Gente da museo: a Roma ecco Roberto Cotroneo e il suo “Genius Loci”

Tempo di lettura 4 minuti

Con “Genius Loci”, libro e mostra alla Galleria Nazionale di Roma, Roberto Cotroneo racconta per immagini i visitatori dei templi della cultura e della condivisione

di Federica Salzano
su Twitter @FedericaSalzano

C’è qualcuno che corre e altri che riposano, chi si stupisce, chi legge. E naturalmente non manca chi fotografa. È un museo insolito – raccontato non attraverso le opere d’arte, ma raffigurando chi le osserva – quello messo in scena da Roberto Cotroneo. Lo scrittore, giornalista, poeta e fotografo con i suoi scatti ha composto un ritratto dei visitatori di questi luoghi simbolo d’identità collettiva e santuari laici di bellezza.

Genius Loci” è un progetto multiforme: una mostra fotografica ospitata alla Galleria Nazionale di Roma fino al 4 giugno 2017 e un libro pubblicato da Contrasto, nel quale le immagini sono accompagnate dai testi dello stesso autore. “C’è un profondo rapporto, un rapporto nuovo, tra narrazione e fotografia. Colpa della narrazione, merito della fotografia” sostiene Cotroneo. Che spiega, tra l’altro, come in una realtà sempre più complessa la comunicazione non possa prescindere dall’utilizzo di molteplici strumenti e livelli espressivi.

E certamente il suo è un lavoro che raccoglie in sé l’estetica della composizione fotografica e la poetica della parola scritta. Ma “Genius Loci” è anche un progetto che, nelle parole dell’autore, “non può fare a meno di sconfinare, seppure con una leggera diffidenza e discrezione, nella cosiddetta sociologia dell’arte”. Perché in un museo – teatro dell’arte – il visitatore completa lo spazio espositivo e crea una nuova scena da osservare.

In questo Cotroneo svela una marcata sensibilità umanistica. “Era bello aspettare che le persone entrassero nelle sale e guardassero le opere – racconta –. Lo stupore mutava il loro volto”. Ecco allora immagini della e sulla curiosità, nel segno di una riflessione su quella risonanza che s’instaura tra l’opera e l’osservatore.  I soggetti raffigurati sono giovani, anziani, bambini, famiglie e coppie. Negli scatti si può osservare l’atteggiamento spontaneo e curioso dei più piccoli o quello un po’ più “cerebrale” degli adulti. Emerge poi, in generale, una certa “disinvoltura” nei modi e nelle posture del pubblico. Forse, a dimostrazione di una rinnovata relazione, più informale, con gli spazi museali.

Le fotografie di Cotroneo presentano composizioni eleganti, immagini a volte delicate, altre ironiche. In alcuni casi raffigurano singoli dettagli: una mano, una gamba, un volto che si affaccia quasi a cogliere di sorpresa l’opera d’arte. E i musei appaiono come in una dimensione atemporale: luoghi sacri, sospesi nell’attesa di quella presenza umana che dà sostanza alla loro funzione. “Sono foto che danno l’impressione di un museo estremamente vivo”, afferma il ministro dei Beni e delle attività culturali Dario Franceschini, che racconta di aver seguito su Instagram lo sviluppo del progetto.

Ed effettivamente da questi ritratti il museo emerge come un luogo di socialità e condivisione. Soggetto emozionante degli scatti è spesso proprio quell’intenso contatto visivo con le opere: in una fotografia addirittura le due figure si sovrappongono e le braccia della statua si confondono con quelle della donna che l’osserva, in una sorta di compenetrazione visiva. Tra le immagini è poi frequente vedere le persone parlare, come a confrontarsi e a scambiarsi opinioni. Per arrivare infine alla condivisione 2.0 per eccellenza, quella della foto scattata con lo smartphone e subito postata sui social: una sorta di nuovo rituale per un check-in culturale.

GENIUS LOCI. NEL TEATRO DELL’ARTE
fino a domenica 4 giugno 2017
Sala Aldrovandi, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
viale delle Belle Arti, 131 – Roma
lagallerianazionale.com

 

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