felicità, il gruppo umbro lo scorso 25 marzo ha fatto registrare un sold out da capogiro nel club romano. Un’attesa insanabile per un live dalle grandi aspettative, merito soprattutto di un album che ha confermato il valore della band dopo il successo di critica e pubblico ottenuto con Alaska.
Il duro compito di scaldare gli animi è lasciato ai LAGS, giovane band romana formatasi nel 2013, che è riuscita pienamente a catturare l’attenzione del pubblico che stava riempiendo la sala e che sicuramente ha scoperto una nuova band da seguire e da scoprire con piacevole curiosità.
Il tempo di un cambio palco e di accordare gli strumenti ed è il momento di Asteroide, brano di apertura anche dell’ultimo lavoro del gruppo perugino, seguito come nell’album da Giorni di gloria. La folla è già conquistata, i ritmi tesi e duri della loro musica si stagliano prepotentemente sul pubblico, proprio come Calci in faccia, terzo pezzo in scaletta della serata. Siamo solo al terzo pezzo ma il pogo inizia già a mettere a ferro e fuoco tutta la sala. Un’atmosfera rock, i primi stage diving, i FASK hanno l’attenzione di tutti.
Combattere l’incertezza e si attinge così anche da Hybris, il secondo album della band, in un crescendo di emozioni. È difficile parlare di crescita di emozioni quando tutti i pezzi in scaletta sono fortemente adrenalinici, ma il gruppo riesce in questo intento, alzando sempre un po’ l’asticella emozionale.
Con Fiumi di corpi, Tenera Età e Ignoranza si torna a Forse non è la felicità, ma il pubblico non sembra farci caso e dà l’impressione di volerne sapere che la serata prima o poi dovrà finire.
Tanti suoni duri e soli di chitarra da 11 giugno, lasciano però poi spazio a Il vincente, ballad tratta da Alaska.
Ma i toni più flebili e dolci lasciano di nuovo spazio ai rullanti più marcati. E con Troia seguita da Maria Antonietta, eseguite live entrambe con una carica inaudita pur essendo nella fase più che avanzata del live, il gruppo si carica dell’energia del pubblico al punto che il Aimone si cimenta in un crowdsurfing con destinazione il bar dell’arena, dal lato opposto al palco.
Coperta accompagna lo show verso una pausa necessaria, pubblico e band sono letteralmente esausti, ma non ancora sfiniti.
Come reagire al presente e A cosa ci serve aprono l’ultima parte del concerto sembra che la pausa non abbia placato gli spiriti, tutt’altro il club sembra esplodere.
I fuochi d’artificio finali sono serviti grazie a Forse non è la felicità, title track dell’album, che è cantata all’unisono da tutti i presenti e segna la conclusione di una grande serata di rock.
I Fast Animals and Slow Kids si confermano una delle band più carismatiche e affermate nell’universo indie italiano. Come se i numeri del precedente tour non fossero bastati (6 sold out e oltre 2800 biglietti venduti per la data all’Alcatraz di Milano), Forse non è la felicità ha sottoscritto ulteriormente il valore della band, sperando in un futuro più che roseo perché forse sarebbe proprio la felicità per molti.
Scaletta concerto
Asteroide
Giorni di gloria
Calci in Faccia
Combattere per l’incertezza
Fiumi di corpi
Tenera Età
Ignoranza
Il mare davanti
Montana
Capire un errore
11 giugno
Il vincente
Troia
Maria Antonietta
Coperta
Annabelle
Bis
Come reagire al presente
A cose ci serve
Forse non è la felicità