Kandinskij porta a Milano l’astrazione e l’immaginazione russa
Tra oggetti d’infanzia, suoni e colori al Museo delle Culture di Milano (fino al 9 luglio) un’esposizione per ripercorrere tutti i temi principali che hanno reso Vasilij Vasil’evič Kandinskij uno dei maggiori esponenti dell’astrattismo nei primi del Novecento
di Greta Bisello
su Twitter @GretaBisello
Vasilij Vasil’evič Kandinskij arriva a Milano e nel cuore del quartiere Tortona occupando le sale del MUDEC – Museo delle Culture (fino al prossimo 9 luglio) con 49 opere. Una mostra che si avvale, oltre ai tradizionali quadri e dipinti dell’autore anche di altri due elementi: da una parte la multimedialità, grazie a pannelli sensoriali con i quali lo spettatore può interagire attraverso il tatto e dall’altra piccoli oggetti riconducibili alla vita quotidiana del pittore russo nato a Mosca nel 1866.
Le tematiche che il percorso della mostra “Kandinskij, il cavaliere errante.” riproduce sono quelle che meglio rappresentano uno dei più incisivi esponenti dell’astrattismo: l’influenza della Russia come terra natìa e in particolar modo di Mosca (sullo scenario quella che sarebbe poi divenuta la celeberrima rivoluzione Russa). Una condizione di povertà e solitudine che il pittore mette in correlazione con la figura materna, al tempo stesso austera ma anche profondamente amata. Terra dicevamo dalla quale l’artista emigrerà per andare in Germania nel 1921 e nella quale non farà più ritorno. L’abbandono e il distacco per Kandinskij rappresentano un viaggio fisico ma anche spirituale e più nello specifico una vero e proprio errare, altra tematica fondamentale e illustrata attraverso l’iconografia di cavalieri in uno scenario pressoché fiabesco. Il pittore rimane vicino alla tradizione russa anche in questo caso e, nel suo immaginario, a compiere peregrinazioni e superare ardue sfide c’è il cavaliere-eroe per eccellenza: San Giorgio.
Altro grande protagonista indiscusso è il colore, che riesce a rendere vivi i quadri grazie alla brillantezza e lucentezza degli acquarelli. Le forme utilizzate sono per lo più ovali, ricordano mondi fantastici e incantati – il titolo emblematico che ricorre spesso è “improvvisazione”, come se le figure fossero nate di getto, dagli istinti e impulsi come espressione più recondita e profonda della psiche di Kandinskij.
Una piccola sala del MUDEC viene interamente allestita con una parete interattiva fatta di pixel multicolore e musica, una stanza buia e sensoriale nella quale il visitatore si immerge totalmente ascoltando una melodia che monta a seconda dei propri spostamenti e che con i movimenti del proprio corpo indirizza le parti illuminate dello schermo.
Mostra piccola e agevole nella divisione degli spazi e dei contenuti, un viaggio che lo spettatore fa insieme e dentro l’artista, intenso proprio perché di breve durata.
Altra nota di merito va alla capacità dell’esposizione di prestarsi anche ai più piccoli (e lo dimostra la presenza di tanti piccoli spettatori che rimangono seduti e incantati di fronte ai quadri di Kandinskij), grazie alla semplicità e immediatezza delle aree tematiche. Tema caro all’artista è proprio quello dell’infanzia, con oggetti minuti tipici della tradizione russa, tra i quali spiccano utensili per la casa come ciotole, bauli o tessuti; tra tutti, i cavallini intagliati e colorati nel legno, rimando a un’età tenera ormai passata ma viva nei pensieri e nei ricordi di Kandinskij e che si avvale di quegli strumenti per esprimere una percezione cognitiva ormai incardinata dentro l’età adulta.
Per ammirare il genio russo a Milano ci sarà tempo fino al 9 luglio, bambini e adulti compresi.
Kandinskij, il cavaliere errante.
fino al 9 luglio 2017 al MUDEC – Museo delle Culture di Milano
lunedì 14.30-19.30
martedì / mercoledì / venerdì / domenica 09.30-19.30
giovedì e sabato 9.30-22.30
La biglietteria chiude un’ora prima.
mudec.it