Minori stranieri non accompagnati: la Camera approva il DDL
Il 29 marzo il Parlamento italiano ha dato l’ok alla legge che impedirà i respingimenti dei minori non accompagnati. Una vittoria storica, accolta con favore dalle ONG, sintomo che in mezzo alla tempesta l’Italia può ancora rappresentare un’isola sicura per migliaia di bambini. Ne abbiamo parlato con Antonella Inverno di Save the children
di Mattia Bagnato
su Twitter @bagnato_mattia
Dallo scorzo 29 marzo i minori stranieri non accompagnati che arriveranno in Italia non potranno più essere respinti. Anzi, c’è addirittura di più: il decreto legge approvato dal Parlamento a larga maggioranza (375 sì, 13 no e 41 astenuti) stabilisce che questi godranno degli stessi diritti dei loro coetanei italiani o proveniente da un qualsiasi altro paese dell’UE. La decisione, adottata dalla Camera dei Deputati, ha già il sapore della svolta. Il gusto dell’orgoglio, quello che per una volta ci fa sentire fieri di essere italiani. Che fa del nostro Paese il primo d’Europa ad aver elaborato una legge organica in merito inserendola in un Testo unico.
L’orgoglio, a cui si fa riferimento, è tutto nelle parole di Antonella Inverno, responsabile dell’Unità Policy and Law per Save the children. Non ha nulla a che vedere, però, con l’essere italiani o meno. Quanto piuttosto con il fatto di essere riusciti a portare a compimento con successo una lunga “battaglia” di umanità. Quella che anni l’organizzazione umanitaria ha deciso di “combattere” e che si è concluso solo pochi giorni fa. “Siamo molto contenti, mi dice, perché io e miei colleghi abbiamo seguito l’iter legislativo fin dalla formulazione iniziale della legge e, poi, attraverso le successive modifiche al testo”.
Era il 2016, quando alcuni rapporti dell’Europol ponevano l’accento sul fatto che oltre 10.000 minori stranieri giunti in Europa fossero, misteriosamente, scomparsi. Finiti, con tutta probabilità, in quella rete criminale che li sfrutta come mano d’opera a basso costo. Il pericolo, però, era rapidamente rientrato anche grazie alle molte inchieste giornalistiche a riguardo. Il problema, tuttavia, rimaneva. Molti dei ragazzi stranieri arrivati in Europa, ma soprattutto in Italia, infatti si è scoperto preferissero sottrarsi al sistema d’accoglienza istituzionale perché troppo farraginoso. Tentando, diversamente, di raggiungere parenti ed amici direttamente in altri paesi europei.
Sempre durante lo scorso anno, dice Save the children, si è registrata un’impennata nel numero di minori stranieri non accompagnati sbarcati sulle nostre coste, per la maggior parte provenienti dalla Libia. “Un dato in continua crescita dovuto alla molte crisi umanitarie che stanno interessando diversi paesi nel mondo – afferma Antonella Inverno -, e che non risparmiano nemmeno i più piccoli”. Ciò nonostante, il clima di paura ed insofferenza diffuso in tutto il Vecchio continente, alimentato ad arte da irresponsabili populismi, ha portato al ripristino delle frontiere, rendendo ancora più complicato spostarsi all’interno dello spazio Schengen e favorendo il deprecabile meccanismo dei rimpatri forzati.
Solo lo scorso anno sono arrivati in Italia 25.772 “MSNA”, il doppio rispetto ai 12.300 del 2015, per lo più da Egitto e Gambia. Di questi, secondo il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, 17.245 sono ospitati in strutture d’accoglienza. Mentre, stando sempre alle cifre rese pubbliche dal Governo, le richieste d’asilo si aggirano intorno alle 11.656[1]. Un esercito di piccoli disperati in fuga da guerre, violenze e crisi alimentari. Per queste ragioni, il Decreto approvato alla Camera appare ancora più importante, se non addirittura fondamentale.
Un atto dovuto, a quanto pare. Indispensabile, al fine d’integrare le lagune di un sistema di tutela dei diritti umani che fino ad oggi si poggiava, esclusivamente, sulla Convenzione di New York del 1989, ratificata dall’Italia ma spesso disattesa. Sulla base di tale Convenzione, infatti, ai MSNA dovrebbe essere garantito un permesso di soggiorno per età anche che sono entrati senza Visto e, quindi, irregolarmente. È solo dal 2014, però, che il nostro paese si è munito di un Piano nazionale per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati. Cioè da quando, si è presa coscienza del fatto che gli 800 minori arrivati in Italia nel 2013 erano diventati 2.000 nel 2014.
Secondo Antonella Inverno, “il Testo unico sui minori non accompagnati introduce non poche importanti novità”. La prima riguarda l’imprescindibilità dell’accertamento dell’età del minore in questione e, soprattutto, l’obbligo da parte delle autorità italiane dell’identificazione corretta dello stesso. L’atto, poi, dovrà essere notificato sia al minore interessato sia al tutore provvisorio. È prevista anche la possibilità di fare ricorso, opzione tutt’altro che da secondaria. Infine, nella legge viene ufficializzata la figura del mediatore culturale durante tutta la procedura.
La seconda importante novità, invece, è relativa alla definitiva regolamentazione del sistema d’accoglienza integrato tra strutture di prime d’accoglienza, esclusive per minori e che li potranno ospitare per un massimo di 30 giorni, e il sistema di protezione per richiedenti asilo, i così detti Sprar. Il Governo, in questo senso, si impegna a mettere a disposizione strutture adeguate sul tutto il territorio nazionale. Rimane comunque, secondo Antonella Inverno, “l’importanza di promuovere l’affidamento familiare come opzione preferenziale”.
Spetterà d’ora in poi al Tribunale per i minori le competenze in materia di rimpatrio assistito. Così come l’obbligatorietà, entro i prossimi 3 mesi, a stilare liste di “tutori volontari”. Per quanto riguarda i permessi di soggiorno, il decreto legge stabilisce come unica tipologia di permesso quella per età e per motivi familiari, eliminando tutte le altre tipologie fino ad ora previste dalla legge. Il quale, a questo punto, potrà essere richiesto direttamente dal minore alla questura competente. Permesso che, salvo casi eccezionali come “gravi danni per lo stesso”, al diciottesimo anno d’età si convertirà automaticamente in “normale” permesso di soggiorno.
I cambiamenti più importanti, tuttavia, possono essere rinvenuti, mi spiega ancora Antonella Inverno, propria nella tutela di quegli imprescindibili diritti umani troppo spesso violati. A partire, quindi, dal “diritto all’ascolto” nei procedimenti amministrativi e giudiziari e all’assistenza legale, garantita dal patrocinio a spese della stato. Le associazioni, in tal senso, potranno ricorre in sede di giurisdizione amministrativa ogni qual volta ritengano che un diritto sia stato negato.
Passando, poi, per il diritto all’istruzione, finalmente, garantito dal decreto legge in questione attraverso l’acquisizione di titoli conclusivi di corsi di studio anche quando al compimento di diciotto anni questi non siano in possesso del permesso di soggiorno. In ultimo, viene così garantito anche il diritto alla salute grazie all’inserimento dei MSNA nei registri del Servizio Sanitario Nazionale.
[1] http://www.internazionale.it/notizie/annalisa-camilli/2017/02/13/migranti-minori-non-accompagnati-legge-zampa