Musica: 1MNext, Ghigliottina incontra gli Amarcord
Al via stasera le fasi finali dell’1MNext, il contest del Primo Maggio che porta sul palco di Piazza San Giovanni di Roma tre tra i migliori talenti musicali. Provenienti da tutta Italia, i 12 semifinalisti si alterneranno al Contestaccio per conquistare così il Concertone. Ghigliottina ha incontrato gli Amarcord
di Martina Zaralli
su Twitter @LaZetaDiMartina
Il nome dice molte cose. Un’altalena tra le rievocazioni nostalgiche dei ricordi: Amarcord. Il nome dice molte cose, ma non tutto. Qui la tradizione cantautorale italiana incontra le sonorità della scena indipendente internazionale. Di Firenze, gli Amarcord sono cinque personalità totalmente differenti. Prima di tutto, però, gli Amarcord sono un gruppo di amici. Tra tantissimi live, numerosi riconoscimenti come Premio De André, Rock Contest, Toscana 100band, la formazione ha da poco inciso il secondo lavoro, che arriva dopo Vittoria, esordio discografico del 2016. Stasera si esibiranno al Contestaccio di Roma per l’1MNext, il contest organizzato da iCompany che porta i migliori talenti direttamente sul palco del Concertone del Primo Maggio. Abbiamo chiesto qualche curiosità a Francesco Mucè, voce degli Amarcord.
Orientarsi nel mondo della musica richiede tanto impegno e tenacia. Una forza che porta a traguardi importanti. Qual è l’esperienza che ricordi con più piacere?
L’ultimo anno è stato denso di cose belle per noi. Abbiamo registrato il nostro secondo disco nello studio privato di Luciano Ligabue, che ci ha scelti come miglior progetto e miglior canzone in italiano durante la finale del Rock Contest di Contro Radio, uno degli eventi indipendenti più importanti che ci sono in Italia. Ma anche aver partecipato alla finale stessa, ricevere quel parere di Ligabue… Sono cose belle per noi, che probabilmente non ci ricapiteranno più. Sono cose che rimangono uniche, anche se poi diventi famoso. Piccoli passi, tutte cose che volevamo fare, come partecipare al Rock Contest. Per un fiorentino, poi, partecipare alla finale! Il Rock Contest ha lanciato i Litfiba… cioè, tutti i gruppi fiorentini vogliono partecipare al Rock Contest! Ma non solo. Abbiamo partecipato a Sanremo Giovani… con Mauro Pagani in giuria che ti fa i complimenti. Poi magari non rientri tra quelli che passano, ma comunque per due volte siamo stati scelti tra i migliori progetti: sono cose belle, che ci danno uno stimolo per continuare e non fermarci.
Ecco, adesso anche il rovescio della medaglia. Ci racconti dell’esperienza che invece vorresti dimenticare?
La musica sono tutte porte in faccia, sempre. Non è un luogo comune: per una cosa bella, dieci ti vanno male. Come lo stesso Sanremo Giovani. Siamo stati selezionati per due volte consecutive, ma non siamo andati sul palco dell’Ariston… In quel momento ti fai delle domande. E poi, ci sono stati concerti andati benissimo e altri in cui non c’era nessuno. Un’esperienza in particolare non c’è. Potremmo dire, tutti quei concerti in cui ti fai duecento chilometri, ti pagano anche tanto, ma ci sono poche persone e magari anche disinteressate. O tutte le volte che sei un passo dal fare qualcosa e poi non riesci a farla. Ecco: vorrei cancellare tutte le porte in faccia, anche se spesso diciamo che insegnano qualcosa…ma forse è solo per consolarci. Se le cose vanno bene meglio.
Secondo te, a cosa un cantautore non deve mai rinunciare per affermarsi nel panorama musicale?
Alla sua originalità. Alla voglia di dire le cose che vuole dire, dicendole però sempre nel modo della sua quotidianità, senza rinunciare ad essere sé stesso. Le finzioni la gente le riconosce, se cerchi di essere di più di quello che sei, non funziona.
La musica è anche magia. C’è un rituale che accompagna i vostri live?
Noi ci abbracciamo. Spesso. È una cosa che facciamo, così. In fondo perché abbiamo iniziato quest’avventura che eravamo davvero piccoli, avevamo sedici anni, ed è anche un po’ incredibile. Ci sono band che si sciolgono molto prima. Ci abbracciamo, forse perché questi passi sono dei piccoli miracoli, consapevoli che sono cose che ci ricorderemo per sempre.
Qual è il messaggio che portate che portate sul palco dell’1MNext?
Ci pensavo a questa cosa in questi giorni. Se sali sul palco del Primo Maggio, dovrai pur dire qualcosa davanti a tutte le persone in piazza. No?! Al contest siamo arrivati con un brano che si intitola Tutti Fermi: è una canzone generazionale, che parla di quello che vediamo e che viviamo come gruppo. Quello che invece vedo, che penso io, è che siamo una generazione – ma includo anche quelli più grandi di me – che non riesce a esplodere. Siamo sempre tutti emergenti, non riusciamo mai a fermarci veramente. Come dire: puoi fare, ma non riesci a fare. Sei emergente, anche se stai affogando, insomma. Tutti fermi vuole parlare proprio di un riscatto possibile: mi piacerebbe far passare il messaggio che in questa immobilità c’è una rivolta non violenta, una sorpresa.
Che progetti ci sono dopo l’1M NEXT?
Come ti anticipavo, abbiamo registrato il nostro secondo album da Ligabue. Uscirà l’anno prossimo, nel mese di aprile. Ma abbiamo anche date live. Il prossimo 11 e 12 maggio saremo rispettivamente a Milano e Lugano, e poi una lunga serie di date in estate, circa 25 appuntamenti.
Buona fortuna e viva la musica!
Gli Amarcord sono: Francesco Mucè (voce e lead synth), Marco Ventrice (chitarra), Giovanni Mazzanti (chitarra), Riccardo Romei (batteria) e Gabriele Burrone (basso).
Completano la line up della serata: Agosta, Pasquale Demis Posadinu e Incomprensibile FC. L’inizio della serata è previsto per le 23,30; l’hashtag uffciale è #1MNext.